La cittadina di Caorle, in provincia di Venezia, offre molte opportunità di svago e di interesse storico e culturale. Io e mia moglie vi abbiamo trascorso alcuni giorni per visitare il caratteristico centro storico e la sua vasta laguna, paradiso della natura tanto amato da Ernest Hemingway, dove ancora oggi resiste un villaggio di pescatori con i suoi caratteristici “Casoni”.
Anche in questo caso la bella realtà ideata e costruita dal buon gi ci è stata d'aiuto, e non solo quella virtuale del sito internet, bensì quella che si è materializzata intorno ad essa, con appuntamenti ed iniziative che ci hanno permesso di conoscere tanti nuovi amici. Così ci siamo affidati al grande Bicio, partito dai quei luoghi prima di colonizzare la bassa modenese, per le giuste dritte su dove mangiare del buon pesce, e il risultato è stato eccellente.
Il “Ristorante Trattoria Il Faro” si presenta come una struttura bassa, molto grande, con un bel porticato esterno in legno e muratura, che dà su un parcheggio spazioso. Collocato sulla foce del fiume Livenza, gode di un bel panorama marino e fluviale che affascina e si sposa con lo sguardo così come l'acqua dolce incontra quella salata. Tutto predispone lo spirito e il palato in favore di una bella cena a base di pesce.
Il primo pensiero che viene in mente entrando è che non ci si può sbagliare: siamo in Veneto. Il fornitissimo bar all'ingresso del locale, con un originale bancone a forma di barca, è collocato in un ambiente abbastanza spazioso, sempre pieno di persone che chiacchierano con un bel bicchiere di vino in mano… ma non come in alcuni wine-bar, dove i clienti sono sempre impegnati ad inseguire la moda del momento, e se hai l'auto d'immagine e sei firmato, devi parcheggiare davanti all'ingresso così ti notano anche di più… Gente semplice d'una volta, invece, separata da un bicchiere ma unita dai problemi della vita, che emergono dai discorsi nonostante l'umano desidero di trascorrere qualche ora spensierata, continuando la simpatica tradizione “dell'ombra”.
La sala del ristorante è ampia, luminosa, e noto subito con piacere che la cucina è a vista. Un'ampia apertura nella parete, sormontata da un arredo a muro che dà l'idea di un camino, permette di vedere gli chef all'opera dietro un'ampia vetrata: una gran bella idea. I tavoli approfittano dallo spazio a disposizione, grandi e ben distanziati.
In bella esposizione, in una capiente scaffalatura a muro, innumerevoli bottiglie di ogni tipo, a far da promettente arredamento. Alle pareti l'arredo richiama alla mente quanto sia profonda e affascinante la cultura nata dal rapporto tra l'uomo e il mare. Tra gli oggetti esposti, un'ampia bacheca riporta una notevole quantità di bellissimi nodi marinari, che ho a lungo osservato per convincermi, senza successo, che in origine erano solo delle semplici cordicelle…
Commentiamo con soddisfazione l'ampia superficie del tavolo a noi riservato, che avrebbe potuto accogliere ben più di due persone. Comprendiamo subito, dando un'occhiata in giro ai grandi vassoi di portata, che lo scopo non è solo quello di far stare comodi i commensali
Proprio mentre osservavamo in giro, vediamo passare un carrello con sopra il branzino più grande che abbia mai visto: 4 kg! Una meraviglia lunga più di un metro… purtroppo destinata al tavolo vicino, occupato da turisti tedeschi, che abbiamo guardato in “pescecagnesco”.
Riusciamo però almeno a carpire, in anticipo su di loro, la descrizione del pesce, dal momento che il gentilissimo sig. Moro Sileno, proprietario del ristorante, colpito dai nostri sguardi interessati si è fermato per una sosta illustrativa “en passant” al nostro tavolo.
L'episodio ci anticipa le apprezzate usanze del locale: quando si ordina il personale porta direttamente al tavolo il pesce prima della sua cottura, per farne apprezzare la grandezza, l'aspetto e la freschezza. Sempre nel corso della serata, per esempio, abbiamo visto “transitare” tra i tavoli alcuni enormi astici vivi…
Il servizio si è rivelato nel suo complesso di elevata qualità , almeno secondo il nostro punto di vista e le nostre aspettative. Il cameriere che ci ha serviti, di nome Igli, è stato premuroso con giusta misura, attento ma informale, e ci ha messo completamente a nostro agio.
Aggiungo anche che vi è stata sempre massima attenzione da parte di tutti alla mia richiesta di non servire pietanze con pepe o peperoncino.
Un posto così meritava più di una visita, e così ci siamo presentati per due sere consecutive, ma solo perché la vacanza finiva! A beneficio di tutti e per sinteticità , elenco le portate che ci hanno servito nella prima occasione, senza distinguere tra me e mia moglie, visto che come al solito gli assaggi, specie da parte mia , si sono sprecati:
n° 2 porzioni di Capelunghe (anche conosciuti come cannolicchi), capesante e canestrelli alla griglia. Porzioni generose e gusto e profumi indimenticabili
n° 1 porzione di Spaghetti alla Busera, ricchi di vongole, cozze, scampi e canocchie, in un delizioso sughetto al pomodoro.
n° 1 grigliata mista, con pesci portati al tavolo prima della cottura e scelti direttamente da noi, composta da dentice, branzino, seppia, scampi e gamberoni.
n° 1 grigliata di 10 seppie di media grandezza, squisite, tenere e croccanti in giusto equilibrio di cottura. Ai mei sinceri apprezzamenti, il cameriere ha risposto complimentandosi per la nostra scelta, affermando che maggio è un ottimo periodo per le seppie.
n° 2 dolci polenta: una prima esperienza davvero eccellente, di quelle che fanno cambiare idea a proposito della polenta ad un meridionale… Una bontà che a prima vista sembra proprio la classica polenta appena versata sul tagliere, sia per la forma che per il colore. In realtà si tratta di soffice pan di spagna farcito alle creme…
Della seconda cena cito tra tutti i piatti serviti, delle ottime “canoce” (in veneto) al vapore e della gustosa pasta trafilata con calamaretti e pomodorini.
Il bravo Igli è stato messo duramente alla prova con la scelta del vino, e ha portato al tavolo ben cinque diverse bottiglie affinché io trovassi una giusta alternativa al vino bianco che cerco di evitare per problemi di intolleranza. Alla fine il suo consiglio è caduto su un vino rosso del posto, che servono in caraffa, composto al 50% di merlot e cabernet. Ne sono rimasto entusiasta, ma non dico di più perché non sono un esperto, so solo che si è accompagnato bene con il pesce.
Il caso ha voluto che quella sera a cena nel locale vi fosse proprio il produttore del vino, il sig, Trevisanuto di Portogruaro, che ci è stato presentato dal titolare del locale, sempre molto attento a tutto ciò che succede in sala e pronto a socializzare con i clienti. Abbiamo così avuto l'opportunità di complimentarci direttamente con lui, persona gentilissima molto legata alla cultura e alle tradizioni della sua terra, che ha colto l'occasione per invitarci nella sua azienda, peccato che la vacanza fosse agli sgoccioli.
Il conto finale è stato di 44,00 euro a testa, cifra anche più bassa la sera successiva per un antipasto in meno nel conto. Per una cucina che sposa, con grande armonia, semplicità e freschezza della materia prima un prezzo davvero imbattibile.
Avevo avuto modo di vistare Caorle in giovane età , in occasione di alcuni appuntamenti agonistici. Ho rinnovato volentieri la memoria di luoghi tanto ricchi di fascino quanto lontani nell'aspetto dalla mia terra d'origine, adesso ho una buona ragione in più per desiderare di tornarci.
Imperdibile!!!
[pappapappa]
27/05/2008
Condivido in pieno il piccolo accenno ai nostri wine-bar, anch'io apprezzo molto le persone "genuine" che non si fanno troppo contaminare dalle mode. Trovo che emanino più calore.