Era da tanto che volevo provare questa storica trattoria.
In effetti chi è della zona ricorderà che negli anni '70/'80 era famosa ed era conosciuta come La Martinella.
Poi però chiuse fino a quando, pochi anni fa, grazie a Francesco Lambertini, patron della Tenuta Bonzara, venne restrutturata e portata a nuova vita.
Decido così, sfruttando un compleanno, di andarla a provare insieme ai miei genitori e mia zia, per far rivere loro i ricordi di un tempo, essendoci andati diverse volte quando erano giovani.
Raggiungerla è semplice, grazie alle indicazioni precise, e si
trova all'interno del borgo dove ha sede proprio la Tenuta Bonzara, in cima alla collina di San Chierlo.
All'esterno, una bella corte che d'estate permette di mangiare all'aperto. All'interno, invece, il locale si sviluppa a "T", con un grande salone.
Molto rustico ed accogliente l'ambiente.
Noto con piacere che lo chef e lo staff sono gli stessi che si occupano anche della Locanda del Castello di Palazzo Rossi, e questo è già un buon segno.
Veniamo fatti accomodare in un largo tavolo, comodo per noi quattro, da un ragazzo molto gentile e disponibile, che ci servirà per tutto il pranzo.
Il menù è stagionale, con alcuni piatti immancabili, tutto a base di carne, nella tipica tradizione emiliana; i vini invece sono quelli della Tenuta Bonzara, naturalmente.
Dopo qualche indecisione, decidiamo per quattro primi differenti.
Tortellini tradizionali in brodo di gallina di cortile, tagliatelle classiche al ragù, tortelloni con pomodorini ed erba cipollina e ravioli di zucca con ragù di fagiano.
Le porzioni sono giuste, ben presentate, e il sapore di tutti e quattro i primi molto buono.
Per accompagnargli, stappiamo un Pignoletto frizzante, fresco e dal profumo fruttato.
Come secondi, arista di maiale e arrosto di vitello al forno per tre, mentre io rimango su un classico filetto di manzo alla griglia.
Il tutto servito con patate al forno.
Come vino, questa volta scegliamo il top di casa Bonzara, il Bonzarone, un cabernet proveniente dai vitigni più vecchi della Tenuta, diventato famoso, al di là dei Tre Bicchieri del Gambero Rosso, per il 94/100 che nel 2001 prese da Wine Spectator.
Come per i primi, le porzioni sono giuste, se non addirittura abbondanti. Molto buono il filetto, niente male l'arista che assaggio dai miei.
Concludiamo con quattro dessert: gelato di limone con calvados, gelato di crema con balsamico, strudel di mele con chantilly e panna cotta al balsamico con fragole.
Il conto totale, in quattro, con l'aggiunta di tre caffè e diverse bottiglie d'acqua, è di 160 euro.
Considerando che il coperto e il pane sono compresi e che, in questo caso, quasi 60 euro erano solo di vino, il rapporto qualità prezzo è sicuramente positivo e quindi non posso che consigliarlo.
Mi riprometto di visitarlo, magari con la bella stagione, per poter godere della veranda esterna, sicuramente suggestiva.
Tre cappelli abbondanti.
Consigliato!
[barbe]
09/12/2009