“L’apalto” è la vecchia osteria dove vendono anche le sigarette. Perché qui si dice: la cica la tira el goto, el goto el tira la cica... (la sigaretta attira un bicchier di vino, un bicchier di vino fa venir voglia di fumare...) e così via, tra una partita di tressette e l’altra, con qualche piatto tradizionale a disposizione per i viandanti di passaggio o per chi non ha la possibilità o il tempo di farselo per conto suo.
Ce ne sono rimaste poche in zona, una è Paverno, un paio di km. dopo Valgatara, non da molto ristrutturata, e bene, ma non tanto da perdere il sapore della tradizione contadina locale.
Muri in sasso a vista, qualche mattone qua e là, soffitti con travi vecchie, rotonde, di legno chiaro, tre salette, una delle quali (probabilmente l’ex-cantinetta, dove mi dispongo io), qualche gradino di pietra corrosa più in basso. Bottiglie ovunque, in vecchie scansìe di legno. Proprio bella.
Giorni solitari per me, con il resto della famiglia sparso per il mondo, lavoro e partite da fare, e adesso tregua.
Da bere, con una bottiglia di gasata, ordino un quartino di Valpolicella Classico Gamba, cantina degli Aldrighetti di Gnirèga, un delizioso paesino abbarbicato qualche km. sopra Paverno. La bottiglia mi viene aperta sul tavolo, poi versata per l’assaggio e quindi nel contenitore di vetro. Bel colore rubino, buon profumo di ciliegie, farà 12-12,5 gradi, non ho visto, ma non ci sbaglio (son tutti di questa gradazione i classici). Molto buono.
In tavola un cestino di pane comune, niente sfiziosità. I bagni sono belli e nuovi, con una porta scorrevole simile ad un portoncino in legno di duecento anni fa.
Al servizio si alternano quello che mi sembra il titolare, con quelli che mi sembrano i figli, molto giovani, sui vent’anni, tutti molto solerti e gentili.
Di primo ordino “paparèle coi figadìni”, piatto tradizionale veronese. Ne avevo proprio voglia, non ho ricordo di quando l'ho mangiato l'ultima volta. Le “paparèle” sono tagliatelline sottili di pasta all’uovo (fatte in casa mi è parso), cotte nel brodo assieme ai fegatini di pollo e ad un po’ di cipolla, forse anche qualche fogliolina di salvia. Ottime, con un’abbondante spolverata di grana. Ottimi anche i fegatini, normale il brodo, buono.
Di secondo mi faccio portare le trippe, un altro piatto tradizionale veronese, comune a tutte le osterie di una volta. Le trippe sono eccellenti, tenerissime, gustose, in un guazzetto paradisiaco al pomodoro, bollenti, abbondanti, canche queste con abbondante parmigiano, che piatto!
Assieme alle trippe un piattino con patate al forno, normali, buone, anche se le avrei preferite più calde (o forse erano le trippe bollenti a farmele sembrare tiepide).
Finisco qui, veramente pieno, dopo soli tre quarti d’ora nonostante il locale fosse quasi interamente pieno, con un conto di 20,50 euro, onesto.
Un gran bel posto, che con qualche accorgimento dpuò arrivare tranquillamente al massimo della valutazione per la sua categoria e dove tornerò sicuramente, in compagnia, ad assaggiare qualche altro piatto interessante, di quelli che prendevo qualche annetto fa quando, a volte con la chitarra in mano, queste osterie le frequentavo più stabilmente.
http://www.youtube.com/watch?v=50vA6O9otjw&feature=related
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Consigliatissimo!!
[johnnybazoo]
12/12/2011