Eravamo partiti poco fiduciosi di trovare un tempo “passabile” ed effettivamente non è piovuto, anche se avremmo potuto godere di un miglior panorama dalla vetta del Boccaor dove siamo saliti tramite il sentiero attrezzato Sass Brusai.
Ci accorgiamo, come capita di sovente, che l’ora di pranzo e scoccata da un pezzo e che ritorneremo alle auto non prima delle due, speriamo che il ristorante abbia ancora la cucina aperta.
Mi fiondo all’interno con l’imbrago indossato ed il caschetto in mano per chiedere se qualcosa da mangiare ce lo danno ancora e, come risposta ottengo un “un piato fredo o un piato de pasta ve lo femo” che suona come un “SI”, per cui rapido cambio d’abito ed entriamo accomodandoci ad un tavolo libero (tutti i tavoli a quell’ora erano liberi).
Anticipo che berremo una discreta birra chiara alla spina (quattro medie ed una piccola) ed una bottiglia di acqua frizzante.
Per quel che riguarda i secondi, le braci sono spente, ma ci viene proposto un antipasto ed un piatto di tagliatelle al ragù di capriolo che senza nemmeno pensarci un minuto, avalliamo!
Il tovagliato è di stoffa, l’ambiente è una via di mezzo fra il rustico e l’elegante, pane e grissini sono sul tavolo, ad occhio può contenere, nelle due sale, un 150 persone.
Torniamo all’antipasto:
ad ognuno, in porzione singola, viene portato un piatto contenente due fette di pancetta steccata, ben stagionata, delicata, ottima; due fette di soppressa veneta che starebbe meglio con una fetta di polenta; uno spicchio di morlacco fresco veramente appetitoso ed una fetta di polenta con funghi chiodini trifolati, una delizia.
Superlative le tagliatelle, una sfoglia spessa, cotta al dente, sicuramente artigianale, condite con un ottimo ragù di capriolo in bianco dove si sentono le spezie che ricoprono il gusto del selvatico.
Per un attimo ci guardiamo fra noi se sia il caso di ordinarne ancora, ma è solo un istante e si decide per un dolce a testa: una panna cotta al caffè, che assaggio nel piatto altrui e che reputo la miglior scelta, e tre torte ricotta e limone, sicuramente buona, sicuramente fresca, sicuramente morbidissima ma, col senno di poi, la panna cotta sarebbe stata più gradita.
Terminiamo con tre caffè.
Il conto è più che onesto e si attesta sui venti euro a testa, il servizio è stato rapido, simpatico, disponibile, il giudizio complessivo non può che essere da quattro cappelli.
Per il futuro abbiamo già adocchiato la “Ferrata Guzzella”, che porta alla cima del Monte grappa, se il ristorante sarà aperto, bisseremo l’esperienza.
Consigliatissimo!!
[joy]
31/08/2014