E' il sole il protagonista di questa prima domenica di novembre, un sole tiepido e luminoso che si presenta, insolitamente gagliardo per il periodo, non appena si iniziano ad intravedere in lontananza le montagne verso le quali siamo diretti e che buca con sorprendente facilità la nebbia che ha avvolto la pianura fino dalla nostra partenza.
Si festeggia il compleanno del nostro amico avvocato e non un compleanno qualsiasi, il numero è importante, la cifra è tonda ed è quindi tempo di bilanci che si affrontano certamente meglio comodamente seduti con le gambe sotto una tavola imbandita, sulla quale abbondino vino e prelibatezze varie ed in compagnia di qualche buon amico.
E per un'occasione di simile portata non si può certo andare allo sbaraglio, ma è d'uopo percorrere sentieri già battuti e scegliere un locale del quale già si conservano nella memoria piacevoli ricordi e che rappresenti pertanto una solida, granitica ed inconfutabile certezza.
Dopo una breve sosta sulla riva del lago per consentire ad un appetito già famelico di diventare qualcosa di mostruoso e praticamente incontenibile, affrontiamo l'ultimo tratto di strada e l'inevitabile, ripida salita che sempre separa gli uomini dai traguardi più agognati.
Varcata la soglia ed accolti da un nugolo di giovani camerieri e graziose cameriere con i quali vantiamo una prenotazione vecchia di almeno una settimana, veniamo accompagnati al piano superiore dell'ampio locale dove ci accomodiamo, come da noi richiesto, nella veranda a tratti inondata da un sole che i tendaggi faticano non poco a contenere.
L'ampia sala da cui ci separa soltanto una vetrata sembra piuttosto affollata, così come ci sono apparse gremite anche le sale più piccole al piano inferiore, segno evidente che la fama del locale che ci ospita non accenna ad affievolirsi e che qualità, eccellenza e cortesia per di più al giusto prezzo sono argomenti che inevitabilmente conquistano e che alla fine pagano, sempre e comunque.
Dopo una brevissima attesa durante la quale ordiniamo le bevande, optando con coraggio ed una buona dose di incoscienza per una bottiglia di Lagrein, rosso, morbido e piacevole, ma capace di incutere rispetto, iniziamo le danze con un gradevolissimo antipasto composto da un vassoio di salumi vari di ottima qualità e che quasi si sciolgono in bocca, serviti con accompagnamento di polenta, anche se il vero protagonista di questa prima portata è adagiato in un piatto mai abbastanza grande e consiste in alcune fette di salame cotto ricoperto di uvetta e servito caldo, vera delizia per il palato.
Dopo avere spolverato piatti e vassoio, ci viene come di consueto proposto un assaggio di tre primi, al quale è difficile rinunciare, poiché nonostante l'esiguità delle porzioni, riassume in sé quella che si potrebbe definire l'eccellenza della regione che ci ospita in fatto di primi piatti: l'esordio è come sempre riservato a degli ottimi strangolapreti al burro e formaggio, a cui segue in rapida sequenza un maestoso, ma purtroppo solitario canederlo al sugo, mentre la chiusura è come di consueto riservata ad una delicatissima zuppa di funghi, servita calda nell'apposita tazza e come sempre accompagnata da crostini che è un vero piacere inzuppare e successivamente gustare.
Al termine di questa sorta di fase di studio e di primo approccio nonostante tutto piuttosto morbido, senza indugi diamo inizio al secondo tempo, riservato agli uomini veri dotati di pelo sullo stomaco, anche se, questa volta, contrariamente ad altre scorribande in quota che di solito ci vedono protagonisti durante la stagione estiva nel piccolo teatro costituito da uno dei pochi tavoli all'aperto di questa struttura, inconsciamente e tacitamente, forse consigliati in silenzio dall'impietoso incedere dell'età che avanza inesorabile, ridimensioniamo leggermente le quantità che siamo soliti ordinare, limitandoci a comandare una sempre gradevole grigliata mista comprendente braciole, puntine e salsiccia ed un piatto di cotechino, questa volta servito senza crauti, non molto graditi al festeggiato, il tutto accompagnato dall'immancabile polenta, da due ciotole di insalata mista e da un piattino di spettacolari funghi caldi spolverati di erbette e rinunciando pertanto un po' a malincuore ad altri piatti tipici del posto quali lo stinco al forno, lo spezzatino ed il coniglio in umido.
Inoltre, visto che la bottiglia di Lagrein è ormai stata sconfitta, ha issato bandiera bianca ed è ormai più vuota del cranio di un teppista da stadio, decidiamo di proseguire a pasteggiare con l'amorevole e quasi paterno sostegno di un Teroldego Rotaliano, ugualmente rosso, ma dal piglio un po' più deciso e quindi necessario per agevolare l'ingresso nei nostri capaci stomaci dei manicaretti che occhieggiano da piatti e vassoi che si affollano numerosi sul nostro tavolo e la cui gestione richiede ad ogni movimento l'attenzione di un commesso di una cristalleria e la destrezza di un borseggiatore.
Il sorbetto al limone che ci viene proposto dal cameriere di turno non appena viene notato che le forchette ed i coltelli sul nostro tavolo sono ormai in posizione di riposo, risulta quanto mai necessario e oltremodo gradito, così come il dolce che ci viene proposto e che su nostra richiesta giunge a noi allegramente accompagnato da una bottiglia di ottimo Ramandolo, immobile ed ambrato nella sua lunga bottiglia, che si sposa alla perfezione con le varie fette di torta che ci dividiamo con maniacale precisione dal piatto di portata, fra le quali degne di menzione la torta di castagne, una fetta di strudel, una di torta alle erbe, una di torta al cioccolato ed una di crostata, servite tiepide ed adeguatamente capaci di guidarci con dolcezza verso il gran finale, costituito da ripetuti turbinii di tazzine di ceramica riempite fino all'orlo di fumante Parampàmpoli, una gradevolissima bevanda servita alla fiamma a base di caffè, distillato di vino, zucchero e miele, effettivamente eccellente per calare il sipario su un pranzo davvero degno di nota e per dare una mano ad una digestione che si presenta piuttosto laboriosa.
E' ormai pomeriggio inoltrato quando scendiamo fino nelle viscere della montagna che sorregge il rifugio per l'immancabile visita alle cantine ed il sole è ormai sceso dietro le cime boscose delle montagne circostanti, che offrono allo sguardo venature rossastre di un autunno ormai inoltrato: ad accoglierci nei sotterranei di questo spettacolare paradiso dei peccatori di gola c'è un vero e proprio trionfo composto da centinaia di bottiglie di vino, decine e decine di forme di formaggio Crucolo, parente stretto dell'Asiago, intente alla stagionatura e svariati salumi appesi la cui sola occupazione è quella di diventare sempre più buoni e che noi osserviamo compiaciuti, sorseggiando un dito di grappa offerto da uno dei nostri ospiti e non disdegnando di calare nei nostri stomaci senza fondo e senza vergogna qualche altra fetta di salame appena tagliata.
Dopo alcuni inevitabili acquisti di generi di conforto che ci renderanno meno duro il distacco e grazie ai quali ci apparirà meno lungo il tempo che purtroppo intercorrerà fra questa e la nostra prossima visita, peraltro già in calendario per la prossima estate, non senza qualche ulteriore indugio, risaliamo a malincuore in superficie e, mentre le ultime luci del giorno muoiono dietro i monti per lasciare velocemente spazio alla sera, ripartiamo infine alla volta della pianura, consapevoli di avere vissuto ancora una volta, in graditissima ed impagabile reciproca compagnia, una vera e propria esperienza culinaria tanto semplice quanto di estrema ed impareggiabile piacevolezza.
Il conto pagato per il pranzo ammonta alla fine a 146 euro per quattro persone, così suddivisi:
4 coperti, pane e polenta 6,00
1 bottiglia di Lagrein 10,00
1 bottiglia di Teroldego 9,00
1 bottiglia di acqua naturale 1,80
(più una seconda bottiglia “condonata”)
4 antipasti 16,00
4 tris di primi 24,00
2 braciole 6,40
2 salsicce 4,00
4 puntine ai ferri 8,00
4 cotechino 8,80
2 funghi 8,00
4 verdure 4,00
4 sorbetti 7,20
6 dolci 10,80
1 bottiglia di Ramandolo 13,00
6 Parampàmpoli 9,00
(i primi 4 offerti o comunque “condonati”)
Imperdibile!!!
[barbe]
06/11/2009
non immagini quanto mi sia piaciuto questo tuo racconto.
Descrizioni di situazione, atmosfere, ambienti e pietanze ... con un buon accompagnamento beverino (in particolar modo dal teroldego in poi )
Spero proprio rileggerti al più presto.
P.S. bella l'immagine della prima bottiglia vuota ...