Jausenstation tradizionale altoatesina
Siamo in due
1 tris di canederli della casa, molto buoni
1 uova speck e patate, abbastanza buono
1 hefeweizen da 0,30, molto buona
1 Forst chiara da 0,20 buona, normale
1 mega fetta di torta di grano saraceno, superbuona
Servizio celere e gentilissimo
Panorama superbo
11,65 euro a testa.
Comincio dal fondo, senza problemi per le prime visite di due giorni fa, perché ho inaugurato il GustaBook e quindi ho tutto memorizzato .
E’ l’ultima camminata di una tre giorni memorabile, come ormai ci succede da parecchi decenni, per più volte all’anno.
Siamo sull’altopiano tra il Catinaccio-Rosengarten e il Latemar, uno spiazzo enorme, tra boschi e pascoli, che viaggia tra quota 1.550 e 1.700. Però, per arrivarci a questa quota, occorre scarpinare per un’oretta e quaranta circa dalla quota 1.150 di Nova Levante. Più è dura la salitaccia, più aumenta la soddisfazione quando si arriva.
Lo Schillerhof è un tipico punto di ristoro dell’area dolomitica di lingua germanica, con i tavoloni e le panche di legno fuori, ombrelloni beige per ripararsi dal sole di una giornata limpidissima.
Ci fanno da cornice le rocce dei due gruppi montuosi sopra citati, uno ad est e l’altro a sud: spettacolo!
C’è una bella bionda teutonica che ci serve, di una quarantina di anni portati bene, assieme a suo figlio di quindici sedici.
Conoscendo come butta da quelle parti (per quanto riguarda, di solito, le quantità) e anche in considerazione del tratto di ritorno, che prevede un venticinque minuti di leggera salitella finale, moderiamo le nostre ordinazioni.
Tempo di cambiarmi la canottiera e arriva la hefeweizen (Weihenstephan) per me e la Forst chiara per la Marta. Per i non conoscitori, la hefe è una birra di frumento chiara, ma torbida, perché il lievito in sospensione non viene filtrato. “Nature” insomma, e molto buona, a temperatura giusta, che per me non vuol dire ghiacciata, ma fresca.
Il primo è una porzione molto abbondante con tre canederloni asciutti (cotti in brodo), serviti con il burro, il grana grattugiato e l’immancabile erba cipollina. Di contorno c’è proprio un contorno di insalatina verde dell’orto e di carote juliennes, su tutto il bordo del piatto. Naturalmente ce lo dividiamo, come ci divideremo poi tutto il resto.
Un canederlo è a base di rape rosee, squisito e particolare, non ricordo d’averlo mai mangiato così. Gli altri due sono uno al formaggio e l’altro a base di speck. Molto, molto buono il tutto.
C’erano anche dei dadini di peperoni gialli crudi, che noi abbiamo prontamente spostato da una parte per evitare pericolosi effluvi pomeridiani.
Di secondo, avendo visto passare qualcosa di simile che attirava, non abbiamo resistito a riordinare (lo avevamo fatto già due giorni prima) il mio piatto preferito quando sono in zona: uova, speck e patate rosolate, con qualche fettina di pomodoro a guarnire.
Questo piatto l’ho mangiato meglio da altre parti: c’era parecchia cipolla bruciacchiata e nera (e a me il nero, per tradizione, non sconfinfera molto), le uova erano solo due, buone, normali, lo speck secco e tagliato grosso, poco curato nel “rivestimento” superiore, buone le patate anche se un po’ untine.
Infine, su consiglio della teutonica, prendiamo una fetta di torta di grano saraceno, con ripieno di mirtilli rossi e rivestimento di graniglia di noccioline. Le dimensioni erano quelle di mezzo quarto di torta. Ne abbiamo mangiato tranquillamente una in due: deliziosa, fatta in casa da loro.
Il conto è onestissimo, 23,30 euro con l’offerta di una grappa alla genziana (una, perché l’abbiamo chiesto noi, se no erano due), sempre fatta da loro in casa, amarissima, saporitissima, digestiva per sua caratteristica.
Quindi, dopo una brevissimo sospiro e qualche foto, giù di corsa per il sentiero tra gli abeti, a completare il dessert con smanate di fragoline di bosco, dolcissime.
Nell’incertezza di giudizio, preferisco abbondare un po’, per la grappa offerta, per la gentilezza e per il panorama, che ti fa guadagnare giorni di vita.
Consigliatissimo!!
[gi]
05/07/2011