Per chi come me è cresciuto sulle rive del Tirreno, con lo sguardo che ha come unico limite l'impercettibile linea che separa il diverso azzurro del cielo e del mare, il paesaggio che ci ha accompagnato sino a Badia di Moscheta, ricco di boschi, gole e stradine che si arrampicano lungo i fianchi dell'alto Mugello, ha il fascino del mistero.
Ogni curva sembra dover finalmente svelare agli occhi ciò che il declivio nasconde, per scoprire invece altre montagne, altri boschi, con piccoli sentieri che partono dal bordo della strada, e che in breve spariscono allo sguardo soffocati dal verde. Il viaggio è durato circa un'ora e trenta minuti, ed è stato allietato, oltre che dal paesaggio, da un fitto scambio di idee ed esperienze di vita con il simpatico e vulcanico Corpicino.
Al termine del tragitto, confortati dalla splendida compagnia dei fantastici amici di GustaModena, siamo stati accolti da un antico borgo ben ristrutturato. La Badia di Moscheta, fondata dai monaci poco dopo il mille, non ospita solo un eccellente ristorante, ma è in grado di proporre al turista anche stanze per soggiorni a prezzi decisamente competitivi, piste per trekking e maneggio. A rendere ancora più gradevole l'insieme, un bel ruscello limpido scorre nel centro del piccolo agglomerato di case, contornato da piccole panchine in legno, pronte ad accogliere chi ama meditare lungo le sue rive: la natura la fa da padrone, e tutto è pace e relax.
Il tempo è incerto, ma mai veramente inclemente, e alla fine anche qualche raggio di sole si è fatto strada tra le nuvole. I 600 metri di altitudine si fanno sentire sotto forma di un'arietta piuttosto tagliente, che mette a dura prova anche Kava formato Superman, il cui fisico snello, che cercava riparo dal freddo nella giovane età, contrasta con il mio giaccone da campagna siberiana. Dopo un primo tentativo di sfida, anche il grande gi è costretto ad arrendersi, recuperando in macchina un bel giaccone caldo.
Tutto concilia la fame: il viaggio, il freddo e la compagnia. L'esordio è subito molto invitante: il giovane gestore del ristorante ci accompagna a visitare la cantina, che si affaccia sotto un porticato che da su un suggestivo cortile interno. La vista del luogo dal sapore antico dove riposano bottiglie concilia sempre più la fame e, dopo un bianco frizzante Frescobaldi, siamo finalmente a tavola. Veniamo serviti con gentilezza, sollecitudine e tipica simpatia toscana.
Tutto è squisito ed abbondante, e i primi con pasta rigorosamente fatta a mano. Elenco tutto brevemente:
antipasto misto di ottimi crostini
tagliatelle e tortelli di patate al ragù
tagliatelle ai funghi
Fiorentina a tagliata di manzo, entrambe con carne tenerissima
Contorni vari, di verdura pastellata e patate accompagnate da una deliziosa zuppettina di verdure e fagioli e carciofi
Buoni i dolci da forno, tutti fatti in casa, con una particolare menzione alla torta della nonna e alla torta con ricotta e crema.
Cantuccini e Vin Santo Frescobaldi per finire.
Eccellente rosso fermo toscano per tutti, e mi fermo qui per non ripetere ciò che è già stato descritto, il tutto a soli 35 euro a testa.
L'ambiente rustico fa da cornice alla premura e alla gentilezza dei commensali, impegnati a dare il meglio di se, non solo come mangiatori Alla fine tutti, anche la giovane e gentile Agata nuova della compagnia, sembrano conoscersi da sempre, e io vorrei tanto che questo magico mix di buona cucina e sereno dialogare durasse ancora ma purtroppo, come tante altre cose belle della vita, non ci è concesso…
Alla fine siamo tutti molto soddisfatti e passeggiamo brevemente nei dintorni, ad ammirare la natura e i cavalli, che si lasciano docilmente accarezzare. Nel viaggio di ritorno il tempo vola, e l'animo è leggero… e anche Mira, che porta via me e Corpicino volando in leggerezza e senza ebbrezza: privilegio degli astemi!
Sottolineo ancora una volta l'ottima organizzazione di Kava, che ha usato con tutti una grande premura, sempre attento che ogni cosa rispettasse le aspettative, che sono andate tutt'altro che deluse.
In fondo non c'è differenza tra l'orizzonte di Badia di Moscheta, col cielo trafitto dalle incursioni di vette e boschi, e il cielo del mar Tirreno, pacificato dalla dolce curvatura del pianeta, se ci affidiamo ad una squisita compagnia e all'orizzonte dei nostri sogni: senza dimenticare la “ciccia bona”
Imperdibile!!!
[Kava5150]
19/03/2008
Io tornerei là adesso a mangiare un tir di tortelli al sugo rustico