La destinazione principale per la giornata è già stata stabilita: si va alla Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (PR) per visitare la mostra su Fortunato Depero, geniale quanto eclettico artista trentino, esponente del futurismo che interpreta a proprio modo, con opere che vanno dalla pittura, alla scultura, all’arredamento, ai costumi teatrali, alla pubblicità.
Quando avete un attimo, provate a digitare su Google immagini: Depero pubblicità e, se già non conoscete l’artista, sicuramente ne riconoscerete la produzione.
Bene, trovato il movente culturale per la trasferta occorre trovare una destinazione per il pranzo e, su imbeccata dei nostri amici di Reggio – con i quali trascorreremo la giornata – prenotiamo all’ Osteria degli Argini di Mamiano.
Partiamo quindi da Modena, passiamo a recuperare Fabrizio e Annalisa e ci dirigiamo verso la nostra prima meta che raggiungiamo alle 11 circa.
Tralascio di descrivere l’interessantissima mostra in quanto:
1) Vi auguro di avere la possibilità di visitarla di persona
2) Mi sono già dilungato anche troppo su argomenti che non attengono alla recensione vera e propria.
Arriviamo all’Osteria degli Argini alle 13.30 circa e subito ci viene chiesto se preferiamo pranzare in una sala con aria condizionata o senza: la risposta unanime è “senza” in quanto non ci siamo ancora ripresi dalla temperatura gelida della mostra (dove, invece, l’aria condizionata andava “a canna”).
La scelta si rivelerà quanto mai felice visto che troviamo posto in una piccola saletta con le pareti in sasso, arredata in modo rustico ma elegante
Minimale invece la mise en place, con tovagliette bianche di carta (con il logo dell’ Osteria degli Argini), tovaglioli di tessuto non tessuto, posateria in inox, bicchiere da acqua e calice da vino (che verrà portato dopo l’ordinazione del medesimo).
Ci vengono portati i menu dai quali scegliamo 4 antipasti, quattro primi e 4 secondi (niente dessert, volevamo stare leggeri…..). In dettaglio:
Antipasti
- due millefoglie di pasta brisee con prosciutto di parma 30 mesi e fichi caramellati al lambrusco, per gli uomini. Favoloso l’abbinamento tra gli ingredienti
- due porzioni di ricotta al forno con marmellata di cipolle, per le signore
Primi
- una porzione di tagliatelle col soffritto (fatto con cipolle dorate, lungamente stufate con olio e triplo concentrato di pomodoro), ovviamente per il sottoscritto, saporite ma leggere.
- una porzione di maltagliati gorgonzola e radicchio rosso per il mio socio,
- due porzioni di maltagliati di grano saraceno con asparagi e prosciutto per le signore.
Secondi
- due Fagottini di prosciutto (tomino farcito di pere e miele avvolto nel prosciutto 30 mesi e servito su una fetta di pane tostato) per Fabrizio e mia moglie. Piatto graditissimo che la chef, a fine pasto, ci riferisce di non poter togliere dal menù in quanto richiestissimo,
- una Pagoda di verdure (piatto scenografico nella presentazione che richiamava in effetti una pagoda orientale, composto da strati di pasta brisee, alternati a strati di verdure probabilmente saltati in padella) per Annalisa
- una tagliata di angus al sangue per me, tenerissima e abbondante.
Tutti i piatti si sono rivelati ottimi e presentati con la massima cura: se volete avere un’idea di quel che sto dicendo basta cliccare QUI
Inoltre – in qualità di appassionato di coltelli – non ho potuto fare a meno di esultare quando con la tagliata mi è stato portato un affilatissimo coltello di acciaio inox forgiato (non stampato) e a filo liscio (cioè non seghettato): quindi non ho dovuto nemmeno sporcare il mio “personal knife”…..
Il lauto pranzo è stato innaffiato da 2 bottiglie di acqua frizzante e da altrettante di lambrusco Otello, leggermente abboccato, che secondo me si abbina perfettamente ai piatti della cucina parmense e risulta molto gradito anche alle signore.
Per concludere
2 caffè
2 nocini (bottiglia lasciata a disposizione sul tavolo)
Totale 189 euro (47.25 a testa che ritengo adeguati dal punto di vista quali-quantitativo delle portate).
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La recensione può considerarsi tecnicamente conclusa ma integro con alcune considerazioni la cui lettura è opzionale.
L’ Osteria degli Argini è un ristorante a rigorosa conduzione famigliare: madre e figlia sono le cuoche mentre il padre e il figlio maschio si occupano della sala.Persone estremamente affabili, abbiamo avuto modo di parlare con tutti loro, traendo la certezza dell’impegno riposto nella loro attività e l’attenzione per il cliente.
Dopo pranzo siamo tornati a passeggiare un po’ nel magnifico parco della Fondazione Magnani Rocca per agevolare la digestione prima di riprendere la via di casa.
Imperdibile!!!
[Gerry]
31/05/2017