Entrare nel Parco delle cascate di Molina è un'esperienza particolare, forse unica, che non ho mai fatto da altre parti. Magari i laghi di Plitvice gli assomigliano un po', ma qui l'altezza delle cascate è considerevole, mentre i laghetti sono assai più ristretti di quelli slavi ed incassati in tanti canyon rocciosi, là il sito è più aperto, forse anche più esteso.
Siamo una squadra di calcio a 11: con me e mia moglie Marta, ci sono lo Zio e moglie Brunella, Falcon e moglie Mira, Alfi, Vonwild e moglie Brunella, più due simpatici amici dello zio, che si sono uniti al gruppo di GM (chiedo scusa ma non mi ricordo più il nome).
Il secondo motivo di grande apprezzamento della zona è del tutto personale: a 14 km. da casa, 20 minuti di macchina in salita, trovo sempre 4-5 gradi in meno, e d'estate è una manna, si sta da Dio. Spesso veniamo su di sera a mangiare qualcosa e a ritemprarci lo spirito.
C'è una verandina fuori dalla trattoria, d'estate si mangia all'aperto sullo slargo della strada, in mezzo alle vecchie case di montagna della frazione... contorni di pietra, spigoli di pietra, finestre piccole, tetto pure di lastroni in pietra... Molina, un paesino caratteristico della bassa Lessinia...
Respiriamo un'arietta fina fina che pian piano asciuga il perlage sulla fronte del Falcon. Per salire dal Parco fino in paese, per chi non è abituato a queste pendenze, è necessario un filo di impegno.
La veranda è coperta da un tendone verde, di quelli dei bar di quarant'anni fa, fissato ad un telaio metallico un po' così e ad alcune assi unite tra loro in modo singolare con delle astine da meccano: una sciccheria! (quasi da Ikea, per non dir da baraccopoli , ma divertente).
Faccio portare intanto un Prosecchino della cantina produttori di Valdobbiadene, dello scorso anno, da 12°, super fresco. Il Prosecco viene asciugato in un battibaleno, quasi tutti ne attingono per placare la sete. Un po' di stanchezza è stata accumulata dopo un paio d'ore di camminata, seppur tranquilla e con parecchie soste, ma con un dislivello di circa 150 metri in giù e altrettanti poi in su. Per i miei gusti un po' troppo amabile il vino, un demi-sec direi. Ma comunque buono.
A differenza dei roboanti annunci politici e nonostante si fosse aiutato con un bastone tatuato da alcuni intagli, come facevo io quando andavo in montagna 45 anni fa con i chierichetti , raramente ho visto lo zio davanti o a centro gruppo, più spesso verso il fondo. Non ho ritenuto di dargli il colpo di grazia, cioè quella spintina verso la parte scoscesa del bosco, perché la zona era abbastanza battuta e non ho visto ciclamini. Questo lo ha salvato .
Il pane lo fanno loro e anche dei bei grissinetti. E' buono, non eccezionale, si sente che è fatto in casa e questo a me piace. Arrivano anche le bottiglie d'acqua gasata e naturale (alla fine saranno cinque) e da bere faccio aggiungere un altro Prosecco uguale a quello di prima, evaporato, ma staziona sempre davanti allo zio (e a me ), e ci si accorgerà poco dopo, con stupore ed incredulità, che è evaporato velocemente anche quello. Quindi ordiniamo due bottiglie di Valpolicella Classico della cantina Recchia di Negrar, da 12,5° del 2009. Buono, fruttato e leggermente di gusto speziato.
All'ingresso del Parco, a fare i biglietti, trovo (si vede che la fortuna non mi ha ancora abbandonato...) un ragazzo che conosco, compagno di classe di mio figlio, molto gentile, non dico per cosa per non metterlo in difficoltà... ringraziato concretamente .
La Cascata dell'Orso, congiunta con il Pozzo dell'Orso attraverso una scala in ferro esposta a strapiombo sulla roccia è il passo più scagazzoso. E poi la Cascata del doppio Covolo, quella del Tombolo, del Tombolino, del Marmittone, la Spolverona, la Cascata nera e la Cascata verde. Tutto in una successione lieve, attraverso il sentiero umido e scivoloso del bosco, con soste sull'altalena e sul filo scorrevole, dove la Brunella, moglie di Vonwild, si è rivelata la più ardimentosa.
Di primo io ho mangiato fettuccine al sugo di coniglio: buonissime, grosse, ruvide, fatte in casa, cotte giuste, sughetto squisito, ben amalgamato. Altri hanno mangiato le fettuccine con il tartufo e altri ancora gli gnocchi con la pastissada de cavàl. Mi sembra che tutti abbiano gradito, ma eventualmente integrate e correggete. O anzi, meglio ancora se altri vorranno fare la loro recensione.
Ho avuto la possibilità di conoscere Falcon, seduto vicino a me, dopo i numerosi scambi di opinioni per via informatica in tutti questi mesi. Conversare con lui è piacevole come leggerlo.
Di secondo ho preso una tagliata di manzo con scaglie di parmigiano. Semplicemente strepitosa! Tenerissima, ottima di gusto, cotta perfettamente come piace a me, non al sangue, ma con un bel rosato ancora vivo all'interno. Alcuni l'hanno presa con i funghi, altri hanno preso la trota in saòr con la polenta alla griglia, altri ancora la pastissàda de cavàl, sempre con la polenta, piatto tipico (assieme a quello della pearà) della zona di Verona.
Patatine fritte, buone buone (sparite quasi subito), e altre verdure in vassoio: zucchini saltati in tegame, melanzane al funghetto, coste, pomodori ripieni... Anche in questo caso ho la sensazione che tutti abbiano gradito, io di sicuro.
Tra una ciacola e l'altra, lo zio... con la circospezione di un agente dei servizi segreti... siccome il Prosecco era finito e la Brunella non era tanto d'accordo che ne bevesse ancora... si fa allungare sotto la sedia, da uno dei figli camerieri del cuoco/proprietario, accucciato dietro la porta con fare attento e sospetto (ma compiacente), un bicchiere pieno di vino bianco con le bollicine. Con l'occasione arriva anche una super-cannuccia da un metro, che le foto immortaleranno mentre lo zio aspira... (vedere Galleria fotografica)
Come dessert io mi divido una panna cotta alla nocciola con mia moglie. La nocciola era caramellata in un denso strato fluido sopra la panna, che pareva quasi miele. Molto buona anche questa. Gli altri: più d'uno si è pappato la panna cotta come la nostra, qualcun'altro ancora ha divagato tra la Foresta nera e un cheesecake alle pesche e mi sa che forse mi dimentico qualcosa... Tutti i dolci sono fatti in casa dal nostro chef, un artista.
Caffè per quasi tutti, escluso io, mia moglie e... non mi ricordo.
Il conto è stato arrotondato a 24 euro a testa. Servizio simpatico, fatto dai figli nei tempi giusti. Alla fine, ci viene offerto il resentìn: a Falcon un limoncello, a me, Alfi, Vonwild e l'altro amico dello zio, una grappa aromatizzata da loro con rosmarino e miele. Molto buona e gradita.
Abbiamo mangiato molto bene (come sempre lì, finora) e non c'era niente che non andasse secondo me. Non cose ricercate, comunque, e presentazione alla buona (che peraltro a me piace sempre).
L'ambiente è molto alla mano, ruspante. Continuerò a suggerirlo caldamente.
L'uscita proseguirà con la visita ad una cantina e quindi ad una gelateria.
Intanto, grazie a tutti per la bella compagnia, per la bella giornata passata assieme e mi spiace per chi non è potuto/a venire.
Consigliatissimo!!
[golosona]
11/08/2010
Mi spiace non esser venuta, ma non ce l'avrei mai fatta visto che mi aspettava Badia il giorno dopo, e visto il dislivello! Altro che passeggiata poco impegnativa, tutta all'ombra e in piano, infingardi che non siete altro!