Che bella Verona di notte, con le luminarie artistiche e il freddo pungente che ti attanaglia il naso, che nemmeno il profumo caldo ed avvolgente dei bomboloni riesce a sciogliere. Poi, a rendere la cosa più piacevole e ad elettrizzare il falchèto, ci si mette anche la corista della nostra nidiata, che ci invita ad un appuntamento sotto la bianca stella di Natale, che ad ogni inverno, da trent’anni a questa parte, viene allestita e sbuca fuori dall’Arena, con un arco alto una settantina di metri, per atterrare in Piazza Brà.
L’osteria è in corso S.Anastasia, in centrissimo, tra la cattedrale e Piazza Erbe, ed è un locale semplice, con tre sale non tanto grandi, su tre livelli diversi collegati da due scalette, muri giallo paglierino e tanta gente giovane. Finiamo lì, perché il coro di mia figlia Elisa si esibisce prima sotto la stella, poi in via Mazzini, il passeggio principale di Verona, quindi nel cortile Mercato Vecchio, dove ci sono i mercatini, sotto la Scala della Ragione, dove un portale gotico taglia a metà una trifora di epoca precedente, con uno stridore che molti non sentono, abituati all’antico “sempre bello”. E la Scala della Ragione è a un tiro di schioppo da Piazza Erbe e da corso S.Anastasia.
C’è un menu “veronese”, che ha cinque sei primi ed altrettanti secondi, per 17 euro, bevande escluse, centrato molto sulla carne di cavallo e di asino, credo per via della presenza di una rinomata macelleria di carne equina lì vicino alla cattedrale. Poi un altro menu, chiamiamolo “non veronese”, sempre a 17 euro, prezzo fisso, con altri piatti. Scegliamo il “veronese” e, di primo, entrambi ci facciamo portare bigoli co la sardèla. Di secondo la Marta ordina una tartare di cavallo, io… non riesco… non riesco più… Nel mio lento, lentissimo, trasbordare verso un’alimentazione non animale, non riesco più a mangiare carne di cavallo o di asino.
Sotto la stella, negli arcovoli dell’Arena, adesso c’è la mostra dei presepi. Mia zia Anna, che se ne è andata poco tempo fa a 97 anni, quando ero piccolo, ogni anno mi portava, rigorosamente a piedi, in giro per tutte le chiese di Verona a vedere i presepi. Mi torna in mente sta cosa, mentre ascolto l’Elisa che, con i suoi amici, canta “Tu scendi dalle stelle” e mi rimbalza l’immagine dell’asinello. Prima o poi, forse anche quella del bue… chissà… e tutti gli altri animali…
Bogoni. polenta e bogoni ordino io, stasera va così. Da bere, per me un calice di Valpolicella Ripasso Sartori, per la moglie un calice di soave non identificato, per entrambi una bottiglia di S.Pellegrino frizzante. Il mio calice è ottimo, profumatissimo. Sartori, già presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, raccoglie uve anche di contadini della mia collina, quasi come una cantina sociale. Il Soave della Marta risulta invece poco significativo, un po’ scialbo seppur bevibile, cantina non indicata, ma io l’avevo avvisata. In tavola un cestino di pane normale, due mantovanine, un panino all’ olio.
Bellissima l’idea di mettersi a cantare in piazza e per le strade di Verona, vicino a srilankesi che lanciano con l'elastico paracadutini viola per aria nel cielo nero, invitandoti a comprarli, e alle statue umane, che vidi per la prima volta a Parigi e a Londra una quindicina di anni fa. Vicino all'ala dell'Arena c’era un’improbabile statua bianca della libertà, con annesso piattino per i soldi sotto, raggiunta poco dopo da una “mummia” coperta d’oro, tanto per restare in tema di mummie… I nostri coristi, in cambio della loro performance, vogliono invece solo un pensiero, scritto su un quadernone posto su un leggìo davanti a loro… una sorta di condivisione… mi è piaciuto.
I bigoli erano due piattoni abbondanti con un sugo molto buono, a base d’acciughe, uvetta passa e pinoli. La pasta era industriale e precotta (è arrivata in cinque minuti), ma era precotta bene, perfetta di cottura. I miei bogoni buoni, senza eccellere, cucinati con un bel po’ di pomodoro. Per la cronaca ne ho trovato uno di plastificato, non so come e perché. Polentina molla, normale. La tartare era molto buona anche quella, a detta di mia moglie, seppur non tagliata a coltello, senza però un minimo di verdurine, nemmeno come guarnizione.
Servizio veloce, attento e… privo di sorrisi. Bagni belli e puliti. Il giudizio complessivo sarebbe da tre e mezzo, ma lo arrotondo a quattro per un conto onestissimo di 43 euro (non fanno pagare il coperto, anche se l’ acqua costa 3 euro e i calici pure… ma siamo in pieno centro storico di Verona…) e poi perché è Natale
Tanti auguri a tutti
Consigliatissimo!!
[Reginalulu]
24/12/2012