Anghiari è uno di quei paesi magici che puoi trovare solo in Toscana. Fa parte dell'ANCI, l'associazione che raccoglie i borghi più belli d'Italia, ed è tutto disposto in stradine strette, case in pietra e mattoni addossate l'una all'altra. Nelle finestre, nei portali puoi trovare fregi, scritte, segni e testimonianze di un importante passato. Perchè Anghiari ha un posto di rilievo nella storia, per la battaglia vinta dai Fiorentini sui Milanesi nel 1440, immortalata da uno sfortunatissimo affresco di Leonardo da Vinci di cui oggi conserviamo solo i cartoni.
Ad Anghiari si possono visitare diverse chiese e musei che mettono in mostra soprattutto opere scultoree della scuola toscana (Jacopo della Quercia, i Della Robbia, Santi Buglioni).
Ad Anghiari ci si può fermare anche per dedicarsi ai piaceri della buona cucina : carni e selvaggina fanno parte del menù dei vari ristoranti in zona, non moltissimi, ma tutti di livello.
Con Angela scegliamo di provare la Cantina del Granduca, un locale piccolo ma grazioso, un'antica cantina con travi in legno al soffitto, colori pastello alle pareti, pavimento in cotto.
Tovagliato di carta (e vabbè, pazienza), oste molto veloce e simpatico. Ci accomodiamo in un tavolo e siamo incantati da un quadro che riproduce la copia fatta da Rubens del cartone di Leonardo : due cavalieri che si scontrano in battaglia, una scena di rara potenza, sembra di sentire il cozzo delle armi, uno dei due guerrieri che è tutt'uno col suo cavallo, tanto da sembrare un centauro. Peccato non poter vedere l'affresco originale.
Ma non c'è tempo per soffermarsi troppo sul quadro, l'oste ci richiama alla realtà partendo con la lista dei piatti.
Decidiamo per una bruschetta mista toscana,talmente abbondante che ce la siamo comodamente spartita in due. Cinque tipi differenti di bruschette, tutte veramente ottime, composte da
- pomodoro e basilico
- fegatini
- formaggio Roquefort
- lardo di Colonnata
- aglio e olio
A seguire due belle fiorentine da 500 grammi l'una, non di Chianina ("qui la Chianina non la serviamo, non siamo in Val di Chiana, ma in Valtiberina" - si premura a precisare l'oste, ma altrattanto buone. Carne tenera, gustosa, spolpata con cura fino all'osso. Interessante, come dettaglio, il grattugiapepe di ultima generazione : di forma canonica, allungata,premi un pulsante ed inizia a grattugiare e mentre scende il pepe una luce alla base illumina il piatto, meraviglie della tecnologia!.
Come vino abbiamo scelto un buon Chardonnay&Pinot grigio IGT 2011 di Banfi le Rime.
Terminiamo con due caffè.
Alla fine, su nostra richiesta, il gestore ci lascia un sacchetto con le ossa delle due fiorentine, per fare una sorpresa a Klemmer, il nostro magnifico pastore tedesco.
Il posto merita una visita, la qualità dei piatti è buona, come anche il rapporto Q/P. Certo che se non ci fossero tovaglie e tovaglioli di carta sarebbe il massimo...
Consigliatissimo!!
[gi]
28/08/2012