Ambiente molto bello.
Siamo in due.
1 piadinona al crudo e squacquerone, buona.
1 calamari ripieni di melanzane, così così.
1 linguine alla marinara, discrete.
1 calice di Pagadebit, molto buono.
1 bottiglia di acqua minerale gasata.
Servizio veloce e gentile.
Conto totale di 34 euro.
“Faccian li Ghibellin, faccian lor arte
sott’altro segno, ché mal segue quello
sempre chi la giustizia e lui diparte...
... e non l’abbatta esto Carlo novello
coi Guelfi suoi, ma tema de li artigli
ch’a più alto leon trasser lo vello...”
Esco con i miei pensieri dalla stradina che proviene dalla tomba di Dante... dopo circa 700 anni l’Italia non è cambiata un granchè... Guelfi e Ghibellini si fronteggiano sempre... perché il senso d’appartenenza impedisce, da una parte e dall’altra, un’analisi obiettiva e perché, da una parte e dall’altra, nemmeno l’evidenza scalfisce i più arroccati convincimenti.
Esco con i miei pensieri dalla stradina e mi trovo a fianco del locale, ricavato all’interno di un edificio quattrocentesco di mattoni.
L’ambientazione è eccezionale secondo me: un grande salone, altissimo (almeno sei metri), con pareti in mattoni faccia a vista, come S.Apollinare Nuovo o in Classe. All’ingresso, ed in una saletta laterale, i soffitti, con volti a crociera, sono affrescati con scene idilliache e colori sgargianti. Nello spazio a seguire, un soppalco laterale in legno scuro è sostenuto da una fila di piccole botti e il soffitto è a volte in mattoni. Di fronte è stato realizzato un gazebo dove una piadinara affetta salumi e sforna piadine in continuazione. Un arco molto alto separa queste sale dalle altre ed è ottimamente sistemato con scaffalature piene di bottiglie. In giro per il locale si possono osservare numerose altre scaffalature piene di bottiglie di vino, il ristorante è anche enoteca.
Oltre l’arco, altri due saloni, sempre con pareti in mattoni antichi e tante cose attaccate ai muri, il secondo salone con il soffitto a vetri e strisce arcuate di tela per chiudere un precedente patio. Proprio bello.
Prendiamo posto sotto il soppalco a fianco delle botti e ordiniamo subito una minerale gasata e un calice di Pagadebit della cantina Celli di Bertinoro, 12 gradi, quasi ottimo, leggermente mosso, aromi un po’ lontani rispetti ai “miei” bianchi, ma gradevolissimo. Il cameriere me lo fa assaggiare stappandomi la bottiglia lì e poi, alla mia approvazione, me ne versa un calice abbondantissimo, da un quartino circa.
Con mia moglie ci dividiamo subito una piadina al crudo di Parma e squacquerone, buona, seppur un po’ troppo sul tiepidino.
Poi arriva un piatto bello abbondante di calamari ripieni di melanzane. Almeno questa era la dicitura. Però le melanzane faccio fatica a vederle e il pesce era chiaramente surgelato, duro. Anche questo piatto, veloce e tiepido (come chi ce l’ha ovviamente già pronto... ma almeno poteva riscaldarlo...), in un letto di patate lesse, crostone di pane casereccio e salsa di pomodoro un po’ brodosa.
Ci dividiamo quindi un piatto enorme di linguine alla marinara, con moscardini, seppiette e ciuffi di calamaretto. Le linguine sono evidentemente fatte in casa, maltagliate e cotte alla perfezione. Ma il pesce era quello di un preparato surgelato del supermercato. Il sugo inoltre, sempre brodoso, come con i calamari... bisognava farlo saltare di più, anche per amalgamare il tutto in modo migliore.
Siamo a Ravenna, sul mare, non pensavo che dessero pesce surgelato. Il cameriere, a mia domanda, me lo conferma, è proprio surgelato...
Certamente il locale è ottimo come enoteca, con una lunga lista dei vini. Sulla cucina, c’è di meglio in giro... però, nel complesso, sono più i lati positivi che quelli negativi ed ho anche la sensazione che riprovando con altri piatti, magari avrei avuto più fortuna.
Il servizio, svolto da camerieri in maglietta gialla e grembiuloni neri, è stato gentile e molto veloce. Il conto molto basso. Segnalo che non viene fatto pagare il coperto.
Per chi va a Ravenna, è da provare, magari non con piatti di pesce.
Consigliato!
[joy]
24/04/2011