Sulla via delle Abbazie della birra trappista – 4
Saliamo ancora verso nord, verso l’Abbazia di Maredsous.
L’incontro di passaggio con la musica a Dinant (la città dov’è stato inventato il sax) è solo visivo, per via di un ponte sulla Meuse costellato di mega-sassofoni.
Dinant non è granchè, ha colmato di case una di quelle vallette scoscese che scendono verso un fiume, con spacchi di rocce altissime. Lì, sotto le rocce, hanno costruito la loro chiesa... molto particolare la scenografia, con le rocce a far come da sfondo ad un palco di teatro.
La cosa più interessante, se escludiamo un mercatino dell’antiquariato a Houx (paesino carino, sempre grigino, lì vicino e mercatino ancora più carino) è data da questo supermercato di periferia... perché, altro non è che un supermercato... ma scopriamo che è ricolmo di birra, a prezzi molto bassi.
La Maredsous è birra d’Abbazia.
E’ la Duvel che fa le birre Maredsous, attraverso una convenzione con l’Abbazia, che gli ha venduto licenza e ricette.
La sua brasserie ne produce tre tipi diversi e lì ci sono tutti e tre.
La Bionda da 6 gradi, la Bruna da 8 gradi e la Triple che di gradi ne fa 10.
La prima, in confezione da quattro bottiglie, costa 3,79 euro, la seconda 3,99 euro la terza 4,59.
Al supermercato, in Belgio, vige una bella regola: il vuoto di vetro viene fatto pagare 10 centesimi alla bottiglia (oltre al prezzo della birra), che vengono poi restituiti alla restituzione del vuoto.
Non sapendo cosa ci riservi la visita dell’Abbazia, intanto le comperiamo, che poi a farle fuori si fa sempre in tempo (e facciamo bene...).
Le ho assaggiate (i giorni successivi) tutte e tre.
La migliore per me è forse la Bruna da 10 gradi: “Bel colore marrone scuro, con riflessi rubino; la schiuma, beige chiara, è fine, compatta, cremosa e molto persistente. Ha davvero un bel naso ricco (? niente in confronto al mio) e complesso, con frutta sotto spirito e secca (datteri, prugne), liquerizia, alcool ed una delicata speziatura generata dai lieviti utilizzati. Corpo da medio a pieno. In bocca risaltano i malti tostati, il caramello e la frutta sotto spirito (ciliegie, prugne). Ha un bel finale secco, che vira leggermente verso l’amaro con note erbacce, di tostatura e di nuovo di frutta secca.”
Le diciture non sono molto diverse da quelle di certi assaggiatori di vini... comunque la birra non è, secondo me, tra le migliori d’Abbazia, non è bella densa, piena, i gusti si sentono poco, mi sembra una birra più industriale.
Faccio presente che io l’ho assaggiata la prima volta quando ancora non sapevo che era realizzata dalla Duvel.
Già che ci siamo, vedo anche una confezione di Chimay Tripel, birra etichetta gialla, da 8 gradi, che in Italia non avevo mai visto. Prelevata anche quella, costa 4,05 euro, sempre più i 40 centesimi del vuoto delle 4 bottiglie.
Non so perché la chiamano Tripel, che dovrebbe voler dire la birra più forte, quando la Chimay Blu fa 9 gradi... Comunque è ottima.
E già che ci siamo vedo ancora Rochefort eeee... ma sì va là... ... ne prendo altre tre, a 1,30 euro l’una, più il vuoto. Questa è proprio la migliore di tutte per me.
Totale 22,22 euro.
Informazione utile per chi desidera avventurarsi da quelle parti: in buona sostanza, riguardo le trappiste, le Rochefort e le Chimay, cui aggiungeremo nei giorni successivi anche le Achel e le Westmalle, è decisamente meglio comperarle al supermercato. Nella Wallonia (Belgio del Sud, di lingua francese) al Carrefour si è sicuri di trovarle e di trovarle ad un prezzo molto onesto.
L’Orval e la Westvleteren bisogna invece assolutamente riuscire ad andare in Abbazia, con la Orval molto a buon mercato anche in Abbazia. Della Westvleteren parlerò più avanti.
In questo caso, più che il 4 cappelli, per questo supermercato è da prendere per buona la dicitura “consigliatissimo” per comperare le birre.
Consigliatissimo!!
[Silli]
02/09/2012