Il ristorante sorge in una radura pianeggiante tra i boschi, come quelle macchie verde chiaro che ogni tanto si vedono percorrendo le strade di montagna, per arrivare si percorre la SS 50 che da Fiera di Primiero porta a San martino di Castrozza, circa a metà si svolta a sinistra arrampicandosi per una strada abbastanza larga (per questi luoghi) e ben asfaltata per circa 3 km;
è dotato di un’ampio parcheggio e, subito a ridosso, un bel prato verde dove volendo ci si può accampare con un telo in compagnia di qualche somarello (quelli a 4 zampe),
dall’altra parte della vallata le spettacolari Pale di San Martino, oggi con le sommità avvolte da soffici nuvole bianche, uno spettacolo che dona tranquillità e ti rimette in pace con il mondo
questi due giorni di relax sono stati in forse fino a ieri sera alle 7, poi di ritorno da una passeggiata ai Sassi di Roccamalatina ho preso il telefono, chiamato la Loredana del Maso al Cervo, prenotato, preparato la valigia, anzi LE valigie (manco dei profughi si portano dietro tanta roba per due giorni), e stamattina alle 8 eravamo in macchina, quindi chiaramente non abbiamo prenotato, entriamo e chiediamo se hanno posto per due, affermativo e ci apparecchiano dentro;
fuori è sconsigliabile pranzare perché quest’anno ci sono un sacco di api/vespe, gli “indigeni del posto” dicono che è segno che il prossimo inverno farà molta neve
il locale all’interno ha panche e arredi in legno chiaro, soffitto con grosse travi scure, ed enormi vetrate con vista sulle Pale, per abbellire l’ambiente dei carinissimi animaletti fatti con erba secca e quadri con vecchie immagini in bianco e nero,
i tavoli sono apparecchiati con tovaglia bianca su copritavolo rosso e tovagliolo piegato in tinta con quest’ultimo, il tutto risulta abbastanza chic per una baita di montagna
le cameriere, gentili, giovani e molto magre; “ah, ma ingrasseranno anche loro prima o poi!” come dice sempre la Sabry, ci portano il menù dal quale scegliamo un’antipasto e due primi
- Tagliere di Luganega con composta d’uva bianca dolce (9.80 E)
la Luganega è una salsiccia affumicata, come fattezza molto simile ad un salame di 20/25 cm di lunghezza e 4/5 cm di diametro, mentre il sapore si avvicina allo speck ma la consistenza è chiaramente più morbida, viene servita tagliata a fette di circa mezzo centimetro con affianco un vasetto di composta d’uva bianca dolce simile alla gelatina, un’accoppiata veramente eccezionale
- Canederli al burro fuso (9.80 E)
tre palle di circa 6/7 cm, fatte con pane, speck e formaggio, buone ma non eccezionali, con poco burro fuso (e forse non era neanche il Botìro di malga), un po’ di più non avrebbe guastato, inoltre all’interno ho trovato alcuni piccoli sassolini neri indecifrabili di circa 1 mm, e non era pepe!
- Pappardelle ai funghi Finferli (10.80 E)
la pasta è fatta in casa e si vede, le pappardelle sono larghe, abbastanza spesse e tagliate a casaccio, mentre il sugo con finferli interi è buono ma decisamente scarso di sale
da bere, una bottiglia d’acqua (2.50 E) e una birra media (4.50 E)
coperto (3.60 E)
per un totale di 41 euro
il posto vale decisamente una visita, per un buon pranzo, per passarci un pomeriggio a rilassarsi nel vicino prato godendo di un’ottimo panorama, o come ristoro durante una passeggiata nella fitta rete di sentieri facili e camminabili che passano proprio da lì
per il voto sono un po’ indeciso perché a parte la Luganega che era favolosa, il resto lo definirei sufficiente; però c’è anche lo spettacolare scenario delle Pale di San Martino che ti sovrastano …..ma visto che queste ultime non me le posso mangiare rimango sui 3 cappelli, che è pur sempre una buona sufficenza
Consigliato!
[carolingio]
16/08/2011