San Benedetto Po è un luogo magico ancora oggi... figuriamoci all'epoca dei fasti dell'Abbazia di Polirone e di Matilde di Canossa che qui volle esservi sepolta (poi fu trasferita a Roma)!
Spesso e volentieri vengo in solitudine a San Benedetto; anche solamente per un'oretta, per immergermi nelle volte della basilica e in ciò che rimane dell'Abbazia.
E' quasi l'ora di pranzo e decido di azzardare questa osteria.
Il locale non lo si trova facilmente perchè l'entrata è situata al termine di una piccola galleria posta sulla via Ferri e poi si scende nelle cantine che ospitano il locale. Una vera cantina perchè non esistono finestre se non la porta principale d'ingresso!
La sala prospicente l'ingresso è molto ampia, quadrata e dal soffitto a volta di mattoni rossi... tutto ben restaurato ed invitante. Una vera cantina/osteria molto adatta ad essere aperta solamente la sera... (scopro poi un cartello che infatti ne ricorda l'apertura anche a mezzogiorno).
Il menù è essenzialmente quello tradizionale mantovano.
Scelgo, come antipasto, un piatto chiamato "Culatta" con mostarda di pere e scaglie di grana. La "Culatta" è un salume di culatello con cotenna vale a dire la parte migliore del prosciutto, la più pregiata, senza osso, senza gambo e senza fiocco. Questo straordinario salume è conosciuto anche con il nome di fantasia di "Culaccia" registrato commercialmente dal Salumificio Rossi di Sanguinaro di Fontanellato.
Ne sono rimasto deliziato! Un perfetto incrocio tra il classico prosciutto ed il culatello parmense... perfettamente stagionato e ben saporito. Unitamente al grana ed alla mostarda di pere diventa pressochè un secondo piatto.
Poi scelgo un primo piatto: non ho dubbio alcuno e mi tuffo in un riso alla pilota che mi viene servito in abbondanza e nella classica presentazione... vale a dire disposto al centro del piatto ben compattato e a forma di di cupola! L'oste me ne illustra la filosofia: dalla fondamentale scelta delle diverse carni alla triturazione delle stesse per rendere la meglio soddisfazione al palato... dal riso, cotto nella giusta quantità di acqua necessaria per terminarne la cottura lasciando così tutte le proprietà e qualità del riso nel piatto, al nome che deriva dai pilatori (coloro che pulivano il riso).
La qualità del piatto è altissima e ne assaporo, forchettata dopo forchettata, la magnifica e perfetta simbiosi tra riso e carne di maiale!
Mi fermo qui, non mangio altro perchè sono già soddisfatto...
Non perchè non possa mangiare altro, ma perchè ho già semplicemente goduto! Insistere sarebbe un eccesso e decido che è meglio tornare e proseguire il percorso che il menù garantisce.
Una bottiglia di acqua gassata (consegnata chiusa al tavolo) ed una mezza bottiglia di lambrusco reggiano "Il Campanone" più che adatto a questo ricco spuntino di mezzogiorno.
Il caffè offerto dall'oste che tra un po' tornerò sicuramente a trovare.
Consigliatissimo!!
[Reginalulu]
10/04/2011
Vai a trovare dei bellissimi posticini!