Raccogliere le vacche con la jeep, strombazzando con il clacson, su e giù per i prati della Lessinia, non l'avevo mai visto fare. Evidentemente i cow-boys nostrani si sono organizzati.
D'altro canto, il nero che stava arrivando dal Baldo ad ovest, faceva veramente paura. Fulmini e tuoni accompagnavano l'avanzata del finimondo. Io e il magico Alfi eravamo là in mezzo, da soli con le vacche e l'unico pastore, motorizzato, in lontananza, senza alcun riparo, che camminavamo quasi di corsa, come quelli che nei film cercano di sfuggire al tornado, ogni tanto girandosi a vedere quanto mancava che ci raggiungesse.
Nuvole bassissime di nebbia risalivano dalla Valle dei Ronchi e coprivano man mano un orizzonte sempre più ristretto, fino a toglierci quasi la visuale anche del rifugio. Per fortuna che eravamo sulla translessinica, una stradina battuta di circa 12 km. con un dislivello limitato, utilizzata d'inverno per il gran fondo, altrimenti si rischiava di perdersi.
Ci è andata bene.
Quando ci siamo ritrovati davanti a Malga Lessinia, al ritorno, il tempo era completamente diverso. Alle nostre spalle, a nord, splendevano in lontananza le nevi dell'Adamello, della Presanella, dell'Ortles e del Cevedale, sotto un sole accecante. Il Baldo ci tendeva la mano, prima aveva scherzato.
Non abbiamo potuto visitare le altre malghe in programma, per il mal tempo precedente, i campi erano inzuppati d'acqua, e così, l'idea quasi scontata era quella di rifarsi lì, il pieno di formaggi.
Nessuno per strada, nessuno nei campi, non c'è nessuno neanche a Malga Lessinia, l'ambiente è tutto per noi. Prendiamo la solita forma grande di ricotta da cinque euro, che è una cosa eccezionale, veramente.
Noto con piacere che hanno abbandonato lo stracchino (vedere precedente recensione), mentre sono in vendita i soliti due formaggi Monte Veronese DOP, quello fresco e quello stagionato mezzano. Ne prendiamo un pezzo di entrambi. Spendo 12 euro in tutto.
Non mi dilungo sull'illustrazione della qualità dei formaggi e della ricotta perché l'ho già fatto nella precedente recensione. Il motivo per cui ho fatto questa recensione è legato alla mia ultima visita in Val di Fiemme, al caseificio di Predazzo e Moena, dove ho saputo che portano il latte da tutte le malghe attorno ed il formaggio non lo fanno più in malga.
Noi invece avevamo il malgaro lì davanti a noi, con il grembiulone plasticato, pronto ad accendere il fuoco davanti alla raminona. Fuori le vacche pascolavano ancora, con le tette già belle grosse, quasi ora di mungitura.
Poco tempo fa quand'ero piccolo ( ), la mia famiglia non aveva molte disponibilità economiche e quindi facevamo una settimana di “ferie” a Breonio, una decina di km. di distanza da Malga Lessinia, 1000 mt. sopra la Vald'Adige. C'erano allora due malghe a Breonio, quela de sòra e quela de sòto, dove si facevano burro e formaggio. Le vacche venivano portate al pascolo dalle case, dotate tutte di stalla al piano terra. Con un amico che mi ero fatto là, della mia età di allora (dieci anni), andavo ogni tanto a pascolare le sue vacche.
Lo stagionato mezzano di Malga Lessinia è molto saporito. Ha alcune macchie di muffetta all'interno... è fatto col latte crudo, ci fa osservare uno dei due malgari.
Ho ritenuto opportuno fare questa nuova recensione dopo aver visto cosa succede in una delle più importanti valli trentine, per dare un giudizio diverso dal precedente ad un posto così. Nonostante il piccolo difetto del formaggio (o forse, per assurdo, proprio per quello?) si tratta di uno spettacolo imperdibile, sotto diversi punti di vista.
Fa parecchio freddo adesso, anche al sole.
Oggi, mentre scrivo, e ieri, per le strade della media Lessinia è di nuovo transumanza, seguendo il ritmo lento delle stagioni.
Le reminiscenze e l'esame dell'evolversi della vita, le cose andate perdute in altri posti, servono a capire quello che sarebbe giusto mantenere, salvaguardare e valorizzare.
Grazie, Alfi, per un'altra bella giornata in compagnia (col brivido stavolta )
Imperdibile!!!
[golosona]
06/09/2010