Subito mi par d'essere svegliato da una leggera vibrazione di vetri.
Mi ritrovo con il cervello un po' in ansia, perché tutte le volte che sono stato svegliato di soprassalto di notte è stato per cose molto tristi.
Quindi comincia a ballarmi il letto.
Un attimo dopo sento il tintinnio dei piatti in cucina e l’intera casa che sembra “strappare” violentemente di qua e di là e cigolare, allora comincio a realizzare, mi alzo dal letto, immobile ad ascoltare... ma sarebbe stato troppo tardi... c’è solo il tempo di sentire un boato, tutte le volte che l’epicentro era proprio sotto di noi. E poi stop. Se non cercare di dormire con le antenne dritte, nell’attesa di non si sa chè...
... perché non ci si può far niente... nemmeno dormire in macchina, forma precauzionale che ho già sperimentato in occasione del terremoto del Friuli, e che risulta istintiva e naturale, ma poi basta... perché non si può dormire perennemente in istrada e una scossa più distruttiva può arrivare dopo un'ora, o dopo un mese, o un anno, o vent’anni, quando meno te l’aspetti.
O può anche non arrivare mai (sperèmo).
Per esorcizzare queste paure, nonostante sia riuscito a fare l’unica cosa ragionevolmente possibile (purtroppo non possibile per tutti), cioè una casa con fondazioni e struttura antisismiche, e sempre con il timore di essere smentito, decidiamo di anticipare il decorso degli eventi “eventuali”, almeno per finire contenti questa nostra breve apparizione sul pianeta terra, e andiamo a fare un giro sul Lago.
Anzi non proprio sul Lago, ma sulla collina sopra Bardolino: andiamo nella conca che lo separa da Cavaion, in mezzo a vigneti ed olivi, a fare una passeggiata e a rilassarci.
Sì, perché sta storia comincia veramente a stressare. Qui, è da quest’autunno che si trema, e allora durò un mese, con epicentro sotto il Baldo. Poi quest’inverno, e per quasi un altro mese, con epicentro sotto la Valpolicella. Adesso quest’altra botta, che abbiamo sentito un po’ meno rispetto al modenese e al ferrarese, ma l'abbiamo comunque sentita non poco.
E siamo fortunati, perché c’è chi sta peggio.
La nostra passeggiatina è breve, giusta giusta per arrivare davanti al ristorante alle 12,30. E’ in una casetta anni 80, isolata, costruita in mezzo ai campi, vicina all’omonima azienda agricola e all’agriturismo.
Location esterna splendida per chi ama la natura, anche se la natura ultimamente ci sembra un po’ matrigna... infatti comincia a piovigginare mentre entriamo (ci ha risparmiato solo la mattinata della domenica, come da previsione peraltro).
L’interno del locale non è nulla di particolare, semplice, sul rustico moderno, non particolarmente affascinante.
Veniamo fortunatamente messi in una veranda chiusa, dove si sente un po’ meno (ma si sente) il rimbombo di due enormi tavolate, ciascuna da venticinque persone circa, nella sala interna.
Ho visto il soffitto in pannelli di sughero, segno che il gestore si è accorto del problema, ma forse il sughero dovrebbe essere anche disposto in modo irregolare, per spezzare le onde acustiche, non così, tutto liscio.
Siamo in tre, abbiamo recuperato l'Elisa, che abita in centro storico a Verona, al quarto piano, e ha avuto paura, perchè la casa, alta e vecchia, non di cemento, ha ondeggiato e scricchiolato parecchio.
Ordino una minerale gasata e una bottiglia di Custoza Classico Albino Piona, che già conoscevo: eccellente, come sempre. Profumato e salinato il giusto, leggerissimamente mosso. Ottimo, cominciamo bene.
Io e l'Elisa prendiamo l'antipasto. Per me quello “del Lago”, con trota in carpione, luccio in carpione e lavarello affumicato, assieme a polentina molla e ad un rettangolo di polenta alla griglia. Per l'Elisa sfogliatina di verdure, non ho capito bene fatte come (ero troppo intento a togliere le lische dal mio piatto)... che lei giudica - parole sue - mmm... insomma... buonine, ma niente di speciale.
La Marta ha passato la seconda parte della notte in bianco e non sembra molto ben disposta: assaggia la mia trota, carpionata con uvetta passa e pinoli, e la giudica un po' troppo secca. Io ho mangiato di meglio, ma il piatto non è neanche malaccio.
Per essere un antipasto, il mio piatto era parecchio abbondante.
Di primo, io e la Marta prendiamo ravioli al timo con ripieno di Lago (pesce di lago macinato), mentre l'Elisa si fa portare tagliatelle al tartufo del Baldo.
I ravioli, circondati da pomodorini cirietti tagliati a spicchietti, non sono neanche questi un granchè. Pur fatti in casa, con pasta all'uovo, hanno le giunture troppo dure, ed il pesce a contatto con l'uovo lascia a tratti sentire un po' di odore di “freschìn” (non saprei proprio come tradurlo in italiano), così dice mia moglie. Nemmeno l'Elisa è particolarmente soddisfatta delle tagliatelle, nulla di cattivo, ma nulla di particolarmente esaltante. Diciamo una cucina di tipo nazional-popolare, ma non di qualità. Quantità giuste dei primi.
Arriva anche un piattino di verdure grigliate (melanzane e zucchine), e nemmeno queste sono da segnalare, anzi, sono un po' scarsine.
Non lo so... forse sarà stata la nostra cattiva predisposizione... la giornata precedente passata con la preoccupazione di un ritorno alle stragi... la notte da incubo per il terremoto... le notizie dei morti purtroppo... uno strascico di pensieri... un sentimento di disagio... fattostà che la valutazione del cibo non raggiunge i tre cappelli, cioè non raggiunge la sufficienza piena. Il vino alza la media, nell'incertezza tra i due e i tre.
Il servizio è stato gentile e veloce, ma piuttosto freddo e disinformato (non sapevano cosa conteneva il ripieno dei ravioli... hanno sbagliato la definizione del tipo di pesce presente dell'antipasto... errori veniali, ma che mostrano una preparazione approssimativa).
Abbiamo pagato 73 euro in tre, giusto per me e mia figlia, un po' caro in proporzione per quello che ha pagato mia moglie... e non abbiamo mangiato i dolci, perchè non ci ispirava in modo particolare il loro elenco.
Consigliato? No... direi di no.
In questo caso le recensioni lette in giro avevano valutazioni eccessive a mio giudizio.
Mia moglie, che pensava di esserci già stata con esito positivo in passato, lo aveva confuso con un altro.
Consigliato!
[joy]
21/05/2012
Peccato.
E' da un pò di tempo che non faccio un saltino al lago, l'ultima volta sono scappato via per la pioggia, solo se aspetto un altro pò c'è la ressa e non mi garba, ovvia