Ancora una recensione sui ristoranti di montagna, la sesta in ordine di tempo. Questa volta però ambientata non in Valle di Fassa ma nella vicina Valle di Fiemme.
Un conoscente del posto mi aveva detto, durante un giro in mountan-bike lungo il percorso delle valli di Fassa e di Fiemme, che hanno recentemente aperto due agriturismo a Predazzo. Essendo di passaggio, dopo una mattinata a Cavalese, mi fermo per pranzo in questo nuovissimo Agritur, dopo aver scartato l'altro in quanto fanno solo pernottamento e prima colazione..
Per trovare questo faccio una certa fatica, non essendoci mai stato (in realtà col senno di poi si vede benissimo fin dalla strada nazionale, ma io, appunto, non ci ero mai stato e non lo avevo mai visto ...) e non essendo riuscito a reperire alcuna segnaletica (a un certo punto un cartello ligneo indica due possibili strade per un unico agriturismo: ho dovuto chiedere qui, chiedere ancora oltre in mancanza di ulteriori segnalazioni, e infine, giunto al primo agriturismo, se non me lo avesse indicato il realtivo gestore, non sarei mai riuscito a trovare questo. Il locale è nuovissimo, e spero che col tempo la segnaletica potrà venire migliorata.
In posizione magnifica, sopraelevata e veramente dominante sulla vallata, pur non lontano dalla strada nazionale, si erge, costruito integralmente in legno di larice e pietra, in mezzo al verde il complesso, che ospita azienda agricola e agriturismo, gestiti dalla famiglia Della Giacoma, che è titolare anche di un altro in quota..
Devo dire, giunto in loco, che fa veramente impressione guardare la vallata da (appena un poco) più in alto e vedere come questa cambi decisamente aspetto acquisendo caratteristiche molto più montane di quanto non appaia stando giù a livello della strada nazionale e del paese di Predazzo.
Da su sono ben più apprezzabili le pareti verdi alberate a picco, e le montagne (catena del Lagorai) di cui quasi da giù non si supporrebbe l'esistenza.
Tra gli animali allevati sono facilmente visibili cavalli, asini, capre, tacchini, anatre e il pavone.
L'agriturismo è anche in grado di ospitare per la notte, in otto ampie suites, sia i viaggiatori che ... i loro cavalli.
L'azienda dispone di un'ampia sala ristorante e di una più piccola "stube"
Mobilio e arredi tipici, il tutto assolutamente nuovissimo.
I mobili in abete chiaro, tipici e rustici, presentano superfici e piani ad andamento irregolare, leggermente ondulatorio, ottenuto con un procedimento di nuovo tipo, o quantomeno che personalmente non avevo mai visto praticare, che all'apparenza dà l'impressione, tra l'altro, che le superfici siano state trattate "a sguscio", come facevano gli antichi mobilieri, simulando i caratteristici passaggi della "sgorbia" o altri attrezzi simili.
Pavimenti lignei in listone chiaro e soffitti a cassettoni e a travi sempre in legno chiaro
Particolarissima la toilette, caratterizzata da una vero e proprio abbeveratoio, di quelli dove beve il bestiame, in pietra o porfido, collocato su supporto di legno che riceve l'acqua calda e fredda da due "canali di gronda" quasi orizzontali in ottone inseriti in altrettanti blocchi di pietra, come quelle fontanelle che si trovano lungo i sentieri per abbeverare bestiame e ... viandanti. Nella vasca lapidea il caratteristico "troppo pieno" costituito da bastone cilindrico verticale (qui in metallo) infisso sul fondo della vasca che consente il deflusso dell'acqua al raggiungimento di un livello determinato.
Mi fanno accomodare nella stube, essendo la sala da pranzo al completo. I tavoli sono piuttosto grandi e ben distanziati. L'apparecchiatura è discreta, anche se non ricca ed elegante come rappresentato sul sito del locale.
Dato che la carta dei vini non è tanto fornita (mi pare avesse soltanto tre qualità di vino in bottiglia, se pur a prezzo non elevato: tutti a 13€), ordino un quartino di vino rosso sfuso (e vedo che praticamente anche tutti gli altri han fatto altrettanto) e acqua di rubinetto (quest'ultima "more golosario", ovvero, tradotto dal maccheronico latino: come suole fare in montagna golosona, che peraltro non ci va quasi mai ...
Il vino, prodotto dalla cantina locale di Lavis, risulterà veramente buono per essere un vinello da tavola sfuso.
Mi viene portato un (bel) cestino contenente due varietà di pane, di cui una costituita da fette morbide di pane fatto in casa aromatizzato internamente al rosmarino.
Come antipasto ordino il misto della casa, composto di salumi e formaggi di loro produzione. Comprende: lonzino di maiale, un poco saporito, speck, salame, due kaminwurze o comunque insaccati di selvaggina di piccolo diametro di carni differenti di pasta piuttosto scura molto affumicate, e formaggi Puzzone di Moena e Fontina. Come contorno porcini sott'olio e mostarda di arancia (questa molto buona): si sente che il salume è preparato, aromatizzato e credo stagionato direttamente da loro, anche rispetto ai salumi analoghi pur di produzione propria reperibili nelle diverse macellerie delle due Valli.
Il tutto mi viene servito su un piccolo tagliere di legno. Le due tazzine con i contorni vengono portate su di un piatto. Per non versare la mostarda sul legno, appoggio le tazzine sulla tovaglia e utilizzo il piatto per mescolare il tutto
Come primo ordino un tris di canederli. "Verza, speck e fontina, erba cipollina" si legge nel menù: in realtà , immersi in e coperti di un liquido biancastro appena un poco denso, che poi mi spiegheranno essere una fusione di puzzone, fontina e "forse" (sic) gorgonzola, non si distinguono tra loro visivamente, e al palato due si direbbero identici, con cubetti di speck e formaggio, mentre il terzo è effettivamente diverso, alla verza. L'impasto pur morbido non è di sapore così casereccio come ho potuto gustare altrove.
A questo punto, data la quantità e il condimento del primo piatto, potrei anche fermarmi, ma .... per quell'esigenza di completezza dovuta alla necessità di redazione della presente recensione ordino anche una "luganega" (una salsiccia stretta e lunga) lessata (per stare più leggero ...) con polenta.
Mi portano una quindicina di dischetti alti mezzo centimetro di salsiccia dal sapore naturale benchè non tanto spiccato (ma essendo lessata ci può stare ...) con la tipica "polenta di Storo", questa per verità un poco salata.
A questo punto (.... vedi sopra) potrei anche fermarmi, ma (....vedi sopra) ... come dessert ordino (per ... stare leggero, visto che gli altri sono ben più "ciunti") gelato con il latte fatto in casa e i frutti di bosco, che mi viene servito entro un cialdone a forma di vaschetta lobata su di un piattino da frutta. Mi mangio anche quello (intendo il cialdone, ovviamente .... Il gelato non ha un sapore particolarmente spiccato.
A questo punto (.... vedi sopra) potrei anche fermarmi, ma (....vedi sopra) ...
No!: sto scherzando...: chiedo il caffè, che risulterà nella norma.
Il servizio è tra il distaccato e il cordiale (prima arriva una cameriera e poi un'altra), non proprio affrettato, ma per esempio mi portano il primo che non avevo ancora terminato di mangiare l'antipasto e me lo lasciano sul tavolo (inesperienza e inabitudine, credo: il locale ha aperto da pochissimo tempo).
Il conto ammonta a 38,50, non proprio a buon mercato per un agriturismo (per di più considerando che il quartino di vino corrisponde ad una spesa di €2,50 e l'acqua non è stata computata).
Tutto considerato il mio giudizio è di due cappelli. Mi riservo di tornarci trascorso qualche tempo, anche per assaggiare altri piatti che forse erano più caratteristici e propri di questo locale rispetto a quelli che ho assaggiato questa volta.
Buono
[Silli]
03/08/2010
p.s. ihih..complimenti con i vedi sopra : ) : ) : ) passeggiatina dopo? : )