Ă? un locale strano gestito stranamente. Ci si vĂ solo dopo aver prenotato, ci si vĂ in compagnia, ci si vĂ per divertirsi, ci si vĂ per stare in “baracca” e per sentire, quando è in forma, qualche massima di Alfredo.
Alfredo, laureato in economia e commercio, decide di fare l'informatico, ma poi stanco di andare a casa altrui, decide di trovare un modo perchĂ© siano gli “altri ad andare da lui”.
Appassionato di cucina, apre un locale ristrutturando un bassocomodo in piena campagna, sulla strada che da XII Morelli porta a Palata Pepoli vicino al castello di Galeazza.
All'interno pochi grandi tavoli rettangolari e grandi sedie di legno, “se si vuole mangiare bene bisogna prima di tutto stare comodi a tavola”, apoggiato ad una parete un grande camino, in inverno sempre acceso. “il fuoco arde con i cattivi pensieri e i malumori, che qui scompaiano”. Alle pareti solo qualche quadro, niente pizzi e merletti.
Ci sono stato altre volte, e sempre l'ilaritĂ di Alfredo coinvolge tutti.
“piuttosto che un'alcolista anonimo, meglio essere un'alcolista famoso: l'anonimo beve da solo e con i sensi di colpa, il famoso beve in compagnia si diverte e nn ha sensi di colpa.”
In questo periodo, a fine cena, si può continuare fuori seduti, si può cantare, suonare fare quello che si vuole, si è in aperta campagna.
Piccola festa di fine lavoro, siamo in otto, naturalmente prenoto con largo anticipo e direttamente sul posto con piccola merenda, erano le 18.
In cucina c'è solo lui e anche in sala quando c'è poca gente, nel nostro caso aveva una aiutante
Abbiamo mangiato:
Antipasto di salumi: salame, prosciutto, coppa di testa, crostini conditi con olio poco aglio e origano
Il salame eccezionale, quasi come i miei, e anche la coppa di testa, si vedeva e si sentiva la fattura casalinga.
Primi piatti: tortelli di zucca con ragĂą e tortiglioni con sugo di piccione,
entrambe molto buoni
Secondo piatto: prosciutto al forno
Dolci: torta di mandorle, torta margherita ricoperta di nutella e cocco, e per finire, biscottini secchi della zia Cesarina, questi sono stati divorati con del ramandolo passito.
Tutto accompagnato da bottiglie di prosecco e vino rosso friulano. Nota dolente, se dolente la si può definire, nn serve lambrusco
caffè e grappa, nn chiedete limoncini o altro, “sono per donne e bimbi”
La spesa, 27 euri a testa.
Tre cappellini tutti meritati, per il cibo, per la quantitĂ industriale di vino bevuto, e per tutto l'insieme della serata, un buon connubio di cibo e divertimento.
Sicuramente da provare in compagnia, magari anche con una chitarra.
Consigliato!
[bicio]
28/05/2008