PROLOGO
E' proprio il caso di dire: dal mare ai monti, dalla macchia mediterranea alle foreste di abeti, dal bellissimo paesaggio sardo al diversissimo ma ugualmente splendido panorama delle Dolomiti, non a caso patrimonio dell'Umanità!
Mi reco, insieme a Mauro, in Val di Fassa, alla ricerca di un poco di fresco ( e lo troveremo eccome!), alla ricerca dei luoghi perduti (Mauro ha trascorso a Moena molte estati quando era ragazzino per cui per lui è un tuffo nel passato) e principalmente alla ricerca di un caro amico, il nostro Alfi.
Il viaggio è tranquillo, lasciata l'autostrada percorriamo la strada che da Ora porta a Moena, dove abbiamo il punto di incontro, e subito si delinea ai nostri occhi un paesaggio diverso da quello a cui siamo abituati. Chilometri e chilometri di boschi e prati, verdissimi grazie all'annata particolarmente piovosa, e la maestosità delle montagne, ora ricoperte di alberi, ora, in alto, grigie per la nuda roccia esposta o perfino, in rari casi, ancora bianche per la neve!
L'aria si fa sempre più tersa e frizzante, il cielo assume un magnifico colore blu, ed eccoci finalmente alla nostra meta.
Moena è una graziosissima cittadina che ormai da anni vive prevalentemente di turismo, infatti più che abitazioni conta numerosissimi alberghi, ristoranti e localini vari, nonché alcuni negozi, soprattutto di articoli sportivi o da montagna, dall'attrezzatura per passeggiate, visto che siamo in estate, agli oggetti in legno, bellissimi.
A me piacciono soprattutto le casette e gli edifici, magari di diversa dimensione, ma simili tra loro come stile e tutti con balconcini in legno dai quali spuntano fiori multicolori. Il colore è una costante in Alto Adige, lo ritrovi nelle case coloratissime, nei disegni sulle suddette case, e naturalmente nella natura. A me, ripeto, piace molto.
Lasciamo l'auto con una certa difficoltà (Moena è affollatissima) e raggiungiamo la piazza principale dove aspettiamo pochi minuti ed ecco arrivare Alfi, in forma grazie ai due mesi di fresco e di passeggiate che si è goduto.
Dopo un po' di chiacchiere e una passeggiatina per il centro, ci dirigiamo verso il ristorante dove Alfi ha prenotato e che per lui è un gioiellino della cucina ladina; ladina, sì, qui siamo in valle, le vie riportano nomi ladini anziché italiani o tedeschi e molti abitanti parlano appunto il ladino, ma fortunatamente conoscono benissimo l'italiano.
Concordo con Alfi: il ristorante che mi appresto a recensire e l'altro che sperimenteremo il giorno dopo sono due autentiche chicche di cucina locale. Li accomuna l'ambiente curatissimo, il servizio cortese e formale, l'alta qualità e genuinità dei cibi e ahimè, inevitabilmente, l'alto costo dei piatti. Ma vediamo nel dettaglio il Tyrol e il nostro pranzo.
RECENSIONE
Il ristorante si trova in un'invidiabile posizione in pieno centro al paese, di fianco all'albergo Post altrettanto rinomato. Non c'è parcheggio per cui bisogna per forza lasciare la macchina nel parcheggio comunque non troppo lontano e raggiungere il locale a piedi, anche perché la zona è a traffico limitato.
La struttura esterna è graziosa e semplice; di fronte all'ingresso c'è una piccola veranda in legno con alcuni tavolini dove si potrebbe mangiare se il tempo lo permettesse. Dico “potrebbe” perché non è il nostro caso: a Moena in questi giorni fa freddino, la temperatura diurna si aggira intorno ai 15°, con rare punte fino ai 20°, mentre quella notturna scende anche sotto i 10°. Meno male che, seguendo i preziosi consigli di Alfi, siamo sufficientemente coperti.
Entriamo dunque e ci accoglie una cameriera in costume tipico che ci fa subito accomodare nel tavolo a noi riservato. L'interno non è molto grande, ma è pulito e curato, elegante nella sua semplicità; si notano i particolari in legno chiaro e, su un tavolino, un bel tagliere di formaggi. I tavoli sono ravvicinati ma abbastanza spaziosi, apparecchiati finemente e circondati non solo da sedie in legno ma anche dalle confortevoli e caratteristiche panche che in montagna “spadroneggiano”.
“Visito” anche i bagni. Vi si accede attraverso una ripida scala. Al di là dell'impossibilità di raggiungerli per chi non può camminare (mi auguro vivamente ci sia un bagno per disabili accanto a dove si pranza), i bagni sono ampi, pulitissimi e impeccabili. Ci sono perfino i fiori secchi profumati in una ciotola, che a me piacciono tanto!
Al tavolo, la cameriera ci lascia i menù, uno a testa, e la lista dei vini. Da bere, Alfi sceglie un Pinot nero col nome però tedesco che non ricordo. Avrei preferito un bianco ma mi adeguo e ammetto che il vino è buono, anche se quella sera assaggerò un vino bianco dal nome impronunciabile, Gewurztraminer, fruttato e per me favoloso. Ma torniamo al menù, che cambia ogni settimana e che vanta piatti particolarissimi, con abbinamenti insoliti e allettanti e che è fatto con materie prime di buona qualità e, per quanto è possibile, con prodotti di produzione casalinga, dalla pasta fatta a mano alle verdure del proprio orto alla polenta macinata nel proprio mulino. Così almeno afferma Alfi che è stato più volte in questo locale.
I piatti sono tutti invitanti, a malincuore rinuncio all'antipasto (mi avrebbero attratta la tartare di cervo con pan brioche o la terrina di pomodoro e mozzarella di bufala con gelato di basilico) e scelgo un primo e un secondo. Come me, anche gli ometti, anche se Alfi avrebbe volentieri preso pure l'antipasto, ma si vede che vuole uniformarsi; si rifarà ampiamente la sera, quando mangerà come me e Mauro messi insieme, o il giorno dopo, quando potrà concedersi un pranzo completo! Una domanda: come fai Alfonso, dove metti tutta quella roba? Scusate la piccola digressione.
La cameriera, prese le ordinazioni, torna con una bottiglia di acqua da rubinetto, l'ho chiesta io perché qui è buona; con il vino, fatto assaggiare ad Alfi e poi versato nei nostri tre calici; con un vassoio colmo di panini fatti in casa, piccoli e fragranti, di diverso tipo e tutti ottimi.
Poi arrivano i nostri piatti: attesa giusta, piatti ben presentati, quantità normale (Per Alfi un po' ristretta ):
- gnocchetti di polenta biologica con funghi e formaggio locale per me: un piatto sostanzioso, con gnocchi piccoli, morbidi e deliziosi, ben conditi; ottimo il sapore dei funghi e del formaggio, scusate ma non ricordo il nome esatto
- tagliatelle condite con ragù di cervo, particolare e dal gusto deciso, speck croccante e mirtilli, strano accostamento, risente dell'influenza tedesca, per i due ometti. Assaggio da Mauro, ottimo piatto con pasta fresca e condimento saporito
- cervo in crosta di nocciole con polenta del loro mulino per la sottoscritta: veramente buono, mi è piaciuto molto il cervo, carne morbida e saporita, qui ricoperta da una granella di nocciole deliziosa e accompagnata da polenta integrale ottima. Non raggiunge la bontà del filetto di cervo che mangerò il giorno dopo, ma ci si avvicina molto e come piatto lo consiglio!
- costine di maiale disossate con patate e con cipolle per mio marito: non assaggiate, lui le ha gradite
- stinchetto di maiale per Alfonso, che ha mangiato di gusto, per cui suppongo fosse buono
Alfonso aveva chiesto tre contorni di polenta per farcela assaggiare; peccato io l'avessi già compresa nel mio secondo, la cameriera avrebbero potuto dircelo! A ogni modo, ci portano tre piattini di polenta, molto buona come ho detto, ma tanta.
Non paghi, non rinunciamo al dolce, anche perché sulla lista ci sono dessert insoliti e allettanti! Prima, la cameriera ci offre un pre-dessert graditissimo: sorbetto di limone con gelato al basilico. Colpisce subito il profumo intenso del basilico. Al contrario, il sapore è delicato e fresco, adatto come pre-dessert.
Come dolci:
- Mauro va sul tradizionale e sceglie strudel di mele con gelato alla cannella: una fettona di dolce tipico fatto in casa e buono, anche se non è tra i miei dolci preferiti; gradevole il gelato di accompagnamento.
- Io e Alfi scegliamo invece una millefoglie al caffè: in pratica, una piccola torre dove dischi di meringa buonissima si alternano con gelato al caffè squisito.
Nella speranza di digerire, io e Alfi prendiamo un caffè, nella norma.
Paghiamo un conto abbastanza salato ma congruo rispetto alla località turistica e soprattutto alla qualità di quanto mangiato di 141 euro, ovvero 47 a testa per un primo, un secondo e un dolce a testa, più il bere. Faccio presente che il vino costava 18 euro, che l'acqua dal rubinetto ce l'ha fatta pagare 2 euro (Ma come?! Me ne sono accorta solo ora, se no le avrei fatto presente che l'acqua del rubinetto, anche se portata in bottiglia, non si dovrebbe pagare! O sbaglio?), che i tre contorni non sono stati conteggiati (svista o gentilezza?) e che si tratta di un ristorante famoso e di alto livello.
Servizio: impeccabile, gentile e formale per tutta la durata del pranzo, avrei solo gradito qualche sorriso e un po' di calore in più, ma capisco che in una valle montana calore e sorriso valgono più dell'oro e non si ottengono facilmente ma solo dopo lunga frequentazione!
Ora sono in seria difficoltà: il mio giudizio, comunque molto positivo, è tra i 4 e i 5 cappelli. Perché il dubbio? In primo luogo perché ho mangiato una volta sola, per i 5 cappelli forse bisognerebbe aspettare almeno una seconda visita altrettanto positiva; in secondo luogo per il prezzo e per la freddezza della cameriera, che pure conosceva bene Alfi, sbaglierò ma io guardo anche queste cose; in terzo luogo perché il giorno dopo ho mangiato in un ristorante analogo per qualità e prezzo e a mio avviso ho mangiato meglio (e la cameriera /proprietaria era più gentile e sorridente). Naturalmente si tratta di considerazioni personali, teniamo presente che siamo sui 4 cappelli e mezzo, decido per i 4 per i motivi detti sopra, conscia che il ristorante li vale tutti!
EPILOGO
Dopo un pranzo di tal genere, ci vorrebbe un riposino. E invece noi, da bravi “montanari”, facciamo una bella passeggiata tra i boschi. Per fortuna la passeggiata non è troppo in salita e il panorama ci ripaga della fatica: meglio di una cartolina!
Concludiamo la giornata con un evento di Vigo di Fassa simile a quello della Pomposa: giriamo tra gli stands allestiti in centro al paese, muniti di biglietto prepagato, e assaggiamo le specialità locali, dai formaggi e salumi tipici allo strudel, dal bombardino, una sorta di VOV decisamente alcolico, al vino trentino, dalla zuppa d'orzo alle marmellate fatte in casa… Bella iniziativa, con tanto di esibizione dei lavori di una volta e musica per le vie. Una bellissima giornata, insomma, ringrazio di cuore Alfi per la graditissima compagnia e perchè ci ha fatto da guida mostrandoci le bellezze della montagna e pazientando per il nostro passo ben poco alpino
Consigliatissimo!!
[golosona]
29/07/2010