Passando dall'Umbria in orario utile (per pranzare), non possiamo certo esimerci dal sostare in uno dei migliori ristoranti della regione nel rapporto qualità prezzo, per una cucina casalinga e del territorio di vero rilievo… almeno tra quelli che ho visitato io…, ma… a giudicare dal pienone costante di popolo (anche in altre occasioni), con persone dai dialetti più diversi, vedo che non siamo gli unici a pensarla così.
L'edificio, che ospita anche un hotel a tre stelle, è costruito sulla costa della collinetta che sale verso il centro storico di Torgiano, appena sotto Perugia.
Si può entrare da sopra, e si scende una rampa di scale interne, perché il ristorante è al piano intermedio.
Si può entrare da sotto, e si salgono due rampe di scale, passando nel pianerottolo davanti ai bagni (abbastanza puliti), per arrivare al piano ristorante.
L'ingresso alla sala da pranzo, su cui dà anche la cucina, è una portina strettissima, sempre ingarbugliata di gente, specialmente quando ci sono le mamme con i passeggini, che devono fare manovra.
Come avrete capito, la distribuzione interna non è il massimo per questo locale, però, se è rimasto così, vuol dire che alla fine, alla gente, la distribuzione logistica non interessa un granchè, perché, al contrario, la distribuzione… di cibo è invece parecchio allettante. Tanto che, di fonte alla porta della cucina, messa vicino alla cassa, che a sua volta è adiacente alla porticina d'ingresso, funziona anche un servizio di asporto, molto apprezzabile, ma che peggiora sensibilmente il traffico e l'ingorgo di persone.
Il nostro tavolo, prenotato (meglio sempre farlo in questo posto), era invece nella tranquilla terrazza coperta, chiusa da una vetrata.
Zaffate di funghi e tartufi appestano l'aria, con grande soddisfazione del falchèto, che pregusta già l'ordinazione.
L'arredo interno è molto semplice, quasi ordinario, da trattoria insomma, con dei bei quadretti di realismo italiano (tipo Albertone nostro che sse magna gli spaghettoni) in bianco nero vicino all'entrata.
Con l'acqua gasata, ordiniamo un Rubesco 2007 di Lungarotti, una cantina di Torgiano a qualche centinaio di metri dal ristorante, in bottiglia da 375 cc., 13 gradi.
Mi ero dimenticato quanto è buono questo rosso umbro, ed anche quanto sono bravi alla cantina Lungarotti, dove l'altro anno avevo comperato un ottimo nocino e ancora tanto Rubesco, il cui nome ufficiale sarebbe peraltro Rosso di Torgiano DOC.
Ha un profumo intenso e un bel rosso rubino carico. L'aroma è penetrante, sulla scia, anche per la corposità e sempre con le dovute differenze di sapore, di altri vini dell'Italia centrale… Lacrima… Cesanese… buonissimo il Rubesco, ti lascia un buon boccato, il legno c'è ma non prevale…
Di primo io prendo umbricelli con guanciale al pomodoro e scaglie di pecorino di fossa. Gli umbricelli sono una pasta fatta in casa da loro, con solo acqua e farina, tipo bigoli, ma rettangolari. Il piatto è molto simile ai bucatini all'amatriciana, solo che la pasta è leggermente diversa. Buoni, cotti alla perfezione, anche se il sugo di pomodoro a me è sembrato un po' eccessivo e tendente a coprire il gusto del resto.
La Marta, naturalmente, si è fatta fuori un piattazzo di fettuccine (anche queste fatte in casa) con i porcini (tanti) e pomodorini freschi, cotti. Era sospesa in levitazione a mezzo metro da terra per la goduria e per la bontà del piatto.
Prendiamo un secondo in due, perché poi dobbiamo farci altri 400 km. per arrivare a casa ed è meglio star leggeri.
Spezzatino di agnello con i carciofi. E' una specialità umbra, che avevamo assaggiato anche gli anni scorsi, quando ci eravamo anche portati a casa mezzo agnello allevato in campi bio (ed acquistato alla Coop). Piatto eccezionale, anche stavolta, cucinato alla perfezione, carne tenerissima, cui è stato quasi totalmente tolto il gusto un po' selvatichino (si mette in acqua a lungo, prima di cuocere) e ottimi anche i carciofi.
Colti da “furore” gastronomico, ne ordiniamo un altro da asporto, e ci uniamo anche una porzione di spezzatino di cinghiale, sempre da portarci a casa. Quest'ultimo sarà sublime e ce lo mangeremo in tre, anche con nostro figlio il giorno dopo.
Il servizio è stato veloce e cortese, nonostante la confusione stabile, il conto di 36 euro in due per il pranzo, oltre a 19 euro per le due megaporzioni da asporto.
Siro: una certezza. Cucina quasi familiare, con qualche imperfezione talvolta, ma sempre molto invitante per le specialità locali cucinate bene e ad un prezzo molto buono.
Consigliatissimo!!
[golosona]
18/01/2011