Ambiente molto bello.
1 pizza La Cascina, molto buona.
1 birra media rossa, abbastanza buona, seppur un po’ svampita.
1 limoncino offerto.
Conto di 11,90 euro.
Non ero mai stato in questo posto, di cui peraltro avevo sentito parlar bene. L’occasione mi si presenta in una serata di “pizza-classe” di fine anno scolastico, dove vengo invitato da alunni e genitori.
Siamo in una vecchia cascina ottimamente ristrutturata, un casone lungo lungo, color rosa carne, rimasto imprigionato nell’enorme zona industriale adiacente la Grande Mela, tre Bussolengo, Lugagnano e Sona.
L’impatto all’ingresso è da panico: una veranda trasformata in grande salone con alcuni tavoloni pieni di bambini delle elementari, urlanti, saranno stati in cento.
Grande sala sul retro: due tavoloni con un’altra classe sbraitante. Idem in un altro salone a fianco.
Noi siamo su per le scale, nel vecchio granaio rinnovato, in una cinquantina persone, tra alunni, genitori e altre due colleghe con me.
Bello però sto granaio: muri spatolati in rosso vermiglio, soffitto a capriatone di legno e assito dipinti di beige, grosso tubo metallico a vista per l’aria condizionata, opportunamente soft (visto anche il vento e acqua che c’era fuori). Curato molto bene anche il resto dell’ambiente, dove mi pare che ci sia spazio anche per dei poveri “umani” che desiderano mangiare in coppia o comunque non in gruppi scolastici da delirio .
Pulitissima e nuovissima la cucina (dove si fa anche da mangiare normalmente, antipasti, primi e secondi, oltre alla pizza).
La pizza che scelgo io è quella della casa: pomodoro, mozzarella, formaggio brie, salamino piccante, zucchini a fettine, lessati e poi saltati in tegame, prosciutto crudo. L’unione di questi gusti mi ha molto soddisfatto, ottima veramente, con un bordo medio morbido, un incrocio tra una pizza tirata ed una pizza alla napoletana, né troppo larga né troppo piccola, una giusta armonia. Solo in pochi punti era bruciacchiata, sette otto centimetri di bordo che io ho provveduto a mettere da parte, sia perché il bruciato mi resta sullo stomaco, sia perché produce cellule cancerogene, che preferisco tenere lontane dalla mia pancina.
Il rimbombo non era nemmeno eccessivo in rapporto al numero di persone presenti sotto, sopra e di fianco. Non ci ha impedito di discutere, assieme alla mamme più vicine a me, del ruolo della scuola e dei genitori, delle difficoltà di avere un giusto equilibrio tra comprensione e provvedimenti consequenziali a comportamenti menefreghisti o provocatori.
La birra rossa media non era un granchè, proveniva dalla spina come quando il barile è verso il fondo, cioè molto poco briosa, comunque bevibile.
Il servizio è stato buono, anche se un po’ asettico e serioso, ma chissà quei poveri camerieri e cameriere… avranno avuto una testa così con tutta quella confusione. In ogni caso, tenuto conto che ci saranno state 300-350 persone in contemporanea, la consegna è stata puntuale ed abbastanza veloce (tranne per una delle mie due colleghe, regolarmente dimenticata nelle sue ordinazioni... , ma l’abbiamo presa allegra, tanto non ci correva dietro nessuno).
Alla fine, la cameriera (su indicazione del locale) mi ha offerto un limoncino, non di qualità della penisola amalfitana-sorrentina, ma comunque ben bevibile. Le mamme non hanno voluto che pagassi, ma il conto era facilissimo: 8,20 la pizza, 3,70 la birra media, qui di solito il coperto, nelle pizzerie, non lo fanno pagare e non l’ho visto scritto sul corposo libro dei menu.
Consigliato!
[johnnybazoo]
09/06/2011
ma cosa gli racconti a queste donne?!