L'idea mia era quella di andare anche a mangiare in un agriturismo, come a casa di qualcuno, in modo da gustare una cucina genuina, o quanto meno la tradizione locale genuina delle Langhe, priva di fronzoli.
Le Arcate l'ho scovato su Internet. Quando ho prenotato, la signora Silvana mi ha fatto rabbrividire: cinque antipasti, due primi, due secondi, tre dessert, vino e acqua a scelta e a volontà, 28 euro prezzo fisso. Ho chiesto se era possibile diminuire un po' il numero delle portate e anche un po' la quantità e quindi abbiamo concordato di togliere due antipasti, un primo e un secondo. Il prezzo è diventato di 25 euro, che non è proporzionale alle cose tolte, ma è anche comprensibile che un prezzo inferiore era impossibile farlo.
Le Arcate è una corte agricola posta sul poggio di fronte al nostro agriturismo Rivetto, tra Sinio e Montelupo Albese, quattro chilometri di “discese ardite e risalite” con molti tornanti, anche questa con un panorama mozzafiato, che non abbiamo visto la sera della cena, o abbiamo visto in parte attraverso le lucette dei paesini aggrappati alle colline, perché c'era scuro, ma abbiamo visto bene il giorno dopo, quando siamo stati a Montelupo.
Il locale è composto da un unico salone rustico, fatto a forma di elle, con un bellissimo caminone acceso in centro, con il vetro davanti alle fiamme. A destra e a sinistra del caminone, due tavoli apparecchiati, distanti quattro metri l'uno dall'altro: c'eravamo solo noi e una (altra ) coppietta di moròsi (giovani giovani ). La signora Silvana, gentilissima e disponibilissima, in giubbetto bianco da cuoco, per l'occasione di poche persone, cucina e fa anche la cameriera.
Da bere, in tavola c'erano due bottiglie di acqua da litro, una gasata e una naturale (che poi, su nostra richiesta, è stata sostituita cortesemente con un'altra gasata). Poi potevamo scegliere una bottiglia di vino dell'Azienda Agricola Manzone (la stessa dell'Agriturismo, che però cambia nome) tra Barbera, Nebbiolo e Dolcetto.
Anche a causa dei forti impegni già presi in giornata sul fronte enologico, decidiamo per un Dolcetto 2009, il più soft, il più da pasto, da 13°. Di un bel rosso vivace, il Dolcetto è molto profumato e lascia in bocca un bel sapore fruttato, leggermente salinato questo: veramente ottimo per la cena e per gli abbinamenti di cibo.
In tavola ci sono anche i grissinoni piemontesi ruvidi, ma stavolta, si vede chiaramente, sono fatti a mano... meravigliosi... si sposano bene col primo antipasto che è pieno di salumi: salame cotto, prosciutto crudo e lardo pancettato. Non sono i salumi che si assaporano nella zona centrale dell'Emilia, ma, come spesso accade col primo piatto che arriva (a causa della fame...), sono molto buoni. La signora Silvana ci chiede se vogliamo il bis (e sarà una costante per tutta la cena...), ma decliniamo gentilmente, perché vorremmo arrivare in fondo senza traumi.
Secondo antipasto: insalata russa piemontese la chiamano loro, in concreto è un piatto pieno di pezzettini di Tuma, noci sbriciolate, sedanino crudo bianco a fettine e un filo di maionese. Non è un piatto di grande difficoltà, tranne per fare la maionese un po'. E' molto buono comunque. La signora Silvana ripassa con la terrina per chiedere se ne vogliamo ancora. Io riesco, volontariamente, anche se avevo ancora fame, ad avanzarne invece un po' nel piatto.
La sensazione di un dejà vu la provo guardando e ascoltando i due morosèti che mangiano vicino a noi. Nel silenzio totale (siamo in cinque: noi, loro e la Silvana in cucina, senza musiche ed in mezzo al buio esterno dei nocciolèti) mi sembra di rivedermi allora... e di vedermi ora...
Terzo antipasto: un VASSOIO di fettine sottilissime di carne cruda battuta all'albese, con scaglie di formaggio, olio e pepe. La carne era eccezionale, me ne sono tirato giù un'altra fettina, con la scusa che era sottilissima. Anche in questo caso, grande qualità e quantità, poca difficoltà di cucina.
Quarto antipasto: un VASSOIO di vitello tonnato, magrissimo e tenerissimo, presentato con la salsa tonnè spostata da una parte, in modo da vedere l'ottima carne (di solito, col vitello tonnato, non si riesce mai bene a capire bene cosa si mangia). Gustosissimo, molto buona specialmente la salsa. Tuttavia ne avanziamo un po', perché era di una quantità spropositata per due.
“Signora, ci sta imbrogliando... , avevamo detto di togliere due antipasti... “
“Mangiaate neh... che è roba buona, fatta in caasa, come una voolta... ”
Quinto antipasto: flan di verdure (spinaci e carote su tutto) con fonduta calda sparsa sopra. Buono anche questo, ne avanzo mezzo e comincio ad essere pieno. Giro per il salone a vedere i quadri di un artista locale, appesi alle pareti.
Primo primo: agnolotti di carne e verdure al plin, conditi con il burro e il formaggio stagionato grattugiato. Ottimi, fatti in casa, si vede e si sente, sono cotti alla perfezione. La mestolata che ci ha messo nel piatto era enorme.
Secondo primo: dopo averci chiesto se volevamo il bis degli agnolotti, la signora ci propone di assaggiare i tajarin al ragù. L'offerta viene declinata con una leggera smorfia di dolore.
Secondo: brasato di vitello al barolo con carote saltate in tegame. Nonostante la pienezza, il piatto era sublime: carne tenerissima e gustosissima.
“Ne volete ancoora?...”
Mia moglie, ancora impasticcata di Maalox non tocca vino, io mi limito a mezza bottiglia.
Arrivano i dolci, tutti fatti in casa dalla signora Silvana: bonnet al cioccolato, torta di nocciole (un altro classico, semplice, della zona) e panna cotta, morbidissima (sapeva PROPRIO di panna), al caramello. Tutti e tre i dolci li assaggio solo e ne lascio lì metà... e come si fa?
Conto confermato di 25 euro a testa. Pazzesco... pazzesco...
Comperiamo anche un Nebbiolo e una Barbera Manzone, che costerebbero (molto poco) 11 euro in due, scontati e arrotondati a 10. Pazzesco ancora.
Ho già aperto, a casa, la Barbera… va giù che è un piacere...
E' pur vero che le difficoltà in cucina non sono state elevatissime, ma come poter pensare di non dare il massimo giudizio positivo di questo locale che:
- mi ha fatto mangiare come volevo (tutta roba prodotta da loro, a parte la carne, acquistata in posti di fiducia),
- in quantità notevoli,
- niente che non andasse bene o più che bene,
- in un ambiente piacevole,
- con un servizio impeccabile e moderatamente veloce,
- ad un prezzo esageratamente onesto?
Imperdibile!!!
[cioz]
13/12/2010