Ricordo ancora il profumo di pesce che saturava l'aria quando anni fa passavo in bici davanti a questo locale, di ritorno dai miei giri per i boschi del Parco Talon.
Da allora, nel giro di pochi anni, quella che era una trattoria di mare si è trasformata in un ristorante di classe, al punto che due anni fa ha raggiunto anche il riconoscimento della prima Stella Michelin.
Grazie ai fratelli Mazzucchelli, Aurora in cucina e Massimo in sala, l'esperienza di chi si ritrova a varcare la soglia del Marconi sarà di certo imperdibile.
La mia è successa venerdì scorso a pranzo.
Insieme al buon Daniele, improvvisiamo una visita, per toglierci quella grande curiosità che entrambi avevamo da tempo.
Sì perchè capita di parlare di guide, di locali, e lavorando fra Bologna e Modena spesso scatta il paragone e mi domando come mai nel capoluogo si faccia così fatica a fare emergere un ristorante degno delle migliori classifiche, quando ad esempio, Bottura a parte, basta andare alla Pomposa per trovare due Stelle Michelin affiancate.
Modena batte Bologna 1 a 0. Per ora
Eccoci quindi davanti all'entrata del Marconi intorno alle 13.00, senza aver prenotato.
Il locale si trova sulla via Porrettana, poco prima di Sasso Marconi, isolato per mezzo di un piccolo giardino.
Parcheggiare non è un problema, in quanto a fianco del ristorante c'è un posteggio privato.
Appena entrati, l'impressione è di un posto fine, sobrio ed elegante, silenziosissimo.
Pareti bianche e spugnate in arancio, grandi tavoli tondi a giusta distanza l'uno dall'altro, belle tovoglie (senza pieghe, quindi stirate sul tavolo - lo so, è un dettaglio, ma in un posto così sono proprio i dettagli a fare la differenza), posateria Broggi in argento, calici Spiegelau.
Massimo si presenta come un bravo maitre di sala, mai invadente ma sempre presente, pronto a scambiare pareri su vini e piatti nel momento in cui se ne faccia richiesta.
Quando mi fermo per la prima volta in un ristorante come questo, adotto sempre lo stesso approccio: menù di degustazione.
E' il modo migliore e, alla fine dei conti, più economico, per provare la filosofia della loro cucina.
Al Marconi i menù di degustazione ora sono due, e noi decidiamo di provare quello denominato "Tradizione e Territorio", così composto:
- Salmerino in carpaccio con uova di pesce salsa di limone candito e agretto di pomodoro
- Ravioli liquidi di Parmigiano Reggiano e lavanda al burro con polvere di noce moscata e mandorle
- Tagliatelle con ragù alla bolognese
- Maiale "razza mora romagnola": pancetta croccante, carrè brasato e cipollotto
- Gelato alla crema con condimento alla saba.
Come sempre accade in locali come questo, prima di cominciare ci viene offerta un'entree di benvenuto, delle alici con olio, pomodorini e crostino, squisita, di una freschezza tale che sembrava di sentire il sapore del mare.
Il salmerino è il piatto che più mi ha colpito: un'esplosione di sapori, netti e ben dosati.
Eccellenti anche i ravioli e le tagliatelle. Per chi si fosse domandato il significato di "ravioli liquidi", basti sapere che la pasta è classica, ed il nome viene dal ripieno, con una consistenza del parmigiano tendente appunto al liquido.
Incredibile la carne: pancetta croccante degna di lode.
Prima del gelato, ci viene offerto anche un pre-dessert: una piccola macedonia di fragole, sedano dolce e salsa inglese.
Concludiamo il pranzo con due caffè, che vengono serviti, zuccherati ed accompagnati da piccola pasticceria, nello specifico un cantuccio, un bacio di dama ed una meringa a testa.
Il bere: acqua con bolle e un Haderburg Pas Dosé 2004, 90% Chardonnay e 10% Pinot Nero.
Il conto finale: 133 euro in due.
Considerando il posto, il servizio, la qualità eccellente, 66 euro a testa non sono nemmeno tanti.
Di sicuro, non un ristorante da tutti i giorni, ma ideale per un'occasione particolare, o per una serata all'insegna dell'eccellenza a tavola.
Imperdibile!!!
[Funghetta]
28/05/2010