Alla ricerca di nuovi locali nel Mugello giungiamo al paese che dette i natali a Giotto.
Siamo a Vicchio, parcheggiamo nella grande piazza e in un paio di minuti arriviamo davanti alla locanda.
Il locale si presenta subito piacevole, ristrutturato da poco, si affaccia su di una piazzetta con una fresca veranda il cui pergolato è ricoperto interamente da un vecchio e poderoso glicine.
Dopo aver superato qualche scalino, entriamo percorrendo il corridoio oltre il quale si scende alla cantina (visitabile).
Ci accoglie uno dei proprietari, Simone (il suo socio è lo chef) e ci fa accomodare. Siamo in dieci, ci dividiamo in due tavoli rotondi.
Tutto è molto curato, ambiente, coperti e servizio.
Ci viene offerto un bianco fermo (di cui non mi hanno mostrato l'etichetta) e del pane bruschettato (già condito di sale ed olio) mentre consultiamo il menù.
La carta offre cinque-sei scelte per antipasti, primi, secondi e dolci con proposte di terra, di mare ed anche vegetariane.
Per quanto riguarda la carta dei vini non vi posso dire nulla perché ci siamo fatti consigliare.
La scelta al nostro tavolo, per iniziare, ricadrà su antipasti e un primo ed in seconda battuta fiorentina, una tagliata ed un piatto di tortelli. All'altro tavolo arriveranno un assaggio di antipasti e poi fiorentina per concludere con un assaggio di dolci.
Ba bere acqua naturale e con bolle (Alisea per un totale di 8-10 bottiglie), come vino “Le pietrine” Villa Poggimele (alla fine saranno quattro le bottiglie, numerate fino a 1400), un I.G.T. del 2006, decisamente buono come cabernet sauvignon, corposo con i suoi 14.5 gradi e ricco di sapori, “duro e che ti secca la bocca” potrei aggiungere.
Perfetto con la carne, ma troppo robusto per antipasti e primi. Un accompagnamento più “beverino” come inizio sarebbe stato molto più apprezzato
Al tavolo ci portano anche una bottiglia di olio “Il Bioliandolo” e del sale di Maldon.
Veniamo al dunque...
Fiori di zucca pastellati con ripieno di pecorino ed erbette: sono tre i fiori che mi arrivano adagiati su un foglio di carta assorbente (non pensate ai rotoloni, però).
La pastella è bianca e un po' spessa (sono abituato a quella sottilissima e dorata).
Perfetto l'equilibrio di sapori e molto delicato l'insieme.
Il foglio assorbente penso serva più che altro per il ripieno di pecorino fresco.
Tronchetto di fegatini al tartufo nero con pane alle noci fatto in casa: ricco di sapori e ben bilanciato.
Due grandi fette di pane su cui spalmare altrettanti generosi tranci del tronchetto.
Ho assaggiato un pezzettino dal mio vicino di tavola, e vi posso dire che la portata era abbondante.
Approfitto della pausa tra le portate per curiosare un po'. Dalla veranda si può guardare quello che succede in cucina attraverso una grande vetrata. Tutti i piatti sono fatti al momento. La sfoglia per i tortelli viene tirata, farcita e chiusa! Se andate di fretta tenete ben presente quest'ultima cosa.
Oltre alla sala in cui siamo seduti, si può trovar posto in altri due ambienti, una seconda saletta con un bello scaffale pieno di bottiglie e quella che forse era una piccola corte interna. Naturalmente si può mangiare anche in veranda. Ci saranno 50-60 coperti in totale a cui provvedono Simone e due giovani ragazze. Non so se il locale sia climatizzato, noi siamo stati bene in quanto gli ambienti sono molto ben ventilati.
Secondo tempo, arrivano la tagliata di manzo al lardo di Conca stagionato con patate al forno, tre (mi sembra) fiorentine con i cannellini ed i miei tortelli mugellani al sugo di carne.
I tortelli sono serviti in un piatto tondo dai bordi alti (tipo pirofila), la portata è abbondante e ricca di ragù.
La sfoglia sottile (non come quella di un noto ristorante del nostro Appennino, ma ci si avvicina parecchio) racchiude il ripieno di sole patate con appena un po' d'aglio ed erbette. Strepitosi già così, il sugo di carne è la ciliegina sulla torta! Entusiasmanti!
Bella e buona (mi dicono) anche la tagliata.
Per chi ha preso la carne, il coltello del coperto viene sostituito da una lama liscia Saladini.
Butto l'occhio anche sulla bistecca che dopo essere stata preparata su un carrello arriva a tavola. Si tratta di carne di scottona, cotta come dev'essere. Le bistecche sono molto alte (direi poco meno di 2 kg l'una). Il silenzio che cala sulle due tavole mi sembra eloquente
Siamo soddisfatti, solo all'altro tavolo prenderanno un assaggio di dolci. A noi porteranno comunque dei cantucci con gocce di cioccolato fondente per accompagnare il vino da dessert. Il “Duc de Castellac” Monbazillac della Dordogna risulterà molto piacevole.
Caffè per tutti con sambuca e grappa e la piacevole sorpresa del conto che sarà di 40€ a testa.
Quattro cappelli per la prima visita e per il vino in accompagnamento agli antipasti, ma il quinto è molto vicino
Consigliatissimo!!
[furzeina]
15/08/2009
Comunque un bel posticcino da tener presente quando qualcuno di mia conoscenza vorrà andare in quel luogo di perdizione a Barberino,lei per negozi all'outlet e io in giro per tortelli di patate e fiorentine!!!
Un salutone