Sulla via delle Abbazie della birra trappista – 8
Brussel fa un po’ da spartiacque, ancora con tipologie miste e scritture pubbliche in doppia lingua.
Oltre, più a nord, siamo quasi in un altro mondo.
Tutte le scritte sono in fiammingo. La gente parla in un modo molto strano, con suoni gutturali accentati. Non si capisce una bella eva . Pochi, nell’area est delle Fiandre, capiscono il francese, con i più riusciamo ad intenderci in inglese.
L’esperta di famiglia mi dice che il fiammingo discende da antichi invasori di lingua scandinava, molto simile allo svedese, e all’olandese ovviamente, niente a che vedere con le lingue anglo-sassoni, ancor meno con quelle latine.
Osservo che il 90 per cento delle donne sono bionde, in proporzione molto più delle birre
Il paesaggio è completamente piatto, tipo bassa padana, con tre differenze di fondo: una climatica, la temperatura (non si superano i 23-24 gradi d’estate, tranne rarissime eccezioni), le altre due visive, e cioè la mancanza assoluta di vigili e polizia, e la presenza totale in quasi tutte le strade (su entrambi i lati) di piste ciclabili, con semafori e segnaletica totalmente a disposizione delle bici (i sensi vietati sono sempre: escluso le bici).
Brügge, per quanto ho potuto verificare, è straodinaria. Una città a misura d’uomo, di donna e di bici. Assomiglia un po’ a Venezia, per via dei numerosi canali che la intersecano, eppure, non ci assomiglia neanche un po’, con quelle casette a schiera e quei gradini sui bordi delle facciate che salgono ripidi verso il colmo…
Comunque è bello girarla per tre giorni in bici, dopo aver atteso, sulla porta medievale, che il ponte levatoio scendesse e che fosse passata una lunga chiatta…; anche attendere (in ferie) è una cosa piacevole e rilassante, e poi, scorci romantici quasi ad ogni angolo e pieni di fiori.
La prima sera è lunedì e i tre locali che mi ero “preparato”, uno dopo l’altro visitati a bordo delle nostre potenti due ruote, sono tutti chiusi per turno.
Facciamo affidamento alla nostra ospitante del B&B, Els (che si pronuncia AOLSSS - quasi gridato ) e andiamo in questo posto super turistico, tra la piazza del Markt e la piazza del Burg, cioè nel centrissimo di Brügge, che più centro non si può.
Al di là del turistico, il ristorante è famoso a Brügge per via delle aragoste e degli astici vivi (tirati fuori, al momento, dall’acquario), che prepara in modo prelibato, e in generale per il pesce (a Brügge ogni giorno c’è mercato del pesce, siamo a 10 km. dal mare del Nord, quasi di fronte a Londra).
Soprattutto in considerazione dei prezzi, evitiamo accuratamente i crostacei di lusso e ordiniamo un piatto a testa: per me moules e frites, piatto tipico belga, e per la Marta waterzoi, piatto tipico belga.
Non rinuncia all’aragosta un nutrito gruppo di giapponesi nel tavolo vicino a noi, compreso un ottuagenario senza denti, che mi sembrava prelevato direttamente da un’isola del Pacifico, di quelli che avevano fatto la guardia per sessant’anni e non si erano accordi che la guerra era finita... (aveva un berrettino militare in testa ).
Subito ci portano una mise en bouche di olive alle erbette, assieme ad un cestino di pane integrale. Abbiamo gradito.
Le mie cozze sono al vin bianco, cotte con sedano e cipolla tagliati a micro dadini, in una terrina enorme, ottime devo dire, così come buone sono le patatine, servite in una terrina più piccola. Porzioni abbondantissime.
Le patatine sono accompagnate da un rettangolare bianco con tre ciotoline di ceramica bianca, contenenti tre salse diverse: maionese, tartara e senape. Buone le salse.
La, o il, waterzoi è in pratica la stessa zuppa di pesce che cinquecento km. prima si chiamava bouillabaisse, con scampi, gamberi, triglie, salmone e merluzzo, cotti in una panna con vino, assieme a patate novelle intere, carote, sedano e cipolla tagliati a julienne.
Da bere, dividendocele, una Westmalle (trappista) Dubbel, scura, che fa 7 gradi, e una Brüggse, la birra artigianale forse più famosa di Brügge, che, se non ricordo male, faceva 7,5 gradi.
SUDATA PAZZESCA!!!
Abbiamo mangiato benissimo. Il servizio è stato eccellente ed i tempi normali: considerato che il locale era pienissimo e che i giapponesi facevano confusione con le ordinazioni. In un’ora e un quarto eravamo fuori.
Conto abbastanza salato, da 60,80 euro, dato che abbiamo mangiato un solo piatto… ma forse neanche troppo salato per la sua posizione...
Facciamo konnichiwa con la manina ai giappo, inforchiamo di nuovo la bici e, pian piano, perché avevamo la pancia piena, andiamo a gustarci Brügge di notte.
Consigliatissimo!!