Solitamente i ristoratori che "vanno in trasferta" sono i primi ad essere ipercritici, ed è normale, vista la competenza che hanno in materia.
Perciò, quando si porta uno di questi, che è soprattutto un amico e che, per sua stessa ammissione, a tavola è un bel rompicoglioni, a mangiare fuori, fa un grande piacere sentirlo valutare con tanti complimenti ogni piatto mangiato.
L'incipit.
La curiosità di testare la cucina dei Bertozzi nasce ad Aprile, in occasione del Vinitaly, che come ogni anno ci vede protagonisti
Questa volta, però, con Dante e Riccardo ci si trova direttamente a Verona, mentre da Bologna arriva una schiera di disgraziati capeggiati da Olly e Sandro, che per l'occasione pensano bene di noleggiare un pullman turistico da 50epassa posti (da notare che siamo in 22).
Ecco quindi che durante il viaggio di ritorno, Riccardo e Dante si uniscono a noi, facendo la conoscenza di Berti e Gozzi.
Nonostante la rivalità fra Emilia e Toscana , si salutano bonariamente con la promessa che prima o poi si sarebbero fatti visita a vicenda.
L'occasione.
Giornata perfetta per mantenere la promessa fatta mesi fa, trovandosi i due toscani a passare per Bologna di lunedì.
Una mia telefonata nel tardo pomeriggio per prenotare il tavolo (l'ultimo disponibile, e siamo davvero fortunati) ed ecco che alle 20.00 arrivano su via Andrea Costa due generazioni: Dante e Riccardo, Kava Sr. e Kava Jr.
"Te tu credevi che non sarei venuto, bischero, invece eccoci!"
Saluti di rito, un paio di sguardi alle bottiglie per capire il grado di "preparazione", quattro chiacchiere e siamo belli comodi a sedere nel tavolo di sinistra.
"Allora, noi si fa un assaggio della cucina tipica bolognese. Quindi te tu fai icchè vuoi!"
Facile: a testa, un mezzo tortellino in brodo di cappone, un mezzo tortellone con ripieno di patate e mortadella Pasquini con burro parmigiano e tartufo bianco, una mezza tagliatella al ragù.
Intanto cominciamo a stuzzicare quei maledetti ciccioli frolli che mettono ad ogni tavolo, sorseggiando una Bolla di Bertozzi. Maledetti perchè sono talmente buoni che si finisce quasi sempre per mangiarli tutti ed impomatarsi subito.
Riesco a fatica a togliere da sotto al naso di Riccardo gli ultimi due quand'ecco che arrivano i tortellini.
Allora, la prima precisazione da fare è che le loro mezze porzioni sono quelle che in alcuni locali sono porzioni intere.
I tortellini, secondo i due bolognesi doc presenti al tavolo, sono ottimi. Secondo i forestieri, forse sono i più buoni che abbiano mai mangiato. Ottimo anche il brodo.
Quando Dante ci chiede che valutazione diamo, da 1 a 10, io mi sbilancio su un "fra l'8 e il 9", e mio padre mi quota in pieno.
A Riccardo piacciono così tanto, che apostrofa Olly dicendo: "Abbi pazienza, loro due bolognesi son di hasa, ma io il tortellino lo vo' di nuovo" e Olly ribatte con un "te la tolgo io la voglia di tortellini allora!"
Presto detto: una scodella gigante solo per Riccardo. Circa due volte e mezzo la porzione appena mangiata.
Si passa ai tortelloni. Sempre eccellenti, uno dei loro primi da me preferiti. Con il tartufo bianco, poi, sono da giù di testa.
Stesso discorso per la tagliatella al ragù, ottima nella sua semplicità, con un ragù eccellente ed una sfoglia perfetta.
Con i primi beviamo un paio di bottiglie d'acqua ed una Principessa Pas Dosè di Luretta, ottima.
Si prosegue con i secondi.
Volendo anche in questo caso assaggiare un po' di specialità, ed evitando naturalmente di proporre loro filetti e fiorentine (nonostante facciano una bistecca che certi ristoranti della Toscana si sognano), veniamo indirizzati su un paio di cotolette petroniane da smezzare, una normale, l'altra con il tartufo bianco, e su un assaggio di zucchetti ripieni e polpette.
Ad accompagnare il tutto, una Magnum di Trebbiano Marina Cvetic 2006, eccellente.
Le cotolette, metà a testa nelle due varianti, sono ottime. Di tartufo poi ce n'è in quantità, come del resto anche sui tortelloni mangiati in precedenza.
Vengono servite con gli immancabili tocchettoni di patate saltate in padella.
Ottimi anche gli zucchetti ripieni e le polpette, fatte con il ripieno dei tortellini, quindi non si sbaglia, servite con i piselli.
Finiamo a fatica il tutto. Le porzioni sono generose e noi siamo arrivati a livello.
Saltiamo i dolci e concludiamo con due caffè e quattro grappe, Dedicata al Padre di Marolo, di cui ci lasciano anche la bottiglia al tavolo.
Ultimi saluti e la promessa, a questo punto da parte di Olly e Sandro, di andare a Moscheta il prima possibile, sicuramente entro il 5 dicembre, ultimo giorno prima della consueta chiusura invernale di tre mesi.
Il conto totale, pagato dal Kava più grande, è di 272 euro, arrotondati a 260.
65 euro possono sembrare troppi, ma abbiamo mangiato tanto, bene, bevuto ottimamente e di tartufo bianco ne avranno fatta fuori un'intera pallina almeno.
Quindi il conto è più che giusto e proporzionato a quanto mangiato.
Per quanto mi riguarda, si riconferma il miglior posto dove poter mangiare la *vera* cucina bolognese.
E se lo dicono anche Riccardo e Dante, ci si può fidare
Imperdibile!!!
[carolingio]
20/10/2010