Era troppo bello per essere vero...
Stasera si festeggia un (altro) compleanno.
Senza voler fare troppa strada e tanto per non andare al solito ma comunque imperdibile Cantuccio, decidiamo di provare Maro.
Prenotazione di rito nel pomeriggio stesso e la sera, verso le 20.45, arriviamo al locale dopo aver parcheggiato a circa dieci minuti a piedi da lì.
La prima cosa che va sottolineata è che questo locale, come tanti altri, a pranzo ha una tipologia di menu, mentre la sera a cena ne ha un'altra.
Infatti noto subito, aprendolo, che i prezzi rispetto a mezzogiorno sono ben diversi: 7 euro per gli antipasti, 10 euro per i primi piatti e 11 euro per i secondi. Con alcune varianti di prezzo "in eccesso".
Ad onor del vero, va però detto che la proposta è ben più ricca rispetto al pranzo, con piatti più ricercati e lavorati, più scelte e diversa tipologia (in meglio, naturalmente) di piatti, calici e tovagliato.
Non ci scoraggiamo, visto l'imbarazzo della scelta, ed ordiniamo un antipasto, un primo ed un secondo a testa.
Antipasti: insalatina di polipo caldo con zucchine e tortino di tonno e melanzane.
Buoni entrambi, per i miei gusti decisamente meglio il polipo, ma è un discorso puramente di gusti personali.
Primi piatti: paccheri con code di gambero, coda di rospo, basilico e spaghetti alla chitarra con calamari e cicoria.
Buone entrambe le paste, interessanti le abbinate.
Notevoli i paccheri, serviti in un bel piatto grande dal largo bordo guarnito con bottarga fresca.
Secondi piatti: zuppa di cozze e vongole con crostini e misto di crudità.
La zuppa, servita come a pranzo nel coccio, è decisamente più grande di quella del mezzogiorno oltre ad avere, naturalmente, l'aggiunta delle vongole.
I soliti immancabili due crostoni caldi con olio crudo e prezzemolo completano il piatto, che risulta anche questo buono.
Il grande piatto di crudità (che costa 15 €) comprende pesce spada, cannocchie, scampi e gamberi rossi.
Apprezzabile il fatto che tutto sia già sgusciato e pulito.
Durante il pasto ci dissetiamo con una bottiglia di acqua gasata ed un Sauvignon Blanc Di Giovanna discreto, anche se molto carico di profumi esotici.
Niente dolce e niente caffè.
Alla cassa paghiamo un conto totale di 85 euro, dopo di che ci viene offerto al bancone un limoncello di loro produzione.
Morale della favola:
Sicuramente un locale valido, che rimane consigliatissimo a pranzo ma che anche la sera propone un bel menu.
La differenza in soldoni è che se a pranzo un menù completo (antipasto, primo e secondo + bottiglia in due), mediamente, viene a costare sui 30 euro, la sera se ne spendono 40/45.
Ci sta. Anzi, è anche buono come rapporto, considerato che siamo in centro e mangiamo esclusivamente pesce.
I piatti sono tutti buoni. Non ho trovato nessuna cosa che mi abbia fatto saltare per aria dalla sedia, ma tutto era piacevole.
Infine, il servizio è sempre preciso e puntuale, *tranne* per una caduta di stile che mi porta a dare solo due cappelli invece che tre: nel tavolo di fianco al nostro c'è una coppia che si capisce essere amica di quello che a tutti gli effetti sembra il titolare. Di fianco a loro idem per una tavolata da quattro.
Nel momento in cui tutti noi scegliamo il vino (siamo praticamente arrivati tutti insieme) agli altri il titolare stesso si preoccupa di portare un cestello con il ghiaccio, a noi nemmeno l'ombra.
Addirittura la bottigla scelta nel tavolo di fianco è la medesima.
Non sono io che devo chiederlo, ma è compito del ristoratore proporlo. Magari poi non mi interessa, ma almeno il gesto di chiederlo ci dev'essere, perchè in questo modo si fa troppa differenza fra i clienti "normali" e quelli "amici" (che, per carità, capita a tutti e ci sta anche, ma almeno cerchiamo di farlo in maniera furba, non così spudoratamente sotto gli occhi di tutti).
Quindi, per questa cena assegno due cappelli, che comunque corrispondono a "buono".
Con i quattro dell'altra volta la media fa tre e diventa quindi un locale "consigliato", come è giusto che sia per una trattoria del genere.
Buono
[GROG]
15/07/2009
Da Wikipedia si evince:
"La trattoria è un esercizio pubblico, prevalentemente di tipo popolare, destinato alla somministrazione dei pasti; spesso presente nei quartieri centrali popolari delle città o nei piccoli centri dove l'organizzazione del ristorante poco si giustificherebbe per il tipo di clientela.
Alcuni di questi esercizi possono essere rinomati e ricercati per la qualità dei cibi e per la caratterizzazione, quasi sempre di cucina locale-regionale, delle preparazioni.
L'economicità dei prezzi praticati è un'altra attrattiva di questi locali a cui fa riscontro una maggiore semplicità nel servizio e negli arredi."
Questo molto spesso risponde a verità parzialmente. Mettiamo questo locale che tu definisci trattoria, mettiamoci Bertozzi dove siamo stati insieme, e anche altri locali recensiti e non su GM, quello che appare evidente è spesso la discrepanza tra i prezzi pranzo/cena e l'entità generale dei prezzi, fermo restando spesso "la semplicità negli arredamenti".
Con questo non voglio dire che debbano o abbassare le tariffe o cambiare denominazione del locale, fatto sta però che l'insegna, quello che l'utente legge "fuori", la prima volta può ingannare.