Ieri,domenica 26 ottobre, in piacevole compagnia con zio, grog, bicio, alessandra, pattyb, joy e altri amici abbiamo visitato questo caratteristico locale, che per verità già conoscevo, essendo personalmente un estimatore della cucina mantovana.
Alle ore 12,30 ci fanno accomodare nell'ampia sala al piano superiore.
L'ambiente è comodo, familiare, "genuino", pavimenti e arredamento "d'epoca" (direi 1940-'50), con vista sulla via principale e sulla Chiesa parrocchiale. Alle pareti quadri d'ambiente oltre a foto d'epoca rappresentanti la stessa via principale del paese e l'attività delle mondine. Sì, perchè Castel d'Ario, oltre che del pilota Tazio Nuvolari, è la patria del risotto, il risotto alla mantovana, o “alla pilota”. Il riso viene qui coltivato fin dal 1500, e per il risotto, realizzato cotto al vapore, semplice, leggerissimo, viene selezionata la qualità Vialone Nano. La preparazione mi dicono essere piuttosto lunga e complessa, estremamente legata alla tradizione locale. Il condimento principe di questo piatto è costituito dalle cosiddette "salamelle", ovvero salsicce davvero particolari, fatte con tagli di carne selezionati e di qualità, particolarmente "magre" e digeribili. A questo piatto (intendo dire “sopra”) può essere aggiunta a piacere carne di maiale grigliata, di tradizione includente il "puntèl", ovvero le costaiole.
Ci verrà infatti servito tutto questo, preceduto però da una prima tornata di “risotto coi saltarei”, ovvero risotto alla mantovana senza salamelle, apparentemente scondito, accompagnato, in piatto separato, dai "saltarei", ovvero gamberetti di fosso davvero piccoli color giallo-frittura, accompagnati entro lo stesso piatto da piccoli pesciolini di risaia di colore verde (gradevole anche l'effetto cromatico visivo).
Qualcuno della tavolata, che prova per la prima volta la cucina mantovana, o quantomeno questo tipo di piatto, che per la verità non in tutti i ristoranti viene preparato ed è tipico di questa zona, pur apprezzando l'assoluta particolarità ed "autenticità" di questa prima portata, esprime qualche riserva sull'eccessiva semplicità della realizzazione (siamo abituati ad un riso più mantecato) e sulla pressochè assoluta mancanza di condimento del riso stesso, cosa che al contrario personalmente apprezzo anche per la mia lunga frequentazione di questo tipo di piatto.
Gli stessi commentatori restano tuttavia pienamente soddisfatti della seconda portata, il risotto alla mantovana con carne grigliata e puntèl.
Nonostante l'abbondanza delle quantità che vengono servite ordiniamo un assaggio di tortelli (ravioli di zucca conditi con noce moscata e burro fuso) ed agnoli (tortellini con ripieno sensibilmente differente da quello della tradizione modenese, conditi con solo burro fuso: credevo che nel ripieno degli agnoli vi fosse lo stracotto, ma vengo contraddetto dal cameriere). Viene richiesto un secondo giro di tortelli che vengono particolarmente apprezzati per la connotazione "dolce" benché non troppo spinta in questa direzione del loro sapore.
Nel seguito ordiniamo un misto di formaggi con mostarda.
Occorre ancora distingeure la mostarda preparata in ambiente mantovano da quella di tipo cremonese, cui normalmente si è abituati e che viene impiegata come salsa di accompagnamento di piatti come il lesso misto (così avveniva per esempio, ricordo, 30 anni or sono nello storico ritorante Fini): a Mantova si impiega più come dessert e in questo locale, come da tradizione, viene "fatta in casa", esclusivamente con sottili di mela. Le piccole dimensioni delle fette (in opposizione ai pezzi di frutta interi del modello cremonese che assorbono una ingente quantità di salsa, piccantissima) e il sapiente dosaggio e preparazione degli ingredienti fa sì che la salsa sia dolce ma assolutamente poco "piccante", estremamente gradevole (si fa per dire: ovviamente alcuni che non avevano mai assaporato la mostarda sono comunque rimasti impressionati dal suo sapore relativamente piccante ...). Molto buoni i formaggi che accompagnano la mostarda: taleggio, gorgonzola, parmigiano e un'altra qualità che non sono riuscito a ravvisare.
Benchè a questo punto si sia davvero sazi, vengono ordinati alcuni desserts caratteristici. Io assaggio la "bignolata" e la "torronita", dolci tipici, davvero ben realizzati, caserecci, intrinsecamente piuttosto pesanti, ma appunto debbono essere così: personalmente la mia preferenza va alla bignolata.
Il pranzo si conclude con un caffè molto buono, dal sapore pieno, e, finalmente, servito ben caldo.
Unico piccolo appunto che mi sento di muovere è qualche lentezza nel servizio (siamo usciti dal locale che erano quasi le 16), probabilmente ampiamente giustificata dal fatto che il ristorante era veramente pieno di gente, che abbiamo consumato diverse portate, e, non ultimo, che alla fine ci siamo attardati al bancone ove ci sono stati gentilmente offerti limoncello, liquore di liquirizia (molto buono) e nocino che non ho assaggiato ma mi riferiscono anch'esso molto buono.
Prezzo pagato poco più di 32Euro a persona, sicuramente competitivo.
Dopo un poco di riflessione e indecisione (parlando anche con altri della tavolata) non essendo possibili le "frazioni di cappello", penso tutto sommato, personalmente, di attribuire al locale una valutazione di 4 cappelli.
Dopo pranzo ci si reca a visitare il Castello e la Chiesa locali e infine a S.Benedetto Po. Una giornata davvero ben trascorsa!
Consigliatissimo!!
[Alfi]
26/10/2009