Giornata magnifica passata nello Stagnone di Marsale : saline, mulini a vento ed escursione a Mozia, l'isola fenicia collegata a terra da una strada percorribile dai carri data la scarsa profondità del mare. Mozia ti dà una sensazione particolare,un po' perchè raggiungerla con il battello a fondo piatto è veramente emozionante (si vede ancora il basolato della strada fenicia sottomarina)e poi perchè questo avamposto di Tiro e poi di Cartagine ha caratteristiche nettamente differenti dalle testimonianze greco-romane di cui la Sicilia è ricca. Abbiamo fatto a piedi tutto il giro dell'isola, e io mi sono preso anche delle maleparole dalla consorte, per vedere i ruderi delle antiche porte, la necropoli, il tophet dove si facevano i sacrifici umani, poi abbiamo visitato un piccolo museo al centro dell'isola, che raccoglie interessantissime testimonianze fenicio-puniche. Durante il giro dell'isola abbiamo notato dei vigneti, viti molto basse di uva Grillo, che danno un vino a produzione molto limitata chiamato Grillo di Mozia appunto.Terminato il giro allo Stagnone, siamo tornati a San Vito per l'ora doi cena. Una doccia a razzo e poi in centro alla ricerca di un ristorante. Scegliamo il "Gna Sara"(Signora Sara, la titolare), un locale che dalle 20 è sistematicamente pieno, tanto all'interno, caratteristico, stile trattoria con piatti di ceramica alle pareti, che all'esterno, nel dehors che dà su via Duca degli Abruzzi. Aspettiamo un po' e finalmente si libera un tavolo all'interno.La lista prevede piatti di pesce e carne, discreta la cantina, il locale è anche pizzeria.Le ordinazioni le raccoglie uno dei padroni, penso il marito o il fratello della signora Sara, un tipo diretto, simpatico, con pochi fronzoli. Ordiniamo due busiate alla mattanza (tonno, prezzemolo, pomodoro, finocchietto, aglio passati al vino bianco), buone ed abbondanti, ed una busiata cola pesce (strano nome, ma è proprio così), composta da pesce spada , pomodorini, mandorle, melanzane fritte, aglio, anche queata molto buona e generosa come porzione. Di secondo ordiniamo una tagliata di nonno, discreta ma niente di più, un filetto di ricciola al profumo di limone (limone, pomodorini,mandorle salsa di zucchine, cipolle in agrodolce), buono, e stufato di polpette di acciughe : scelto dal sottoscritto che è fanatico delle acciughe, era preparato con acciughe ripiene di pangrattato, pecorino, finocchietto, menta, aglio, pinoli cotte lentamente in umido in salsa di pomodoro. Un piatto povero ma saporito anche se non proprio leggerissimo.Da bere ordiniamo un Grillo di Mozia Tasca d'Almerita 2010 : neanche a farlo apposta, era presente nella lista dei vini e naturalmente l'abbiamo scelto immediatamente. Ottimo vino, di discreto corpo, non aspro, gradevole al palato, e ogni sorsata vedi lo Stagnone e l'isola fenicia in lontananza...
Terminiamo con un semifreddo alle mandorle , due caffè e due amari Averna. Il locale è caratteristico, i piatti saporiti, da cucina casereccia, non raffinata ma di buona qualità, discreto il rapporto qualità-prezzo. Unico neo : è sempre pieno, come peraltro diversi altri locali di San Vito lo Capo.
Consigliato!