Il clima a Cordoba è pesantissimo: alle undici e mezza di sera, quando usciamo da questo locale ci sono 38 gradi. Un vento caldissimo ti prosciuga le narici e ti toglie il respiro. Per fortuna il locale è ben climatizzato... A me non piace l'aria condizionata, ma in queste condizioni sarebbe molto dura vivere senza.
Lo Ziryab è tutto moderno ed impostato sui bianchi e sui grigi, che ultimamente in giro – vedo - vanno molto.
E' all'interno di una piccola calle, nel labirinto di viuzze strettissime e di case bianche che caratterizzano la città vecchia attorno alla Mezquita.
Pulitissimo, ci siamo solo noi, siamo gli unici ad andare a mangiare alle otto e tre quarti, gli altri avventori cominceranno ad arrivare dopo le dieci di sera.
Per ingannare l'attesa ci portano subito delle olive schiacciate in salamoia con erbette aromatiche... buone. Saranno una mise en bouche caratteristica in tutta l'Andalusia.
Il vino che ordiniamo è semplicemente perfetto: un Enate Rosado del 2010, fatto con uve cabernet e sauvignon, da 14 gradi. Vino nordico di Huesca, vicino a Saragoza. Fresco a temperatura giusta, versato nel bicchiere per l'assaggio (chissà perchè vengono tutti da me a far assaggiare), ha un boccato fruttato, ricorda lontanamente le fragole e un po' anche il pepe: eccezionale.
Poi un'acqua gasata Fonte Forte della Sierra Nevada.
La giornata è stata segnata dalla visita della Mezquita di Cordoba, un'opera di architettura che non ha uguali al mondo, moschea e cattedrale insieme, come succede anche da altre parti in Andalusia, per la presenza araba durata circa ottocento anni, a congiungere forti tradizioni cattoliche del periodo precedente e di quello successivo. Una presenza pacifica, interculturale ed operosa: furono gli arabi a fondare a Granada la prima Università spagnola nel 1400, duecento anni dopo l'Italia peraltro.
Mi chiedo perchè non potrebbe essere così anche adesso.
Ci dividiamo le varie portate, tra tutti e sei i presenti.
Non sono per niente in vena, ma questo ristorante è superlativo.
Ci torneremo anche la seconda sera, sempre dividendoci i piatti.
Jamòn iberico selvatico su letto di patate saltate assieme al prosciutto, a due scaloppe di fois gras caldo, con sopra un uovo rotto al momento della cottura e cotto col calore dell'altro cibo (ma rimane morbido, o almeno questa è la nostra interpretazione di cottura). Ottimo.
Flamenquìn: un unico involtino lungo di maiale fritto con crosticina croccante, tagliato a pezzi obliqui, su un letto di patate, carote, peperoni lessati e triturati, ripieno di carni miste, tra le quali spiccava la salsiccia locale charritzo. A lato, misticanza d'insalata.
E' il momento del dessert. I camerieri sono gentilissimi e sono lì praticamente solo per noi, dandoci tutte le spiegazioni del caso.
Zuppa di yogurt greco con biscotto di cioccolato bianco (che sapeva da caramella mou), affiancato da un gelato al mandarino, con lamponi e fragole annegati. Squisito.
Alfambra: è una base di biscotto al cioccolato con fragole caramellate alla vaniglia, contornato da una spuma alla menta (che io assaggio appena, essendo un po' allergico alla menta). Una vera delizia.
Presentazione molto fantasiosa dei piatti, cucina ricercata.
Seconda sera.
Dopo la stessa mise en bouche (della sera prima) offerta dalla casa, il barman ci ha anche presentato in tavola (e offerto) il cocktail “mandarina kiss”: gin, campari, liquore di mandarino, selz, ghiaccio, scorzetta lunga e sottile di mandarino, un goccio di angostura). Mmmmmm... che bontà!
Quindi: cochinillo. Sono pezzetti di maialino da latte, con crema al formaggio, accompagnati da misticanza e serviti su un piatto rettangolare di ardesia con bordi lavorati.
Bacalao: è un trancio di baccalà fresco, morbidissimo, appoggiato su un letto di purè di piselli e accompagnato da una formina di capelli d'angelo con verdure miste concassèes.
Abbiamo preso lo stesso vino della sera prima, perchè era troppo buono.
Poi, altra offerta del barman: sorbetto digestivo con mela verde e menta. A me, per via dell'allergia, è stato offerto in alternativa un altro cocktail in bicchiere Martini con crema al cioccolato, liquore al caffè (me l'hanno detto dopo, perchè subito non si sentiva), rhum, panna, briciole di amaretto. Buonissimo.
Devo dire che il GustaBook funziona benissimo: quando vedono che prendiamo appunti, cominciano ad offrirci di tutto e a trattarci particolarmente bene.
Come dolce, la seconda sera ci siamo divisi con la Marta un brownie al cioccolato fondente con pezzetti di noci, servito con gelato alla crema, salsa al caramello e praline di mandorle.
Conto di 21 euro a testa, come la prima sera, avendo suddiviso tutto assieme agli altri nostri quattro amici.
In questo caso, "imperdibile" è proprio l'aggettivo che calza giusto.
Per fortuna, all'uscita della seconda sera, alle 23,15 l'aria si è fatta un po' più fresca, c'erano solo 33 gradi.
Imperdibile!!!
[Magnanima]
26/07/2011