Ultimamente sto scoprendo locali che sono piccole chicche, ma che soprattutto non ti aspetteresti mai di trovare.
Credo siano quelle tipologie che la signora Michelin classifica come "locali ameni".
Oggi ci troviamo a pochi chilometri dal Passo della Futa, dove la provincia di Firenze incontra quella di Bologna.
Per la precisione siamo a Traversa, una piccola frazione di poche case in provincia di Firenzuola.
Bibo è il bar trattoria posto sulla strada principale, ben riconoscibile dalla presenza, all'estreno, di due barriques con diverse bottiglie sopra.
Appena entrati, l'impressione è quella del classico bar con trattoria "alla buona", per chi è di passaggio.
Ed effettivamente lo è, con l'eccezion fatta che qui, scopriremo, si mangia divinamente, la qualità è altissima e il servizio anche, tenendo presente la tipologia di locale.
La prima cosa che noto, entrando, è l'incredibile serie di bottiglie vuote presenti nei vari angoli del locale: almeno una quindicina di Sassicaia, dal 91 in poi, Pergole Torte di Montevertine, Gaja e compagnia bella.
Alla faccia della semplice trattoria.
Sulla sinistra, a fianco del bar, è presente una piccola saletta, sì e no 8/10 coperti, molto accogliente per la presenza di un camino acceso (fuori, del resto, ci sono venti centimetri di neve e zero gradi).
Proseguendo il corridoio si arriva nell'unica altra stanza, caratteristica, una trentina scarsa di coperti, non di più.
Altro camino, una parete piena di cassette in legno di vini pregiati, una porta a vetri che da direttamente sulla cucina, dove si può vedere la signora che prepara i piatti e la griglia dove viene cotta la bistecca.
Il patron di casa è Alessandro, tipico accento toscano, gentile, molto preparato e bravo a consigliare.
Noi siamo in sei, di cui due della zona.
Uno però è come sempre in ritardo.
"Deve arrivare quel bischero di Gabriele, arriverà alle undici!" ci dice Riccardo. Da notare che sono le 21.00.
Arriva Alessandro con la carta dei vini e chiedendo chi manca, sentendo il nome Gabriele, esce con un "Fresca! Benvia, arriverà alle dieci!"
Preciso, neanche si fossero messi d'accordo
In realtà, alle 21.40 ci siamo tutti. E' quasi andata bene e siamo pronti per ordinare.
Innanzitutto, sfogliando la carta dei vini, c'è da dire che quella che all'inizio era solo un'impressione, si rivela una certezza: una lista incredibile, non tanto per quantità, ma per qualità.
A parte i pluriblasonati Sassicaia, Ornellaia, Lupicaia, Gaja bla bla bla, presenti anche diverse annate di Masseto (!), diverse annate di Pergole Torte, dei Sauterns e, ladies & gentlemen, Chateau d'Yquem (!!!).
Siccome da queste parti "ci garban di molto le bollicine" partiamo con uno Champagne: Marie-Noelle Ledru, Blanc de Noirs Brut 2004.
Lo accompagniamo ad un antipasto misto di salumi e crostini toscani e non, composto da un ottimo Parma, pancetta agliata, salami tagliati al coltello e finocchiona.
In più, e questo non te l'aspetteresti mai, della paletta di Patanegra Joselito e, per concludere con la carne, una battuta cruda tagliata al coltello di fassona piemontese.
Inoltre, pane insipido toscano (eccellente) con cui provare l'olio, un olio siciliano Pianogrillo Particella 34 cru, servito nel taste-huile, insieme al sale Maldon, a fiocchi. Ma siamo in una trattoria o da Pinchiorri???
Finiamo l'antipasto con altro pane toscano, stavolta abbrustolito, sul quale spalmare la crema di fegatini, servita all'interno di una ciotola con la fiamma, per tenerla calda.
Tutto squisito.
Finito lo champagne, passiamo ad un eccezionale Batàr 2007 di Querciabella.
In due ci concediamo un primo, giusto per provare, e prendiamo degli gnudi di ricotta burro e salvia (eccellenti) e dei tortelli del Mugello, con il classico ripieno di patate, al tartufo bianco. Ottimi.
Per quanto riguarda i secondi, siamo in zona bistecca ed è quasi scontato sceglierla.
Quello che però qui non è scontato è il tipo di carne: Chianina di Bovino, di Scottona, Limousine, Romagnola, Piemontese, bestie locali.
Una varietà incredibile di qualità di bistecche, tutte sapientemente frollate.
Alessandro giunge dalla cucina con un vassoio con sopra quattro bistecche incredibili, almeno di 2 kg l'una, illustra le varie qualità e ci fa scegliere quella che preferiamo.
Mentre la vediamo cuocere sulla griglia, scegliamo il rosso adatto: Borro del Diavolo 2006 di Ormanni.
Da sottilineare, ad ogni cambio vino, il conseguente cambio ed avvinamento del bicchiere.
La carne è eccellente, ottima come sapore e come consistenza, portata al tavolo insieme ai piatti caldi, in cui è stato messo un filo d'olio ed una foglia di alloro.
Come contorni, prendiamo delle patate e dei fagioli zolfini.
Arriviamo pieni alla fine, quand'ecco, al momento dei dolci, una torta al cioccolato e degli squisiti cantucci, bianchi morbidi con canditi di arancia, neri secchi al cioccolato.
A questi abbiniamo un Passito 2007 di quella che probabilmente è l'unica azienda tipica della zona, il Podere Fortuna (fanno un Pinot Nero niente male). Ottimo.
Caffè per tutti e un paio di grappe.
Rimaniamo fino alla chiusura a parlare di vini, della Toscana, di cibo e di cucina e, come gran finale, Alessandro stappa una bottiglia ed offre a tutti un ultimo calice di Champagne.
Tutta questa esperienza, da ripetere assolutamente, per un totale di 45 euro a testa.
Materie prime eccellenti, bella presentazione, cucina semplice e genuina rendono questo posto assolutamente imperdibile.
Imperdibile!!!
[Funghetta]
01/12/2010