Gustamodena � Divisiòn de Gustaverona
Il falchèto è in Normandia con i maturandi e col bòcia (bòcia si fa per dire, perché Stefano è più grande di me), la Giulia è col moròso, restiamo ancora io e l'Elisa.
Ma stavolta “di tutto relax”, per un'ulteriore ricarica.
Nella tradizione popolare veronese, i bogòni hanno un posto particolare. Un tempo erano un alimento che sfamava la popolazione in periodi di povertà estrema. Quelli alla veronese sono sgusciati, fatti in tegame, con prezzemolo, aglio, cipolla e un goccio di vino, mangiati poi assieme alla polentina bollente appena versata. Gli altri, più famosi, sono alla Bourguignonne, con la polenta alla griglia qui da noi, sempre con un pesto delle stesse verdure, cotti al forno col burro.
Le lumache dell'est della Lessinia (Badia Calavena, Sant'Andrea sopra Verona) sono considerate particolarmente pregiate e vengono celebrate (e gustate) nella "Sagra dei bogòni", alla prima domenica di dicembre di ogni anno. Il vero mercato dei bogòni si svolge alle 5 e mezza di mattina quando ancora c'è scuro.
Siccome la Eli lavora tutto il giorno a Vicenza per una quindicina di giorni e i miei tempi per far da mangiare (e sparecchia e lava giù e metti a posto...) sono problematici, perché lavoro tutto il santo giorno anch'io, decidiamo di trovarci a Barco, vicino a Lavagno, nell'est veronese appunto, dove la tradizione bogònara è ancora molto sviluppata e dove c'è una bella trattoria, che già in passato avevo provato.
L'Antica Ostaria de Barco è una casa colonica ristrutturata da pochi anni, in una posizione splendida su una collinetta al bordo della pianura, col panorama di tutte le luci sottostanti.
C'è un bel giardino per mangiare fuori d'estate, il cuculo ha già fatto sloggiare più in là gli usignoli, usurpandogli il nido (segno di primavera inoltrata, perché le uova schiudono in aprile), ma oggi, anche se è sera e siamo sui 14 gradi, non è il caso di stare all'aperto.
Si entra, in modo sorprendente, dalla porta principale direttamente in cucina. Mi piace sta cosa, mi piace vedere la cucina. Meno mi piace vedere solo “giandoni” maschi in cucina, preferirei vedere anche qualche donna in cucina. Non so perché, ma son stà bituà così.
L'arredo l'interno è piacevole e rustico. Veniamo fatti accomodare nell'ex barchessa laterale col soffitto in legno ed una vetrata che ora la chiude, col panorama davanti. Molto bello.
Profumatissimi anche i servizi: degno di nota, nell'ampio antibagno, un vecchio catino di ferro smaltato in un trespolo metallico lavorato, come una volta.
I bogòni di questa trattoria vengo a sapere che arrivano però da un allevamento di Treviso. Dai miei studi ricordo che il primo allevatore di lumache fu un certo Fulvio Lippino, che, prima della nascita di Cristo, importava chiocciole da ogni parte del mondo e nella sua proprietà di Tarquinia ne aveva numerosi vivai. Volevo fare anch'io il Lippino in una parte del mio orto, ma ho ricevuto un “niet” superiore, con minaccia di divorzio.
Ora appare forse il contrario, ma in realtà sembra che fossero stati i romani ad insegnare ai galli francesi come cucinare les escargots.
Da bere, con una minerale liscia, ordiniamo mezzo litrozzo di Valpolicella Classico da 12,5° della Cantina Manara di S.Floriano (due km. da casa mia).
C'è una polemichetta in corso (e non è una polemichetta proprio da “quattro” soldi...) tra i vitivinicoltori dell'est e dell'ovest veronese: riguarda la denominazione “Valpolicella DOC”. Com'è noto, la Valpolicella è un territorio che si estende ad ovest di Verona, nell'ansa che forma l'Adige prima di svoltare verso Trento. Ma la gente dell'est ha pensato bene di chiamare “Valpolicella” anche il vino prodotto da loro, trenta-quaranta-cinquanta km. distante dalla Valpolicella. Per il momento lo possono fare, in futuro vedremo. Io, intanto, che sono del west, ordino un Valpolicella che di sicuro viene dalla Valpolicella.
Bel colore rubino, profumato di spezie, ottimo boccato.
Di primo prendiamo entrambi un risotto al radicchio rosso di Verona. Quando ero piccolo abitavo a Ponte Crencano, nella periferia ovest di Verona, dove i campi erano pieni di radicchio. Il crencano è un tipico radicchio del veronese, ma non penso che in questo caso ci siano discussioni per il DOC, adesso viene coltivato un po' ovunque. Il cameriere mi dice che nel risotto ci mettono dentro una puntina di salsiccia, cotta opportunamente in modo separato, perché non si senta il grasso di maiale cotto.
C'è poca gente di mercoledì sera, ma restiamo ugualmente meravigliati perché il riso arriva solo dopo un quarto d'ora. E' squisito, però è un po' troppo al dente per i miei gusti e, soprattutto, un po' troppo annacquato e mollo. “Gò dito riso in brodo?” faccio alla Eli, che si mette a ridere... Bisognava farlo andare ancora, cuocere ancora ed asciugare. “Lo fasso mejo mì...”, però il preparato no, il soffritto col radicchio e la salsiccia era buonissimo. Peccato per la cottura.
Di secondo io prendo dodici grossi bogòni alla Bourguignonne con la polenta, la Eli petto d'anatra farcito con ripieno di carciofi e crema di pere. Eccezionali entrambi (io assaggio l'anatra, la Eli non riesce ad affrontare i bogòni: “Oddìo... che senso...”). Anche l'anatra rientra nella tradizione popolare veronese, un po' scomparsa, e anche l'anatra viene ora innalzata dai francesi.
Di tipi di lumache ce ne sono tanti: la vignaiola bianca è forse quella più conosciuta ed è quella che mangiamo lì.
Un grosso ovale di patate al forno (molto buone) e di melanzane e zucchine grigliate (un po' troppo strisciate di bruciato, per i miei gusti delicatini) completa il secondo.
Paghiamo 56 euro in due, il giusto credo. Ci verrebbe offerto un resentìn, ma rifiutiamo gentilmente.
Ritorno in macchina, ascoltando e cantando Creep, per nulla spregevole, che sembra partire fiacca e languida, ma poi mi dà sempre la ricarica, con quel t-tröck… T-Tröck!... T-TRÃ?CK! sorprendente e casuale, che sembra batteria e invece è una botta incazzata sulle corde della chitarra elettrica, che prelude ad un crescendo, un crescendo... Uèn iù uèr bifòr...
http://www.youtube.com/watch?v=nmp-e99vmFU
Consigliatissimo!!
[bicio]
25/03/2010
Allora verrai un giorno, ed andremo insieme, a mangiarli alla famosissima sagra della lumaca di Casumaro FE.