Avendo trovato chiusa la cantina del Principe Pallavicini a Colonna, nel Lazio, su cui mi ero inizialmente orientato, decidiamo concordemente, io e mia moglie, di passare da Lungarotti, anche perché la Marta ha voglia di nocino e qui in Umbria il nocino lo fanno bene.
L’ultima volta ci eravamo andati tre anni fa.
La cantina è al bordo del paese di Torgiano, vicinissima al ristorante Siro, che usa tutti i suoi vini e dove troviamo anche alcuni dipendenti della cantina che vanno a fare la pausa pranzo.
Non abbiamo fatto il giro della cantina, sia perché l’avevamo già vista, sia perché eravamo pronti allo scatto finale verso casa (e mancavano ancora 400 km.).
L’enoteca, luogo di vendita della cantina, è un salone accogliente e dignitoso, pieno di bottiglie sparse qua e là.
Non assaggiamo il Rubesco, il vino di punta dell’azienda, anche in questo caso perché lo conosciamo già (ed è ottimo), ma proviamo ad assaggiare il Rubesco Riserva, da 14 gradi, incuriositi… perché la gentile impiegata, quando ci ha chiesto da dove veniamo e sentito che veniamo dalla Valpolicella, ha subito tessuto le lodi dell’Amarone e lo ha paragonato al loro Rubesco Riserva.
Se il Rubesco normale può essere considerato il vino di punta quanto a vendite, il Rubesco Riserva è il top della loro produzione, cioè il loro miglior vino.
A dir la verità non ricordo bene, ma mi sembra che ci sia stato fatto assaggiare un 2005.
Il vino viene messo in botti per un anno e poi lasciato affinare per altri quattro, ma non ha la lavorazione dell’Amarone (uva seccata in fruttaio).
Molto profumato, sa di viole e di spezie, ha una vaga somiglianza col Lacrima, con gusto più fruttato.
Onestamente... un ottimo vino, ma... dell’Amarone nemmeno lontano parente, pur costando quasi uguale.
Decidiamo di non prenderlo, ma di prendere un cartone con cinque bottiglie del più popolare Rubesco normale (buono il rapporto qualità prezzo) e una bottiglia di Rosso di Montefalco, che costa una volta e mezza il Rubesco, ma ci può stare perchè fa anche un po’ più di grado. E’ lo stesso che abbiamo assaggiato al ristorante Siro, molto buono anche questo.
Quindi, asportiamo con piacere un Nocino, molto diverso da quello modenese, almeno dall’ultimo che ho bevuto (Santa Chiara): molto meno zuccherato questo umbro, meno liquoroso, e molto più accentuato il sapore amarognolo di noce. Ottimo comunque (l’ho assaggiato a casa).
Spesa complessiva 54,75 euro.
Consigliatissimo!!