Una volta saliti a Castagneto Carducci, si prosegue arrampicandosi ancora, in mezzo a boschi di faggi, castagni e querce da sughero, con macchie incredibili di ciclamini lungo tutta la strada.
Il Castagno è in una vecchia casa di campagna, isolata, dove si arriva su per una stretta e ripidissima stradina, sempre in mezzo al bosco.
C’è un pavone, libero, che ci accoglie starnazzando nel parcheggio in ghiaino, che è un tutt’uno col giardino dell’edificio.
In questo posto non ci si può capitare per caso, la segnaletica è piuttosto carente... diciamo che non è di strada.
La pioggia ha appena smesso e il profumo di ciclamini nell’aria è molto intenso... sembra quasi impossibile a 8 km., in linea d’aria, dal mare.
Dentro il locale è molto bello: enorme caminone centrale, rivestimento di legno ai muri tipo rifugio, pareti sopra il legno ricoperte da teste di cinghiale, cervo e capriolo, cinghiali e uccelli vari imbalsamati, foto, quadri. Il soffitto è ricoperto in modo originale da sacchi di canapa (o iuta?), che contenevano, dalle scritte, caffè proveniente dalla Costa D’Avorio.
Molto belli, e puliti, i bagni.
Nonostante la fornitissima carta dei vini, ci facciamo attirare da un quartino di Chianti sfuso di Montespertoli, e da una birra artigianale di castagne (bottiglia da 33 cl.). Quindi una S.Pellegrino grande gasata e, sul tavolo, un cestino con alcune fette di pane toscano senza sale.
Non brillante l’idea del Chianti sfuso... è buono, scivola via, ma non è niente di particolare.
Buonissima, invece, e particolare, la birra fatta con le castagne carraresi di Sassetta, dell’azienda agricola della signora che gestisce il ristorante: birra artigianale non filtrata e non pastorizzata, fatta con malto d’orzo, luppolo e castagne, appunto, da sette gradi e mezzo.
Ordiniamo un antipasto “del Castagno”, da dividerci in due mentre aspettiamo i primi. Salumi di loro produzione, ottimi: salame a grana grossa, alcune fette di coppa, due fette di soppressata (nel veronese si chiama testina, sono varie parti di maiale macinate grosse), una specie di prosciutto crudo tagliato grosso in due fette, carciofini e pomodori verdi messi sott’olio da loro (squisiti), un crostino toscano caldo (con i fegatini... buonissimo), un crostino caldo con i funghi che ho lasciato a mia moglie.
I primi: zuppa di funghi per la Marta e ricciole di castagne al sugo di cinghiale per me.
La zuppa di funghi, a sentire mia moglie era strepitosa, abbondante, con pezzettoni di porcini e altri funghi, con pane tostato dentro la zuppa, leggermente piccante.
Le mie ricciole (fatte con farina di castagne) erano buone, anche se non esattamente al dente (ma ho idea, non so se a ragione, che questo sia dovuto anche al tipo di farina), sughino buono, non fantasmagorico, quantità molto abbondante, a occhio più di un etto e mezzo.
Rinuncio al colombaccio, che avevo puntato per il secondo, perché sono quasi pieno, e ci facciamo portare un piatto di carciofi fritti, deliziosi, otto spicchi che ci siamo divisi, assieme a quattro fondi di carciofo, ugualmente impanati e fritti. Bell’olio, fatti al momento.
Le castagne al rum (che non avevo mai mangiato prima) e le ciliegie sottospirito, annegate nel vin santo, ci attirano non poco e dunque, nonostante il livello superiore già raggiunto, ce le facciamo portare ugualmente. Ottimo dessert.
Servizio cordiale e nei tempi giusti. Pensiamo bene di portarci via due bottiglie di birra alle castagne, da far assaggiare al nostro bimbo, e ci facciamo portare il conto che è di 47 euro per il pranzo (oltre a 9 euro per le due bottiglie di birra).
Trattoria tipica toscana, ruspante, con molte particolarità apprezzabili, gran bel posto.
Consigliatissimo!!
[joy]
01/05/2012
Ma la zuppa di funghi, non che non mi fida di tua moglie, per definirla strepitosa, non l'hai assaggiata????