Ambiente molto bello nella valle del Mincio.
Siamo in due.
Mezzo litro di rosè frizzante della casa, discreto.
1 minerale Kaiserwasser di S.Candido, insipida
1 bruschetta, molto buona.
1 tagliatelle al sugo d’anatra, molto buone.
1 coniglio alla brace, ottimo.
1 petto d’anatra alla brace, buono.
1 piatto di zucca fritta, buona.
1 piatto di caponata, buona.
Parecchie mosche, siamo in campagna.
Servizio cortese.
Conto totale di 42,50 euro.
Sabato sera, in quattro ore di arbitraggio ad un torneo notturno, mi sono guadagnato la pagnotta.
Domenica, cerco di sciogliere l’acido lattico con una corsetta leggera di 3/4 d’ora assieme alla moglie (e faccio anche un’opera di bene ) e con la bicicletta, sempre assieme a lei, ad andatura bradipesca. Quindi decidiamo di recuperare liquidi, proteine e zuccheri, e di spendere una parte del guadagno del giorno prima in questo posto, situato proprio ai bordi della pista ciclabile Peschiera-Mantova, che corre a fianco il Mincio. L’idea mi era balenata dopo aver letto la recensione di Margix2, che ringrazio per la scoperta ed il suggerimento.
La mattinata è splendida ed il posto molto bello, in mezzo al verde, con una vegetazione lussureggiante. Le camere dell’agriturismo sono in un edificio che sembra nuovo, ma realizzato secondo dettami antichi, con pilastri in mattoni a vista. Il ristorante è nell’edificio attiguo, più vecchio, ma dentro ristrutturato benissimo, con travoni in legno e una bellissima stube di maiolica centrale, che mi ricorda la mia voglia di Dolomiti.
Singolare, una scala in legno e acciaio nella sala vicina: è appesa con un anellone di ferro che trapassa un trave di cemento armato faccia a vista e a sbalzo, e sostenuta da tanti tondini di acciaio saldati, di colore nero, che scendono a raggiera dall’anello.
C’è il sole, c’è caldo, si mangia tutti fuori sotto il porticato; il nostro tavolino è vicino ad un pilastro ricoperto da un gelsomino profumato.
Bello, piacevole, rilassante. C’è un cucciolone di cane simile al bovaro, ma di color marron chiaro, che gira per i tavoli.
Girano parecchie mosche, danno un po’ fastidio, ma l’azienda ha allevamento di galline, conigli e anatre. Le mosche in campagna, all’aperto, è raro che manchino.
Dico chiaramente al ragazzo che viene a prendere le ordinazioni, dopo aver letto i menu in un simpatico librone con la copertina di legno, che vorremmo assaggiare solo roba proveniente dalla loro azienda, che pratica sistemi biologici. Ci risponde che solamente la verdura arriva da un’azienda agricola vicina, il resto è loro.
Anche il pane dovrebbe essere fatto a lievitazione naturale, stando a quello che c’è scritto sul loro sito; è abbastanza buono.
Io ordino un menu del ciclista ( ) (12 euro!) che comprende: una bruschetta al pomodoro, olio ed aglio (molto buona, con un amabilissimo sapore di brace e micro dadini di pomodoro crudo), un piatto di lasagnette (tagliatelle larghe) al sugo d’anatra (molto buone anche queste, anche se l’impressione è che non siano tirate in casa, sono poco ruvide... ottimo invece il sughetto, che peraltro non “prende” molto sulle lavagnette e scivola), come contorno un piatto di zucca fritta (mangiabile, niente di particolare), ¼ di rosè frizzante e una bottiglia di acqua minerale.
Al menu del ciclista unisco quello dell’arbitro, e quindi ordino per me anche un coniglio alla brace con la pancetta: la carne è avvolta in fettine leggere di pancetta tesa e cotta alla brace in modo perfetto, buonissima. Quantità giusta per me, forse per Mauribe o Pagnota sarebbe scarsina...
La Marta prende un petto d’anatra alla brace e una caponata di contorno. Poi un quartino di rosè anche per lei (cioè mezzo litro in due, ma il suo viene pagato a parte, perché il mio era compreso nel menu del ciclista).
Il petto d’anatra ha un gusto eccellente (ci siamo assaggiati tutto entrambi) però è tagliato in tre fette ed è un po’ duretto al taglio, meno duretto in bocca. Secondo mia moglie il petto dovrebbe essere messo intero sulla fonte di calore e poi successivamente tagliato per mantenere la morbidezza e quel colore rosetta centrale che qui non c’era.
La caponata è di melanzane e peperoni, con poche quasi impercettibili cipolle e l’aggiunta di capperi ed olive. Servita tiepida, buona.
Il vino lo fanno loro. Complice anche il caldo, scende che è un piacere, anche se non annuso grandi aromi... leggermente salinato in bocca, non mi sembra faccia più di 11 gradi. D’altronde la valle del Mincio non è famosa per il vino e c’è la sua ragione. Comunque, ideale per questo clima.
Con sorpresa (perché da queste parti le vedo raramente) e con piacere ci viene servita una bottiglia di acqua minerale proveniente da S.Candido. La stube al centro della sala principale e questa fornitura d’acqua mi fanno venir l’idea che i gestori amino la montagna e l’Alto Adige come il sottoscritto.
I tempi di portata sono stati giusti, il servizio gentile e pronto, il cagnone simpatico. Abbiamo speso 21,25 euro a testa, direi parecchio onesto, anche se manca all’appello un primo e non avevamo più spazio per il dolce. La valutazione complessiva è sul tre e mezzo, che arrotondo volentieri a quattro. Un bel posticino.
Consigliatissimo!!
[golosona]
13/06/2011