La Val d'Aosta è uno di quei luoghi ideali dove rilassarsi.
Ogni cosa è a misura d'uomo e i paesaggi sono incantevoli.
Non ci facciamo sfuggire quindi una ghiotta occasione per trascorrere il weekend di inizio aprile, complice una situazione meteorologica invidiabile.
Al nostro arrivo (siamo di base a La Salle), decidiamo che la prima tappa sarà un giro a piedi rilassante per il centro di Courmayeur, in modo da scrollarci di dosso le quattro ore di viaggio e cenare in un locale tipico.
La scelta ricade su questo ristorante, spinti esclusivamente da una guida che ne parlava positivamente.
Il locale si trova all'ingresso del paese, giungendo dalla statale, quindi lontano dalla zona centrale del paese, chiusa al traffico.
Il parcheggio è praticamente inesistente, anche se c'è n'è uno disponibile proprio di fronte, ma a pagamento 24 ore su 24.
Le sale sono due, una grande adatta a grosse tavolate, un'altra un po' più intima grazie a diversi separè. Nel centro di quest'ultima, troneggia un albero di mele, che è poi il simbolo del locale, intorno al quale è presente un grande buffet.
Legno ovunque, l'ambiente ricorda la tipica baita di montagna.
Senza prenotazione, veniamo fatti accomodare in un comodo tavolino in un angolo.
L'illuminazione è soffusa, grazie a dei voluminosi lampadari bassi in tessuto rosso, un po' troppo scomodi a dire il vero, in quanto spesso ci si prende contro alzandosi (camerieri compresi).
Il menù è incentrato sulla tradizione valdostana, con diverse tipologie di piatti ai quali si aggiunge una proposta interessante di menù da tre portate a 21 euro, che sarà la nostra scelta.
Per comporlo si può scegliere fra 4/5 primi piatti, altrettanti secondi, idem per i dolci.
Decidiamo, anche per assaggiare più cose, di fare due menù differenti così composti: cannelloni valdostani e polenta valdostana per i primi, carbonade con polenta e scaloppina alla valdostana per i secondi.
I cannelloni sono fatti con una sfoglia simile ad una crepe, conditi con ricotta, poco pomodoro, fontina e prosciutto. Abbastanza buoni.
La polenta, servita nel coccio, è la classica valdostana con la fontina. Discreta.
La scaloppina è anch'essa con la fontina ed il prosciutto, mentre la carbonade altro non è che una dadolata di carne di manzo, rosolata con cipolla ed alloro, e finita di cuocere nel vino rosso, con la polenta come contorno (usuale da queste parti). Tutto abbastanza buono.
Concludiamo con una coppa di gelato alle fragole, mediocre, e una di fragole con gelato alla crema, poco saporite (del resto non è stagione).
Ad accompagnare il tutto, una brocca di acqua naturale ed una mezzina da 375 di Blanc de Morgex e de La Salle decisamente anonimo.
La ricevuta recita un totale di 51 euro, 42 € per i due menù fissi e 9 € per la bottiglia di vino.
Il prezzo è sicuramente buono, soprattutto per Courmayeur. I piatti non sono entusiasmanti, almeno quelli disponibili nel menù fisso.
Va detto soprattutto che la cucina valdostana non è particolarmente leggera, ma in questo caso specifico è risultata più pesante delle esperienze nei due giorni successivi.
Due cappelli, che corrispondono a buono, sono secondo me la giusta valutazione.
Per chi passasse da quelle parti e volesse mangiare dignitosamente in un posto senza troppe pretese, ad un prezzo sicuramente buono, lo tenga in considerazione.
Buono
[joy]
07/04/2011