Oggi, gentilmente invitato da golosona (che ringrazio) in occasione del compleanno di Mauro, mi sono recato, in ottima compagnia (zio e zia, g.falconline e signora, Alessandra, pattyb), alla Locanda delle Grazie di Curtatone in provincia di Mantova.
Era da tempo che desideravo sperimentare questo locale di cui tanto mi hanno parlato e sono molto grato ai due ospiti per avermene fornito l'occasione.
Le Grazie, frazione di Curtatone (noto a tutti per essere stata teatro della celebre battaglia risorgimentale del 1848) situata presso il Lago Superiore, il più grande dei diversi laghi formati dal fiume Mincio a circondare la città di Mantova, è celebre per lo storico Santuario, ancor oggi meta di pellegrini, e la Fiera dei Madonnari che si svolge da tempo immemorabile nel piazzale antistante la chiesa, immancabilmente ogni anno a ferragosto, festività della B.V. Assunta.
La facciata del Santuario di Santa Maria delle Grazie, affrescata e risalente al XV secolo, è indubbiamente molto bella: chiara, luminosa, solare, ma ciò che colpisce, anzi impressiona, è l'interno, estremamente contrastante con essa, completamente rivestito alle pareti da una elaborata e pesante boiserie in legno scuro arricchita, nell'intercolumnio, da un trionfo di ex-voto particolarissimi, consistenti in numerose statue in gesso o cartapesta, vestite con abiti confezionati con vera stoffa, che rappresentano i personaggi miracolati: sotto ogni statua un'iscrizione descrive il miracolo ottenuto.
La cosa più particolare, per quanto ne so un “unicum”, la presenza di un coccodrillo imbalsamato (appeso, incatenato, alla sommità della volta, probabile allegoria all'incatenamento delle forze del male) sull'origine del quale si sono intrecciate nei secoli le più svariate leggende.
In prossimità del Santuario la nostra Locanda.
Due sale con volta a botte in cotto, sedie in ferro con cuscini e tovaglie arricchiti da motivi floreali: ambiente rustico e molto elegante ad un tempo.
Ci sediamo, nella sala più grande, in ampia e comoda tavolata (un poco troppo vicino alla cucina la cui porta resta frequentemente aperta) e ci viene consegnata un'elegante lista delle vivande composta da un numero veramente abbondante di piatti tra cui scegliere, arricchita da differenti menu prestabiliti che meglio orientano nella scelta i commensali, oltre che una ricca lista dei vini.
Sulla tavola grissini e schiacciatine, di un medesimo impasto, e pane, il tutto buono e verosimilmente fatto in casa, e un frizzantino di apertura davvero squisito.
I più ordinano l'Antipasto della Luciana, comprendente: luccio in salsa, polenta grigliata, coppa, salame mantovano, pancetta, grana padano con mostarda di pere (a mio gusto meno piccante di quanto dovrebbe) e un particolare tipo di insalata, ideata nel secolo XVII dal cuoco bolognese Bartolomeo Stefani in servizio alla corte dei Gonzaga a Mantova (insalata croccante con cappone, uvetta, pinoli e aceto balsamico), buona pur nell'estrema semplicità della concezione.
Io, oltre ad assaggiare l'antipasto composito di cui sopra, prendo un fagottino croccante che racchiude un semifreddo al formaggio su un letto di prosciutto crudo: tutto buono.
Non essendo semplice accordasi su bis e tris, proseguo con un risotto al pesce gatto, davvero molto buono (il pesce gatto, come il luccio è pesce di fiume, e la sua preparazione è tipica mantovana), anche se personalmente lo preferisco più al dente, e assaggio i ravioli ai carciofi (forse con ricotta, ma non ne sono affatto sicuro: dibatto la questione con zia che ritiene la ricotta assente), molto buoni anche questi.
Le porzioni sono abbondanti, ma né io né zio (gli unici, per la verità) riusciamo ad evitare di ordinare due piatti di secondo veramente tipici, lo stracotto di somarina con polenta (molto buono, dolce, tenero) e il cotechino con le verze (tenero, naturale, aromatico, realizzazione tipicamente perfetta).
Si conclude con il buon dolce che golosona e Mauro ci hanno fatto riservare: la bignolata, tipico mantovano, in una realizzazione arricchita essenzialmente con panna.
Due bottiglie di Lambrusco della Signoria della Cantina di Gonzaga (ringrazio falconline per l'ottima scelta), molto buono, acqua minerale, e al termine moscato dolce di Quistello, anch'esso molto buono.
Alla fine caffè (buono anche se non caldissimo, ma ciò accade di norma in ristorante) e un ottimo Rum.
Servizio familiare molto efficiente e cortese, lo chef e la padrona vengono più volte al tavolo e si intrattengono con noi.
Prezzo pagato: 30 € a persona
Valutazione strettamente gastronomica, tra i 4 e i 5 cappelli, ma considerando particolarità ed assieme familiarità dell'ambiente, ricchezza della scelta e qualità del servizio, a fronte del prezzo pagato, mi sento di attribuire a questo locale una votazione definitiva di 5 cappelli.
La giornata, ben iniziata, prosegue e si conclude degnamente: dopo la visita al Santuario, si va a casa di falconline, persona squisita che si rivela scacchista di livello mondiale e ci offre pure una raffinata esibizione musicale, che verrà ad un tratto arricchita (?) da improvvisati e coraggiosi interventi canori, coreutici e mimici di una buona parte parte dei presenti(…): tra questi, debbo dire, spicca per qualità quello di pattyb. Un'altra domenica trascorsa bene, e in allegria !
Imperdibile!!!
[barbe]
30/11/2009
decisamente un bel racconto, che lascia pure un certo languorino
Spero insisterai nel raccontarci le tue visite