Sono indeciso se spiegare il contesto per cui ci troviamo a Spello, se descrivere questa splendida cittadina umbra notissima, fra le altre cose, per l’infiorata, oppure se considerare che la scelta del ristorante è dovuta al caso per via del violento acquazzone che stava per sorprenderci: invece tralascerò tutto questo per dedicarmi all’esperienza culinaria.
Il ristorante è ubicato in una delle case che circonda il paese quasi a farne una sorta di cinta muraria, l’edificio è ben ristrutturato, soffitti a volta, interno ed esterno in pietra, arredamento minimale, d’altronde il muro vivo è già un componente perfetto.
Il locale è un po’ buio, siamo i primi ad entrare, poi l’acquazzone di cui parlavo, aiuterà a raggiungere il “tutto esaurito”.
La titolare è un po’ brusca, ma essenziale, ci spiega che la pizza si serve solo la sera, che c’è un piatto fuori menù, che ci sarà da attendere almeno un quarto d’ora: lo dico sempre, “patti chiari, amicizia lunga”.
Propongo un antipasto di salumi e formaggi con la Torta al Testo, accettato, siamo in cinque e ne ordiniamo, ben consigliati, tre, si riveleranno “ottimi ed abbondanti”.
Da bere, al termine del pasto, si conteranno una gassata ed una naturale, due birre medie chiare, due rosse ed un’ulteriore piccola, sempre rossa, più una lattina di coca cola.
I taglieri sono composti da un ottimo e sapido Prosciutto di Norcia, una pepatissima lonza, due tipi di salame e pecorini vari (classico, al peperoncino, al tartufo, stagionato nel fieno) accompagnati da una composta di albicocche e dalla Torta al Testo (in alcune zone dell’Umbria viene chiamata Crescia, in altre ancora Ciaccia), in pratica si parla di un semplice impasto di farina, acqua e sale dell’altezza di circa mezzo centimetro che viene cotta su un Testo (un tempo di terracotta, ora, spesso, di ghisa) e gustata, con salumi e formaggi.
Un grande inizio che può valere l’intero pranzo.
Ed invece abbiamo già ordinato un primo a testa: spaghetti cacio & pepe lo ordiniamo in due e si riveleranno fatti a “regola d’arte”, così come in due si orienteranno sul piatto “fuori menù”, maltagliati al sugo di cinghiale, spazzati via senza remissione, così come l’altro piatto di spaghetti condito con cipolla e salsiccia.
Fino a qui i tempi sono stati relativamente brevi, poi, a locale pieno, si sono un po’ dilatati, rimanendo sempre in termini accettabili, ma preferiamo non rischiare e chiudiamo qui, conto al tavolo e ci rimettiamo sulla strada del ritorno.
Servizio essenziale ma preciso, tempistiche giuste, pochi fronzoli ma tutto estremamente lineare, il quarto cappello è ben meritato.
Consigliatissimo!!