L’ingresso è un po’ infelice, dalla stradina principale, quasi senza marciapiede e sempre trafficata, del centro di caprino. Da lì si entra in quindici metri di sottoportico che sfocia un cortiletto interno, e quindi si apre la porta del locale, rustico, e carino. Spicca un bel caminone rivestito di rame, forse per coprire magagne antiche alle spalle e all’architrave.
Il gestore ci accoglie molto molto seriamente. L’impatto non ci appare facilissimo, ma pian piano ci si scioglie. La cameriera, presumiamo la figlia del gestore, ci porta subito due flutes di un prosecchino discreto e, assieme, il menu, dove possiamo scegliere, a nostro piacimento, tutte le portate ad un prezzo fissato dal coupon di 20 euro a testa. Come al solito notiamo che Groupon esagera nel sottolineare il risparmio: 40 euro in due, invece di 120. Non è proprio così. Però un certo risparmio c’è stato perché il menu di Pasqua, seppur più abbondante ancora, vediamo che è esposto a 38 euro a testa.
Gli antipasti arrivano nel giro di sette otto minuti: luccio del Garda aromatizzato in olio d'oliva e polenta, petto d'oca affumicato su molesini e funghi di muschio. In tavola viene portato un cestino di vimini con delle normali mantovanine. Ottimo il petto d’oca, l’ho assaggiato anch’io, mentre i funghi, a detta di mia moglie, sembravano quasi sottaceto prelevati dal barattolo, niente di particolarmente invitante. La polenta del mio luccio mi pareva “taragna” o simile, perché si notava il grano saraceno, ed era molto buona, guarnita con cubetti di pomodoro fresco, in una bella composizione con al centro il luccio. Porzione notevole per un antipasto. Il luccio, mescolato a Capperi, non riesce ad avere un gusto spiccato, ma non è affatto male.
Il pranzo non trova vie esofagee troppo larghe, per via degli esiti pesanti di una discussione amministrativa la sera prima e per via di un giornalismo prezzolato, che incide con interpretazioni sballate e non accetta osservazioni, anzi… le osservazioni determinano successivi articoli stizziti e niente di concreto per cambiare. Non è una novità, anche in tanti altri campi. Sono rarissimi i casi di persone abituate a subire osservazioni senza risentirsene e a tenerne conto nel concreto.
E non esce dalla questione la conversazione tra me e mia moglie. Così, complici anche porzioni che oserei definire “disumane” nella loro abbondanza, avanzo un po’ di roba, e sarà così per tutti i piatti, escluso un dessert favoloso, che un po’ riuscirà a rasserenarmi l’animo.
Arriva un litro di acqua sfusa in caraffa, resa frizzante. Assieme, ci facciamo portare un quartino di valpolicella classico della Cantina Sociale di S.Pietro in Cariano, dove ogni tanto vado a rifornirmi anch’io. Buono, leggermente profumato, da pasto.
Dopo un’attesa “giusta” per la cottura, arrivano i primi: bigoli grezzi alla sardella del lago, tortelloni all' amarone con gocce d'erbetta di campo. pasta cotta al momento e si sente, bigoli ottimi, saporiti, cucinati perfettamente e ben conditi. Tortelloni arancio, fatti con l’amarone nella pasta, credo, però il ripieno era poco saporito; più belli, che da ricordare per la loro bontà. Riusciamo ad avanzare anche qui per via delle dimensioni notevoli dei piatti.
Di secondo scegliamo una scottata di manzo marinata ai sali con salsa di mele leggermente piccante e un filettino di maialino all'amarone. Bisteccona strepitosa, cotta alla perfezione, tenera, e ottimo anche il gusto. Non allo stesso livello la salsa di mele, che, come altre cose, sembra una buona idea, ma poi manca di piglio. Tenerissimo come il burro il maialino, e gustoso anche il pocetto fatto con l’amarone ristretto, a parte i punti dove la carne era un po’ troppo nervosa… devo dire “per fortuna”… perché erano quattro pezzoni molto grossi e dunque sono riuscito ad avanzarne una parte, ma quella mangiata era ottima e in giusta quantità. Di contorno arrivano due grossi ovali, uno con patate saltate molto buone e l’altro con broccoli, carotine, coste e fagiolini lessati, di cui abbiamo mangiato solo una minima parte per non scoppiare.
Chiedo al gestore, che ogni tanto passa per i tavoli, se può portarmi una porzione ridotta del mio semifreddo all'amaretto con salsa ai mirtilli, perché se tanto mi dà tanto… Richiesta accolta: arrivano “solo” due tronchetti di semifreddo ricoperti da mirtilli, lamponi, more e ribes caldi, un dessert veramente eccellente che mi sono pappato tutto anche se ero al limite. Anche il cannolo siciliano della Marta è molto buono (l’ho assaggiato), con ricotta tiepida all’interno.
Abbiamo mangiato parecchio, un pranzo nel complesso buono e in qualche caso anche di più, in un locale da segnalare per questa tipologia, soprattutto per un prezzo veramente competitivo in rapporto alla qualità. Il prezzo va oltre il coupon, perché di norma a pranzo, con 12 euro, c’è primo, secondo e dessert (con tre scelte dal menu), acqua e vino.
Io dovevo recuperare il chilo perso nella partita, ma mia moglie no… così, faccio gli straordinari e l’accompagno nella passeggiata digestiva sul sentiero della nostra via crucis, vicino a casa, a raccogliere la prima viola di questo marzo.
Consigliatissimo!!
[d.d.]
12/03/2013