Tour de France gastronomico con contorni Â? 13
Estasi, con leggera (provvisoria) lievitazione da terra.
Sole, mare, natura, musica, cucina, architettura, mercati, cultura, tradizione... fortuna... cosa mancava ancora a questa nostra vacanza per essere memorabile? La bici.
L'ultima chambre d'hotes ci fornisce nel prezzo anche la bici a noleggio. Così, inforchiamo, e, sotto un sempre fresco sole, pedaliamo lungo il lago d'Orient e dentro la foresta, sulla pista ciclabile, finchè arriviamo in questo splendido posto, che peraltro avevamo già puntato in precedenza, attraverso le recensioni su Internet.
Alla sera ci torniamo in macchina: antico complesso a crocicchio, perfettamente ristrutturato fuori e anche dentro, in modo elegantissimo. Locale di elevata qualità .
La maitre, appena entriamo, ci accompagna gentilmente ad un bel tavolo, con tovaglia bianca, lavorata con pizzo negli orli. Tre cameriere, giovani ed apparentemente simpatiche, tutte in identica divisa scura, sono allineate ad attendere i clienti e salutano con un sorriso. Stile classicheggiante dell'arredo, marca dele carèghe: Luì Catòrz. Una quarta cameriera, vestita di bianco, era addetta solo al pane che, per tutta la cena, quando mancava, ci mostrava, tiepido, fatto da loro, di cinque tipi diversi, spiegando com'era fatto, perché potessimo scegliere. Tutti i piatti, al momento della portata, venivano poi illustrati degli ingredienti e spiegati brevemente. “Mersì" ghe disèvo mì, "Jevusamprì" me disèva ela, e morta lì. Una quinta cameriera era addetta al vino, che ha messo nel cestello del ghiaccio in un tavolino dietro di me. Quando vedeva il bicchiere vuoto o quasi vuoto, arrivava e mi riempiva il bicchiere, con velocità e precisione decrescente, per la verità , tanto che dopo un poco, me son roto los cocònes... e la bottiglia me la sono messa sul mio tavolo... lì la voglio. Quanti bicchieri e posate? Tanti.
La mise en bouche talvolta non c'è nel menu ed è sempre una piacevole sorpresa quando arriva. Questa volta si trattava di un gazpacho di pomodoro gustosissimo, in un bicchierino di ceramica, e crema di zucchini con croccante al sesamo, in un altro. Porzioni mini, ma si tratta di mise en bouche. Ottima.
Qualche minuto dopo aver finito, arriva l'entrèe con una terrine di fois gras e petto d'oca, legati da una morbida gelatina, con quenelle di ananas concassè aromatizzato con l'arancio e paprika dolce (o curry?), accompagnata da un'insalatina ben scenografica. Molto molto buona.
Da bere avevo ordinato uno Chablis del 2008 del Domaine St. Claire di Jean Marc Brocard, 12,5°. Il vino viene da Prehy, attaccato a Chablis, nella zona A.O.C. vicino ad Auxerre. Leggero e fresco, un po' salinato, con qualche sentore di frutta, un filo di parziale frizzante. Bianco eccezionale. Assomiglia molto al nostro Custoza.
Assieme, la solita Badoit d'ordinanza.
Faccio fatica a ricordare ora esattamente e a descrivere la presentazione dei piatti, dico solo che era particolarmente ricercata, originale e particolare. Bellissimi i piatti, anche solo a guardarli. I tempi delle portate sono stati sempre ottimali e in un'ora e mezza avevamo finito. Come quando si mangia bene e il giusto, alla fine non ci sentivamo scoppiare.
Fin qui i nostri menu erano uguali. Il piatto principale era un filetto di ombrina appoggiato su quattro spicchi di finocchio saltati nel burro e nella scorzetta grattugiata di limone. Tra gli spicchi un coulis di zucchini. Lateralmente, guarnizioni di bastoncini di zucchini (tagliati per il lungo) alternati al coulis di zucchine e ciuffi di aneto, carotine baby e germogli di finocchio. Cioè, zucchini e finocchio “ripresi”. Squisito, freschissima l'ombrina, che mi sono azzardato ad ordinare per via della qualità del posto, anche perché, dopo quattro giorni, avevo voglia di pesce.
Ordiniamo due desserts diversi e poi ce li dividiamo. Pere cotte nel vino rosso, tagliate a ventaglio, servite con fette sottilissime di mandarino caramellato e gelato alla vaniglia. Mousse al cioccolato (come un cremino) servita in due tronchi sovrapposti, accompagnata da un gelato alla castagna, guarnita con alchechengi, ciliegia e fili di caramello alla clorofilla. Una meraviglia, divini.
Finito tutto, altra sorpresa non prevista dal menu (ma secondo me, prevista comunque nel prezzo... eheheheh... ), piccoli coni di croccante alle mandorle e spuma d'arancio in un bicchierino mini e marshmallow (in un vasetto di ceramica) alla menta e alla violetta. Strepitoso.
Conto totale per due: 103 euro. Che roba! Il prezzo è altino in assoluto, ma basso per come abbiamo mangiato.
Cinque cappelli, sei, sette, otto... e lode. Bacio ed abbraccio ad almeno tre delle cinque cameriere. Inchino alla maitre (più seriosa ). Abbraccio (senza bacio) allo chef.
E' un suggerimento yoga quella di guardare fisso il sole che tramonta, per migliorare la concentrazione e rilassare poi i muscoli della faccia. Per me una costante, quasi. Così mi siedo sulla panchina al bordo dell'acqua a guardarlo che scende e si specchia sul lago, mentre la brezza muove le barche attraccate e le loro bandiere. Dietro di noi sale, sorridendoci, la luna. Per restare in tema yoga: meditazione della luna piena, fino a ridiscendere a terra.
Imperdibile!!!
[carolingio]
09/08/2010
(què, anca là, se magna muy bien...) Ma tra il dire e il fare...