Ultimo pranzo a Venezia. Lunedì. Bella giornata, freschina. Siamo stanchi tutti e due e decidiamo di non avventurarci troppo in giro. Si parte per fare un salto alla Dogana, due passi alle zattere sulla Giudecca. Si alza il vento, in un quarto d'ora il cielo non è solo coperto, ma completamente nero…..e noi stavolta non abbiamo né l'ombrello né impermeabili…… Il Lido risplende di una luce irreale, il nero diventa più scuro e il mare si ingrossa. Tutti i baretti all'aperto ritirano tende e ombrelloni, tovaglie e tovagliette, si teme una tromba d'aria. Decidiamo di mollare la zona e tagliamo dentro in Rio San Trovaso per tornare in centro. Appena al di qua del ponte dell'Accademia il cielo non è più nuvolo. Decidiamo, visto che è presto, di andare in San Marco ed eventualmente fare quelle spesucce che avevamo in programma.
Appena mettiamo piede sotto al porticato viene a piovere. Poco male, siamo al coperto. Gira di qua e gira di là si fa mezzogiorno e la fame sale.
Va bene, ho voglia di mangiarmi degli spaghetti al nero di seppia. Andiamo verso Ponte San Provolo per vedere se il ristorante consigliatomi da bicio lo scorso anno è aperto. Quest'anno con l'apertura dei ristoranti non ci azzecco proprio. Chiuso anche questo, riapre perfino fra qualche giorno. Bene, allora comunico a mia moglie che mi infilerò nel primo locale che incontro dove abbiano gli spaghi al nero nel menù.
Infiliamo Calle delle Rasse, quella che costeggia il Danieli per intenderci, e ad un certo punto sulla sinistra si materializza un bel locale da turisti stranieri stracolmo di nipponici che fotografano all'impazzata anche le formiche. Fuori una bella esposizione di pesce freschissimo adagiato su letti di verdura verde e ghiaccio.
Fanno gli spaghi. Dentro.
Ci sediamo in un tavolino un po' striminzito, forse siamo gli unici italiani, oltre ai camerieri, che sono vecchi quasi come mio nonno. Il locale è di soffitto basso, tutto colorato di rosso, con lampade sui tavoli che quasi quasi toccano la tovaglia.
Musica di sottofondo anni cinquanta italiana, solo i camerieri conoscono le canzoni e le canticchiano tranquillamente.
Arriva un ragazzo del '99, e prende i nostri ordini. Io spaghi al nero e mia moglie tagliatelle alle verdure. Un quartino di bianco sfuso e una gassata.
Tempo dieci minuti e arrivano.
Un cameriere meno attempato si avvicina a noi con un carrello con sopra due vassoietti e due piatti vuoti, poi scaraffa abilmente tutti gli spaghetti in un piatto e tutte le tagliatelle nell'altro.
Fa un po' di scena e poi se ne va.
Tagliatelle sul tristino, buona la cottura e la pasta, ma le verdure sono quelle sott'aceto, bleah……
Gli spaghi invece sono favolosi. Porzioni entrambe abbondanti.
Per finire due patatine fritte. Buone ma scarse.
Spesa finale 63,90 €. No comment.
Un cappello solamente. Troppo caro per quello che viene servito.
€ 2 coperto x 2
€ 17 spaghetti
€ 15,80 tagliatelle
€ 6 patatine x 2
€ 3,80 acqua
€ 3 quartino
Dulcis in fundo servizio 15%.
Quindi 55,60 € di conto più 4 € di coperto e € 8,30 di servizio.
Qui si paga sia il coperto che il servizio. Mi sembra che si stia esagerando un po' troppo.
Curiosità : nel tavolo a fianco, si sono sedute tre donne di tre generazioni. Quella di mezzo ordina del pesce, chiede tutti i prezzi, si sincera sul costo di ogni singola portata e poi ordina una bottiglia di Chianti. Il cameriere non fa una grinza e dopo poco porta la boccia di marca sconosciuta, la apre e versa l'assaggio alla signora, giapponese che parla francese col cameriere e inglese con le altre due donne. La signora apprezza e il cameriere mostra con non-scialance la bottiglia. Dopo poco arrivano i piatti, spaghetti allo scoglio in bianco. Passi il Chianti, ma la mossa successiva che ho visto mi ha inorridito……………. La signora prende una bottiglia di Aceto Balsamico Ponti e la versa sopra agli spaghetti suoi e della signora al suo fianco….. sono fuggito per non vedere altro……
Poteva andare meglio..
[bicio]
16/10/2009