Occorreva risollevarmi il morale dopo aver visto le attuali condizioni della casa di Frontignano, il crollo del tetto me lo ero risparmiato, ai lavori di risistemazione aveva pensato Lucia, ora la casa è di nuovo coperta ma le condizioni interne le definirei quantomeno “disastrose”, direi che ci sarà da lavorare parecchio per renderla nuovamente ……..abitabile.

Vista la situazione si decide per andare a mangiare Dal Navigante, sarà dieci anni che manco, l’ultima volta ebbe un atteggiamento che non mi piacque per nulla, c’è poco da fare, quando prendo un dritto è difficile smuovermi, soprattutto se si parla di ristoranti.

Questa volta Luca e Lucia mi invitano a riprovare, dicono che si mangia bene e soprattutto che hanno un ottimo vino, in pratica cedo “per sfinimento” .

Ci presentiamo in sei, entro per primo e quasi mi auguro non ci sia posto, invece vengo accolto con un sorriso e mi viene subito assegnato un tavolo già apparecchiato, ok , pace fatta !

Arrivano anche gli altri, pare non trovassero da parcheggiare, nemmeno fossimo a Milano, il locale ne ha tre di parcheggi, basta fare due passi in più.

Siamo in un locale molto “alla buona”, il menù  si compone di poche portate snocciolate a voce e le ordinazioni vengono trascritte su un block-notes .

Saltiamo l’antipasto ed ordiniamo 2 piatti di cannelloni, una tagliatella al ragù e tre tagliatelle al tartufo.

I cannelloni, ripieni di carne, pare siano eccezionali, così come le tagliatelle al ragù, ma io vado per quelle al tartufo e sono………..eccezionali, cotte al dente, sottili, ben condite, tanto tartufo (ok, è scorzone, mica tartufo bianco d’Alba) profumo intenso e sapore discreto.

Di secondo ci facciamo portare un po’ di olive all’ascolana, fritte alla perfezione, un po’ di crema fritta, non troppo dolce e soprattutto un paio di porzioni di costolette di agnello alla brace ed un paio impanate e fritte, siamo all’apoteosi, l’agnello è relativamente magro, il sapore di quello alla brace è “quasi delicato”, di selvatico non ha proprio nulla, altrettanto ottimo quello fritto, una panatura leggera, un sapore eccezionale.

Seguiranno tre creme catalane e due tiramisù, quest’ultimo è molto leggero, pavesini ammollati nel caffè e, per me emiliano, sacrilegio, non viene usato il mascarpone ma la panna vegetale: ok la leggerezza, ok che ieri era Natale ed avevamo mangiato a sufficienza, ma il tiramisù senza mascarpone e senza savoiardi non è tiramisù……………….però era buono !

Terminiamo ordinando tre caffè.

E il vino ? Il tanto decantato rosso piceno del contadino, ne ordiniamo mezzo litro, non è ancora “fatto”, diciamo che è ancora molto giovane, addirittura “lega”, ma credo che a primavera possa essere qualitativamente al top. 

Quando ci alziamo da tavola il personale inizia il pranzo, cannelloni, tagliatelle, polenta, agnello, diciamo che abbiamo scelto bene………se mangiano anche loro le medesime cose.

Saluti e sorrisi si sprecano, il conto è “giusto”, abbiamo mangiato bene, siamo stati serviti con cortesia, ribadisco, pace fatta e……………..si può ritornare.

Consigliatissimo!!