Ciack... SI GIRA!
Se qualcuno, tra un anno, dovesse intravedere il mio faccione in un filmetto americano, con, attrice principale (molto carina) dotata di mini cagnolino bianco tenuto sempre in braccio, beh... non si spaventi, è stato un fatto del tutto casuale.
All'Osteria del Vignaiolo c'era una troupe che girava all'interno della sala da pranzo ed anche il proprietario/cameriere è stato costretto (per farsi pubblicità , ovvio) ad una battuta con inchino in un ingleese molto pièmonteese...
Bellino il locale, “antichizzato nuovo” in una vecchia casa ristrutturata che fa angolo con la strada in una frazione di La Morra. La sala da pranzo non è molto grande, 40 Â? 50 coperti, quindi, anche in considerazione dell'alta qualità del cibo e della discreta celebrità del posto, occorre prenotare.
Neanche il tempo di far portare una bottiglia di minerale gasata e un calice di Dolcetto solo per me, che il simpatico proprietario/cameriere (che ogni tanto buttava là una battutina sugli attori) ci porta una bellissima mise en bouche con due fette di cotechino molto morbide e “coticose”, pasta fine come piace a me, ricoperte entrambe dalla fonduta e con a fianco un pugnetto di molesini (valerianella a cuore tenero ) e una mini cubettata di peperoni rossi. Le abbiamo atomizzate assieme ai grissinoni ruvidi della zona, a dei quadratini di schiacciata tipo genovese, buonissima ed originale, aromatizzata con delle erbe che non sono riuscito ad individuar bene, e ad un panino a testa, fatto in casa, con il ripieno di noci. Una squisitezza il tutto.
Il Dolcetto era della cantina Alessandra Silvio, lì vicino alla trattoria, nella frazione di S.Maria, un 2009 molto buono ed aromatico, credo da 13 gradi. Anche stavolta sono stato morigerato, per via della precedente visita alla cantina che, anche se aveva poche bottiglie a disposizione, ci ha fatto bere comunque tre mezzi calci di buon vino.
Ordiniamo quindi due antipasti, che ci dividiamo.
Carne di manzo cruda piemontese (rosetta chiara, delicatissima, meravigliosa...), battuta al coltello e servita con scaglie di Sola di Val Casotto, formaggio morbido con aroma e gusto simile al burro. E poi carciofi lessati e quindi saltati, presentati a rosa, con scaglie di grana, molto buoni anche questi e presentati benissimo.
Questa era l'osteria del gruppetto di case che formavano la contrada: “L'osteria per la Langa è sempre stata un'istituzione, un luogo di ritrovo tipico e importante dove trascorrere le ore di riposo dai campi e dalle vigne. Spesso abbinata alla bottega e alla «censa» per la rivendita del sale e tabacchi, l'osteria non conosceva orari e, dopo la chiesa, era il punto di riferimento della borgata. Con le sue poche tavole di legno e la stufa al centro, era luogo per uomini dalla mantella di panno nero e dagli zoccoli. Il fumo dei sigari e del trinciato la facevano da padroni, insieme con i profumi che giungevano dalla cucina. La fretta stava fuori. All'osteria ci si trovava per sorridere del niente e, con l'aiuto del vino, per poter credere di uscire dalla miseria e dalle fatiche. Soprattutto dopo San Martino, quando i lavori della terra erano fermi e le case di campagna diventavano troppo strette. Le vere stagioni dell'osteria erano, infatti, quelle delle nebbie e del gelo. I canti, le bevute, il gioco, le storie, le scommesse e le merende frugali erano i protagonisti di pomeriggi che non terminavano se non a notte fonda, dopo interminabili partite a carte.” (trovato sul sito dell'Osteria da Gemma, un'altra osteria trattoria di Roddino, altro paese delle Langhe, poco distante, che però non abbiamo avuto il tempo di provare)
Arrivano i primi, che ugualmente ci dividiamo.
Ravioli di robiola su un letto di crema di zucca e spolverata di grana... mamma che delizia... tajarìn (tagliolini) al ragù di salsiccia... squisiti.
Questi ultimi molto “popolari”, veramente buonissimi, ma i ravioli... alta cucina, anche nella presentazione.
Quantità tendenti all'abbondante.
Pieni al punto giusto, rinunciamo al dolce…
Niente da fare: il nostro gentile cameriere ci offre un piattino con due cannoli mignons di pasta sfoglia croccante, ripieni di crema chantilly e richiusi da granelle di nocciola (mettete voi l'aggettivo migliore possibile), due bacini morbidi di cioccolato bianco fatti artigianalmente con le nocciole (straordinari, mai mangiati, e mai finito un pranzo con bacini morbidi... ), due spicchi di cheese cake alla ricotta con marmellata di frutti di bosco, deliziosi anche questi.
Conto totale di 42 euro, benissimo. Alto livello... forse non era un caso che c'era la troupe a girare. Noi non abbiamo detto niente, ma ho visto che il cameriere ha adocchiato il falchèto con il notes mentre prendeva appunti: per l'assaggio del dessert offerto... penso che questo fatto abbia contribuito positivamente. Comunque gli ho fatto i complimenti.
Imperdibile!!!
[pattyb]
15/12/2010